L’Usb Viterbo denuncia come le spese sanitarie nel Lazio, e a Viterbo in particolare, siano incentrate solo sulla privatizzazione dei servizi, invece che su personale e assistenza.
Dal 2009, in Italia, sono stati chiusi 54 ospedali, sia grandi che piccoli, riducendo così i presidi sanitari e allungando le liste d’attesa. Inoltre va considerata la pericolosità a cui vengono esposti i pazienti durante il tragitto per il trasporto d’urgenza in ospedale, Acquapendente per esempio dista 50 chilometri da Viterbo.
Dal 2013 ad oggi, c’è stato un calo costante della spesa per il personale e quindi dei costi della gestione diretta a favore unicamente delle privatizzazioni.
“Il Lazio è ai primi posti per i costi dell’assistenza sanitaria erogata da strutture private accreditate -dichiara l’Usb Viterbo- con una percentuale del 27%, solo la Lombardia spende di più. Nonostante le belle parole, in campagna elettorale, del presidente Nicola Zingaretti sull’importanza di incentivare il pubblico, si è subito smentito, affidando 25 posti letto al campus biomedico, gestito dall’Opus dei. Un’operazione simile era stata compiuta, appena un mese prima, nella provincia di Viterbo: 7 posti letto in dialisi sono stati tolti dall’ospedale di Civita Castellana per essere affidati alla clinica privata Ro.ri. di Nepi. Questi due ultimi esempi, sono la dimostrazione di come negli anni, invece, di diminuire i costi per gli appalti e le esternalizzazioni sono stati diminuiti solo gli stipendi del personale”.
Le parole di Zingaretti su un calo del disavanzo non sono da registrare come un vanto per regione e Asl, sono infatti aumentati i contributi statali per il risanamento del debito. Il resto della spesa è a carico dei cittadini, che partecipano alla spesa in qualità di assistenti, attraverso ticket e tasse. Eppure il servizio peggiora, l’ospedale Belcolle non è in grado di accogliere tutto il bacino di utenza, sia in termini di posti letto e struttura, sia in termini di personale e servizi.
“L’unico capitolo di spesa che la Asl ha ridotto negli anni – continua l’Usb Viterbo – è proprio il personale, già pesantemente colpito dal blocco di 9 anni del contratto. Si è arrivati ad una situazione limite, che mette a rischio sicurezza dei lavoratori e dei pazienti. Medici, infermieri e oss sono talmente ridotti da non poter accedere alla malattia o al riposo, previsto per legge, di 11 ore tra un turno e l’altro. Se lo facessero verrebbe meno l’assistenza di base.
In questa situazione, il personale non può operare al massimo delle sue capacità e professionalità, ci sono stati casi in cui un solo medico gestiva due interi reparti. Viene meno pertanto la sicurezza dei lavoratori e la salute dei pazienti, questi ultimi subiscono le decisioni politiche su privatizzazione e tagli di fondi, con liste di attesa fra i 6 e i 9 mesi, la mancanza di posti letto per i ricoveri e l’assenza della giusta attenzione e cura che meritano e di cui avrebbero bisogno.
Usb Viterbo lotta insieme ai lavoratori, per una politica di assunzioni per tutti i profili del servizio medico sanitario e la stabilizzazione dei contratti. Perché la salute torni a essere un diritto e non più una speculazione.