Davanti ai negozi di Zara, la multinazionale della moda che vanta migliaia di punti vendita in tutto il mondo, oggi sono comparse iniziative di disturbo dell’USB per sensibilizzare la clientela sul fatto che non è tutto oro quel che luccica.
La grande velocità con cui Zara aggiorna continuamente i capi d’abbigliamento è il frutto di una pressione molto forte esercitata sui lavoratori, tanto dei negozi quanto del settore della logistica. I risultati eccellenti riportati dal gruppo sul piano economico non si traducono in miglioramenti né salariali né delle condizioni di lavoro, anzi. C’è un uso sempre più spropositato dei contratti precari per tenere sotto ricatto i lavoratori, si abusa per anni e anni di contratti interinali e di part time obbligatorio. E le condizioni di molti magazzini, dalla sicurezza all’igiene, sono inaccettabili.
Una miriade di ditte e finte cooperative fanno il lavoro sporco per Zara: sono loro che materialmente aggirano i contratti e le leggi, a loro Zara affida il compito di tenere bassi i salari e le condizioni di lavoro. E di impedire che i lavoratori si organizzino in sindacati indipendenti.
La protesta odierna ha toccato più di venti città in tutta la penisola, per denunciare cosa si nasconde dietro il successo dell’azienda leader del fast fashion e dell’abbigliamento in Italia e nel mondo.
Unione Sindacale di Base – Lavoro Privato