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Volontari VVF

Volontari VVF

Nazionale,

Ministro dell'Interno

Prefetto Anna Maria CANCELLIERI

Sottosegretario di Stato all'Interno
dott. Giovanni FERRARA

Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile
Capo Dipartimento

Prefetto Paolo Francesco TRONCA
Tramite:
Ufficio I - Gabinetto del Capo Dipartimento
Capo del Gabinetto del Capo Dipartimento
Viceprefetto Iolanda ROLLI

Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
Vice Capo Dipartimento Vicario
ing. Alfio PINI

Ufficio Garanzia dei Diritti Sindacali
Viceprefetto Aggiunto Giuseppe CERRONE



Oggetto: Violazione art. 2103 c.c.

Come saprete, il prestatore di lavoro deve essere adibito per la mansione per la quale è stato assunto, (D.L. 29/93 e successive modificazioni) accade però che nel richiamare il personale Volontario in servizio Discontinuo, tale disposizione legislativa non trovi spesso accoglimento.

Infatti soprattutto nel Comando provinciale di Roma, ma non solo, i Discontinui richiamati sono assegnati a compiti non propri il loro profilo professionale, e cosa ancor peggiore a mansioni inferiori rispetto alla qualifica posseduta che è e deve rimanere quella di Vigile del Fuoco.

A Roma, per le particolari esigenze dei vari Comandi e per la presenza del Dipartimento e del Ministero, i Discontinui fanno tutto tranne i Vigili del Fuoco.

E’ infatti enorme la platea di lavoratori assegnati ad altri incarichi diversi da quelli attinenti la professione, vi è tutta una serie di muratori, giardinieri, cuochi, baristi, bagnini, spiaggini, pizzaioli, mattonatori, piastrellisti, meccanici, idraulici, carrozzieri, portinai, postini, autisti, musicisti, c’è di tutto tranne il Vigile del Fuoco.

O meglio, legati alle attività di soccorso tecnico urgente alla popolazione.

Gli effetti di questo demansionamento così come affermato da una sentenza della corte di cassazione (n. 4773 del 09/03/2004) si traducono in un danno che oltre ad attenere alla sfera della dignità del lavoratore è di origine patrimoniale.

Vi diffidiamo pertanto nel perseverare nell’utilizzo improprio di questa categoria di lavoratori.