Nel pomeriggio è stato convocato il tavolo per affrontare la condizione dei riders, i fattorini utilizzati in modo assolutamente arbitrario dalle aziende multinazionali come Foodora, Deliveroo, ecc. Oltre alle aziende e ai collettivi dei lavoratori che fino ad oggi hanno animato la protesta, ci saranno anche cgilcisluil, pur non avendo un solo iscritto tra i lavoratori del settore. Un film già visto troppe volte di organizzazioni che si arrogano il diritto di rappresentare lavoratori con i quali non hanno alcun rapporto e dai quali non hanno avuto alcuna delega a negoziare per loro.
In ballo c'è l'inquadramento dei fattorini. Alcune aziende hanno già fatto sapere di una loro disponibilità (sic!) a stipulare contratti di co.co.co., magari utilizzando quell'articolo di un regolamento attuativo del jobs act – D.Lgs 15 giugno 2015, n.81, art.2 – dove si rimanda proprio alla contrattazione collettiva la possibilità di derogare al contratto di lavoro subordinato “in ragione delle particolari esigenze produttive ed organizzative del relativo settore”.
Cgilcisluil finora hanno sostenuto di voler utilizzare il CCNL della logistica, in via di rinnovo, per inquadrare i fattorini, e quindi di rifiutare ogni altra soluzione che non parta dal riconoscimento del carattere subordinato di questa attività. Ma il cammino è pieno di incognite, considerando per esempio che il governatore del Lazio Zingaretti, che aveva voluto dare l'impressione di ergersi a paladino dei riders con una legge regionale scritta per loro, si è poi affrettato a specificare che il provvedimento non mirava a riconoscere il carattere subordinato della loro condizione.
Anche la scelta di non procedere ad un contratto specifico, circoscritto a questo settore, è in linea di principio la scelta giusta, poiché dare a questi lavoratori un inquadramento separato aprirebbe le porte a contratti con livelli di tutela ancora più bassi e forme di flessibilità ancora più esasperate.
Lo SLANG USB sta seguendo con particolare attenzione l'evolversi di questa vertenza. Attorno alla vicenda dei fattorini sono infatti in gioco non solo le sorti di alcune migliaia di lavoratori, impropriamente e ipocritamente definiti digitali, ma anche i diritti di una intera galassia di nuovi lavori e “lavoretti” non normata e fortemente decontrattualizzata. Il nuovo governo ha al suo interno una componente, quella grillina, che ha voluto rappresentarsi nel tempo come capace di interpretare le nuove caratteristiche del mondo del lavoro. Per il ministro Di Maio è una grande sfida: piegarsi alle esigenze delle multinazionali o riconoscere al lavoro la sua dignità? L'annuncio di voler ripristinare i voucher in agricoltura, purtroppo, non fa ben sperare.
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