Quale migliore occasione della visita dei vertici del Corpo Nazionale a Treviso per incontrare i lavoratori e dar loro voce?
Innanzitutto vi diamo il benvenuto e, con questa nota, vorremmo portarVi a conoscenza della realtà quotidiana del Comando di Treviso che rispecchia in generale quella di tutti i Comandi del Veneto. Realtà lontana dall’immaginazione delle alte sfere del Dipartimento e che non tiene in considerazione le difficoltà di portare soccorso e svolgere con efficienza i compiti istituzionali.
Il Comando di Treviso, come del resto tutti i Comandi del Veneto, stanno attraversando il periodo più buio della storia del Corpo Nazionale e di ciò siamo pronti a rendere note, di persona, le criticità in quanto l’Amministrazione, alle nostre segnalazioni, non risponde. Forse per convenienza o forse per nascondere la voce dei rappresentanti dei lavoratori. Le denunce che nel tempo questa Organizzazione Sindacale ha inviato al Dipartimento sono grida di allarme che un’Amministrazione “sorda” non riesce o meglio non vuole sentire.
Sebbene lo spirito di abnegazione e la buona volontà di tutte le componenti (operativi, amministrativi e tecnici) che con grande spirito di sacrificio, anche togliendo tempo ai propri cari, si adoperano per far funzionare la complessa e articolata macchina dei soccorsi, la carenza di personale che ha raggiunto livelli non più tollerabili e questo è dimostrabile ogni qualvolta si presenta una emergenza che da livello provinciale, non essendo gestibile per mancanza di risorse umane, diventa regionale causando il coinvolgimento di automezzi e uomini dai Comandi vicini se non da fuori regione e protraendo la risposta operativa da soccorso tecnico urgente a differito con lunghe liste di interventi in coda che non possono essere tollerate sia dal personale che dalla popolazione.
Per garantire un soccorso efficace e efficiente e per mantenere le specificità e le qualificazioni operative degli operatori del soccorso, occorre che il Dipartimento attui un potenziamento degli organici reale e con estrema urgenza. A nulla infatti servono i recenti potenziamenti su carta se poi non vengono attuati. Constatiamo però che l’unico aumento di personale realizzato è quello dei dirigenti.
Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco fondamentale e imprescindibile nel sistema di Protezione Civile, non è in grado di assolvere il proprio compito e spesso viene sopraffatto da una gestione della risposta operativa precaria e approssimativa. Da segnalare è la carenza di personale autista di mezzi di soccorso che si ripercuote anche nella sede Aeroportuale come ultimamente ha esternato anche il Dirigente del Comando ma che dovrebbe recitare un mea culpa per la mancanza di programmazione e previsione anche in riferimento alla qualificazione del personale che deve accedere alla stessa sede aeroportuale. Ciò ha determinato l’inaccettabile blocco della mobilità interna del personale che aspira ad essere assegnato in sedi diverse, proprio a causa della mancata o incompleta qualificazione del personale, anche di prima assegnazione al Comando di Treviso.
Esiste inoltre il tema delle sedi di servizio e degli adeguamenti infrastrutturali e di sicurezza relativi al T.U. 81/08 che non vengono affrontati per mancanza di risorse o per disinteresse che, in primis, è dovuto da chi dirige questo Comando che non attribuisce la priorità dovuta garantendo la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro. Abbiamo sedi di servizio, ad esempio Motta di Livenza , vecchie di oltre 60 anni che vengono mantenute in stato decoroso solo grazie alla buona volontà del personale; da tempo è attesa la costruzione del nuovo distaccamento di Motta di Livenza così come della nuova sede Aeroportuale; a tal proposito sarebbe stato illuminante se il Capo del Corpo e il Sottosegretario avessero programmato anche la visita alle sedi di cui sopra per rendersi conto della realtà a cui quotidianamente molti colleghi sono costretti a lavorare. Visto però che il rientro a Roma è previsto tramite aereo che decollerà dall’aeroporto di Treviso, magari una breve visita alla sede VF aeroportuale sarebbe auspicabile.
Sempre in tema di sedi di servizio possiamo rappresentare che diverse sono ormai vetuste e che non riescono ad essere adeguate al personale femminile per l’ottusità di una Amministrazione che non segue i dettami delle normative in tema di pari opportunità creando diseguaglianze tra il personale e penalizzazioni in tema di mobilità interna.
Abbiamo DPI scaduti, insufficienti a garantire il continuo ricambio in quanto contaminati in intervento, si riciclano completi antifiamma di colleghi in pensione per la mancanza di scorte; molto spesso i vigili in prima assegnazione dispongono di un solo completo antifiamma, che se contaminato in intervento, non può essere lavato per la mancanza di un ricambio. Abbiamo una pulizia insufficiente delle sedi di servizio, manca un’area di decontaminazione in ogni sede dove trattare i DPI e i mezzi contaminati, percorsi uomo pulito/sporco come è previsto e messo in atto in tutti i posti di lavoro dove si hanno a che fare con sostanze pericolose. Di fatto portiamo in sede e all’interno degli automezzi tutte quelle sostanze nocive, tossiche e potenzialmente cancerogene che potrebbero già essere trattate anche nel luogo di intervento con attrezzature e mezzi idonei ma che non hanno la possibilità di intervenire a causa della mancanza di personale.
Il servizio mensa è soggiogato a contratti di appalto e subappalto che se da un lato fanno risparmiare l’Amministrazione, non garantiscono la dovuta qualità dei pasti. Situazione peggiore con la gestione dei buoni pasto risultata fallimentare e che ha creato molteplici criticità.
Altro capitolo importante, al quale questa Organizzazione ha fatto presente la problematica, è la formazione del personale che risulta insufficiente anche nello svolgimento di mantenimenti e retraining obbligatori i quali, ricordiamo, sono indispensabili nella corretta composizione delle squadre di intervento.
Infine non possiamo non segnalare la situazione automezzi e attrezzature, in taluni casi obsoleti e sempre più frequentemente in riparazione a causa di guasti determinati dalla loro vetustà.
Non vogliamo protrarci ancora molto ed entrare in dettagli altrimenti non basterebbe il tempo riservato. Crediamo che quelli illustrati siano i punti fondamentali ai quali, mettendo mano, si potrebbe già da subito innalzare il livello qualitativo del Comando di Treviso.
Provocatoriamente, visto che ormai “va di moda” , proponiamo di chiudere il Corpo Nazionale visto che non sapete gestirlo, che il Veneto dichiari guerra all’Austria e dopo un minuto si arrenda. Sarebbe sicuramente un modo per evidenziare l’inefficienza dei vertici del Dipartimento, attuare un cambiamento della classe politica e dirigenziale che potrebbe portare un virgulto di speranza di miglioramento perché , ora come ora, si gioca a tappare il prossimo buco con quello che si ha a disposizione e facendolo pure male, privi di una visione programmatica.
Rimarcando che la nostra è solo una provocazione con lo scopo di scatenare l’orgoglio della classe politica e dirigenziale, speriamo che questa visita non sia, come al solito, una passerella ma che rappresenti un punto di partenza per il rilancio del Comando e si ribadisce che, se ce ne fosse ancora bisogno, questa Organizzazione Sindacale è sempre pronta al confronto costruttivo anche se sempre meno presa in considerazione dal Dipartimento che intende operare in autonomia con risultati insufficienti e che sono sotto agli occhi di tutti.
Non disdegneremo di segnalare, ogni qualvolta ne riterremo il caso, i problemi e le soluzioni da adottare nel rispetto dei ruoli e con spirito collaborativo sperando di ottenere risposta per il benessere lavorativo ma soprattutto a salvaguardia della popolazione.
Il Coordinamento Regionale USB VVF Veneto