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CUP Lazio, salari tagliati di 250 euro. La Regione permette alle ASL nuovi cambi appalto con pesantissimi ribassi

Roma,

Mentre Zingaretti è impegnato nella sua campagna elettorale “Piazza Grande”, nella vertenza CUP si consuma la tragedia. I lavoratori del servizio CUP – RECUP e amministrativi della Regione Lazio sono stati costretti a firmare contratti a ribasso economico di circa 250€ al mese, passando da un contratto 4° livello del commercio a un contratto 3° livello multiservizi.  ASL e Regione hanno infatti assegnato l'appalto con un cospicuo risparmio economico sulla pelle di chi da anni svolge un servizio fondamentale per il sistema sanitario regionale.

Dopo mesi di trattativa ed impegni formali assunti dalla Regione a tutela delle condizioni di lavoro, con l’arrivo del nuovo anno le Asl Rm2 e Rm5 e la Regione hanno deciso di chiudere le porte in faccia a lavoratori e lavoratrici bloccando formalmente ogni margine di trattativa e mettendoli davanti ad una scelta difficile: o firmi questo contratto o sei fuori. È di queste ore la notizia che anche la ASL di Viterbo ha dato un ultimatum di 48 ore a lavoratori e lavoratrici con la stessa modalità: o firmi o sei fuori.

Non si è voluto neanche attendere la sentenza, prevista per venerdì 11 gennaio, che si dovrà esprimere in merito alla correttezza dell’appalto che, secondo la direttiva Europea, dovrebbe essere gestito come Cessione di ramo d'azienda art. 2112 CC e non come un appalto di beni e servizi. La conseguenza pratica per i lavoratori, in caso di sentenza favorevole, sarà la conservazione di tutte le condizioni contrattuali e salariali maturate nell’appalto precedente.

Tante chiacchiere dalle pubbliche amministrazioni ma a tutt’oggi pochi fatti.Queste pubbliche amministrazioni, che dovrebbero essere le prime a garantire un lavoro dignitoso nel pieno rispetto della nostra Costituzione, continuano invece a chiedere il massimo dai lavoratori esternalizzati spendendo pochi soldi e pretendendo prestazioni lavorative altissime.

La condizione degli appalti, nella sanità come in altri settori, si rivela ancora una volta uno strumento di ricatto per i lavoratori. Non importa quanti anni di servizio hai maturato, con gli appalti resti un precario cronico, perennemente sottoposto al ricatto del posto di lavoro e al rischio concreto di vederti pesantemente ribassato il salario al momento del subentro della nuova azienda, finta o vera che sia.
Ed è per questo che l’Unione Sindacale di Base sta continuando a battersi da anni per un  piano di internalizzazione di tutti i lavoratori e dei servizi per garantire a loro un futuro lavorativo dignitoso e anche, non lo dimentichiamo, per consentire un risparmio vero alle casse pubbliche non sulla pelle dei lavoratori ma sui profitti delle aziende e delle cooperative.

L’USB si prepara ad impugnare i contratti appena firmati sotto il ricatto del licenziamento e a promuovere nuove iniziative di lotta per recuperare tutta la perdita salariale contenuta nel nuovo appalto.

NON FINISCE QUI! LA NOSTRA “PIAZZA GRANDE” RIVENDICHERÀ UN LAVORO DIGNITOSO, STABILE E SENZA APPALTI.

USB Lazio