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10 Dicembre: Grande partecipazione alle assemblee in tutta Italia

Roma,

Grande successo delle assemblee unitarie svolte in tutta Italia. In allegato la rassegna stampa.

12 dicembre 2009 - Il Tirreno

In stato di agitazione i lavoratori della giustizia

LUCCA - In agitazione i dipendenti della giustizia che organizzano assemblee in preparazione della manifestazione nazionale di mercoledì per protestare contro i provvedimenti del ministro della giustizia Angelino Alfano. Il Governo dice di voler approvare la legge sul processo breve, ma, di fatto, lavora per l’estinzione dei processi. A denunciarlo sono i sindacati, Cgil, Flp, Uil e RdB Cub, impegnati unitariamente nella vertenza: attraverso i provvedimenti che l’Amministrazione giudiziaria intenderebbe adottare per il personale si peggiorano i servizi, si allungano i tempi dei processi, non si garantisce il funzionamento di nessun settore della Giustizia, si riduce sensibilmente il numero dei lavoratori impiegati nelle attività essenziali, si mortificano le professionalità e ogni giusta aspettativa del personale giudiziario. Con una pseudo riqualificazione al ribasso si cerca di sopperire alla mancanza di cancellieri (B3), addetti all’assistenza all’udienza, dando mansioni nuove a figure che fino ad oggi svolgevano attività di cancelleria, come gli operatori B2. «Tutto questo a costo zero - dicono i sindacati - in quanto il mero passaggio economico all’interno delle aree sarà finanziato coi soldi del salario accessorio».

I lavoratori degli uffici giudiziari hanno quindi deciso di arrivare allo stato di agitazione, fissando assemblee sindacali e organizzandosi in vista della manifestazione nazionale. «Il progetto è evidente - spiegano i sindacati - la giustizia italiana non deve funzionare. Altro che processo breve: si tagliano i cancellieri e gli ufficiali giudiziari; altro che processo telematico: diminuiscono gli informatici; altro che integrazione europea e globale: diminuiscono gli esperti linguistici; altro che attenzione alle economie: si dimezzano i contabili». Un’operazione devastante, dicono i lavoratori, «che peggiorerà il servizio della Giustizia, l’efficienza del settore e la situazione, già difficilissima, dei lavoratori stessi, che si troveranno spogliati delle funzioni svolte in questi ultimi dieci anni». «Nessun investimento e nessun progetto di modernizzazione - continuano i sindacati - non è questa la strada per accelerare i tempi dei processi. Il ministro Alfano deve chiarire quali sono le sue vere intenzioni, perchè in queste condizioni nessuna riforma potrà essere efficace per i cittadini. Per questo continueremo convinti nel percorso di lotta intrapreso unitariamente».

Il prossimo appuntamento è la manifestazione nazionale. «Se non ci saranno risposte concrete e impegni fattivi da parte del governo, lo sciopero dei lavoratori della giustizia sarà inevitabile», assicurano i sindacati.

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12 dicembre 2009 - Corriere Adriatico

Dipendenti degli uffici giudiziari in allarme

Ancona - Si è svolta ieri mattina, nel quadro di mobilitazione nazionale, l’assemblea sindacale dei lavoratori della Giustizia di Ancona presso la sala biblioteca del Tribunale, alla presenza della Fp Cgil e della Rdb Pi. L’assemblea ha visto una straordinaria partecipazione di lavoratrici e lavoratori ( oltre 70) i quali hanno denunciato la difficile condizione di lavoro degli Uffici giudiziari di Ancona, in sofferenza per carenze di organico. I lavoratori della giustizia di Ancona respingono con fermezza la proposta di ordinamento professionale dell’amministrazione giudiziaria, "in quanto sbagliata per i lavoratori che verrebbero dequalificati, e per il servizio che verrebbe danneggiato da un ordinamento che, invece di guardare ad un progetto futuro, riporta l’amministrazione indietro di dieci anni". Una proposta che "renderà il servizio meno efficiente per l’utenza, rallentando i tempi dei procedimenti e disegnando un ordinamento antiquato attraverso la separazione delle funzioni delle figure professionali". I lavoratori della giustizia parlano di "un’operazione devastante per il servizio della giustizia, per l’efficienza del settore, per i lavoratori che si troveranno spogliati delle funzioni svolte in questi ultimi dieci anni in condizioni difficilissime".

 

11 dicembre 2009 - Il Secolo XIX

Giustizia-volontariato, penne e carta da casa

La protesta di sindacati e associazioni dei consumatori

Genova - PENNE, carta e persino chiamate dai telefoni cellulari personali; tutto a carico del personale amministrativo del tribunale di Genova. È la giustizia-volontariato, che si regge, a sentire le rappresentanze di categoria di cancellieri e impiegati, «solo sulla buona volontà e la disponibilità degli operatori». È una delle denunce emerse ieri nel corso di una conferenza stampa convocata dalle maggiori sigle sindacali della giustizia, (Cgil, Uil, Flp e Rdb) in apertura dell'assemblea pubblica organizzata per discutere dei problemi e delle carenze del settore, alla presenza di magistrati, avvocati e associazioni dei consumatori.

«Il ministro Angelino Alfano - spiega Patrizia Bellotto, responsabile della funzione pubblica Cgil Genova - aveva promesso grandi investimenti per il nostro settore. Nella finanziaria presentata in questi giorni, invece, per l'amministrazione giudiziaria non è previsto nemmeno un centesimo: nulla per le risorse e nemmeno per la formazione e la riqualificazione degli operatori».

In tutta la Liguria la carenza di personale è pari al 30 per cento e, secondo quanto denunciato dai rappresentanti sindacali, gli stessi dipendenti portano le penne e la carta per le fotocopie da casa oppure chiamano gli avvocati dai loro telefoni, visto che la maggior parte delle utenze del tribunale non è abilitata per le chiamate all'esterno.

Ieri, in contemporanea nei tribunali di tutta Italia, si sono svolte assemblee di lavoratori giudiziari per analizzare tutti i problemi sul campo. Spiega Raimondo Castellano, Flp: «La finanziaria non solo non ha previsto il potenziamento del settore giustizia, ma ha imposto ulteriori tagli agli organici del 10 per cento unitamente al blocco delle nuove assunzioni. Questo atteggiamento di chiusura e di prevaricazione ci amareggia». Maurizio Maffi, Rdb giustizia: «La sensazione è che della giustizia non freghi niente a nessuno di chi ci governa. Interessa solo che si affronti l'emergenza riguadante solo pochi soggetti coinvolti in inchieste e processi. I problemi veri sono altri. Sono le carceri, nelle quali ci sono migliaia di detenuti in attesa di giudizio che non possono ricevere nemmeno una visita medica. E sono gli uffici giudiziari, senza strumenti e senza personale, che generano tempi incredibili per il processo civile e vergognosi per quello penale». Per questo al fianco dei sindacati degli impiegati della giustizia si sono schierati i consumatori. A Genova Antonio Molari, presidente Federconsumatori, e Giovanni Adezati, presidente regionale Confconsumatori.

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11 dicembre 2009 - L'Unione Sarda

Tribunale di Oristano

In agitazione i 30 operatori degli uffici

Oristano - La lotta non si ferma. I trenta operatori degli uffici giudiziari di Oristano ieri, come nel resto della Penisola, si sono fatti sentire contro quello che loro definiscono un «progetto di demolizione della giustizia». Negli uffici si è svolta un'assemblea per illustrare la situazione e i disagi con cui devono fare i conti. I lavoratori respingono la proposta di ordinamento professionale «è sbagliata per i lavoratori che verrebbero mortificati e dequalificati - si legge nella petizione, - ma anche per il servizio che tornerebbe indietro di dieci anni».

I rappresentanti Cgil, Uil e Rdb Attilio Licheri, Daniela Pireddu e Luciano Ghiani lamentano gravi carenze in particolare per le mancate sostituzioni in previsione dei pensionamenti. «Nel giro di poche settimane due assistenti dei magistrati andranno in pensione e se non saranno sostituiti, si possono immaginare i problemi». Di nuove assunzioni non si parla, né di riqualificazione o di avanzamento di una posizione per anzianità di servizio e titoli di studio.Infine la richiesta ai capi degli uffici giudiziari «di respingere la proposta dell'Amministrazione e di farsi portavoce delle difficili condizioni di lavoro degli uffici».(v.p.)

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11 dicembre 2009 - Il Resto del Carlino

I dipendenti del ministero della Giustizia protestano:

«Organici carenti: così non si lavora»

ASSEMBLEA IN TRIBUNALE

Rovigo - SI È TENUTA ieri anche a Rovigo, come in moltissime altre città d'Italia, l'assemblea dei dipendenti del Ministero della Giustizia, che hanno protestato «contro il progetto di smantellamento della giustizia» e hanno «illustrato le condizioni di lavoro degli uffici giudiziari». Condizioni molto difficili anche nel tribunale rodigino, dove una trentina di dipendenti, ieri, si sono riuniti insieme alle sigle sindacali che hanno promosso l'assemblea: FpCgil, Flp, Rdb e Uilpa (che ha aderito all'iniziativa a livello nazionale sul fronte giustizia, ma non per il contratto). Come spiega Eriberto Tartari (FpCgil), è stata firmata una petizione, condivisa anche da alcuni impiegati della casa circondariale, nella quale vengono messe in luce le istanze dei lavoratori. L'occasione di ieri è servita per ribadire le gravi carenze di organico: «A Rovigo lavorano una sessantina di dipendenti, ma non bastano dice Tartari anche se stando alla pianta organica non risultano in carenza. Eppure i carichi di lavoro sono molto gravosi. In particolare mancano tantissimi cancellieri e amministrativi». D'altra parte per avere un'idea della situazione in cui versa la macchina del tribunale rodigino basta fare un giro per i corridoi della Procura, dove, accatastati sui carrelli e sui tavoli, giacciono pile infinite di faldoni. «Si dibatte ogni giorno di giustizia e accelerazione dei processi afferma Tartari ma i comportamenti del Governo vanno in direzione opposta: nessuna risposta nella legge finanziaria per il riconoscimento professionale dei lavoratori giudiziari nè per nuove assunzioni necessarie a garantire la prosecuzione del servizio. Inoltre da parte dell'amministrazione c'è una proposta di ordinamento professionale che demansiona e dequalifica i lavoratori garantendo un sicuro peggioramento dei servizi». In più i sindacati non vedono «alcun investimento e nessun progetto di modernizzazione: non è questo la strada per accelerare i tempi dei processi».(m.c.)

«Tagli, così il tribunale rischia il collasso»

GIUSTIZIA MOLTO PARTECIPATA L'ASSEMBLEA DI IERI. SPUNTA ANCHE UNA PETIZIONE

Ancona - I LAVORATORI del tribunale di Ancona dicono no ai tagli alla giustizia che dal 2010 influenzeranno il lavoro delle strutture giudiziarie anconetane. Una petizione firmata da decine di lavoratori che denunciano le precarie condizioni di lavoro. Un'assemblea pubblica aperta dei lavoratori accesa quella che si è svolta ieri mattina nella biblioteca al quarto piano del palazzo di giustizia di Ancona dove l'adesione ai lavori è stata pressoché totale da parte dei lavoratori, cancellieri, operatori. Secondo la nuova pianta organica in vigore l'anno prossimo, il tribunale di Ancona perderà il 10% della propria forza lavoro: «Il tutto a fronte dell'ingresso nel campo giudiziario di nuove figure di reati ha spiegato ai lavoratori Alberto Beltrani, dirigente della Fp-Cgil Marche come quello di immigrazione clandestina che intasa l'attività delle procure. Invece di potenziare il servizio si è deciso di depotenziare gli organici e ciò in prospettiva provocherà soltanto nuovi problemi». UN'ASSEMBLEA partecipata quella organizzata ieri ad Ancona dalla Fp Cgil, da segnalare tuttavia la presenza di alcuni rappresentanti del sindacato autonomo Rdb, sempre presente sul fronte delle lotte nella pubblica amministrazione. Nel cuore dei lavori la partecipazione dei lavoratori è stata pressoché totale, circa un'ottantina di presenze. Ricordiamo che la riorganizzazione del lavoro nel tribunale di Ancona nel 2010 produrrà in pratica un taglio di sei posti di lavoro. Da 80 si passerà a 74 unità, più che tagli si tratta di mancata copertura del turn-over e dei pensionamenti. I lavoratori degli uffici giudiziari hanno sottoscritto una petizione presentata dai sindacati di categoria e costruita su cinque punti in cui appunto si contesta le decisioni del governo. Per ora si tratta di una petizione condivisa, ma proprio nell'ultimo punto emerge la forte probabilità che alle parole seguano i fatti attraverso nuove iniziative di contrasto: «Denunciamo si legge nella petizione le difficili condizioni di lavoro degli uffici giudiziari di Ancona che soffrono di gravi carenze di organico e mancanza di risorse. Respingiamo inoltre l'impianto della legge Brunetta non finalizzata ad un miglioramento del servizio, piuttosto ad una punizione e mortificazione dei lavoratori pubblici».

 

 

11 dicembre 2009 - La Nuova Venezia

Ieri assemblee. Intanto la Corte d’appello accelera i processi civili

Poche risorse, protesta in Tribunale

Venezia - Mentre in Parlamento si discute di processo breve e di riforme della giustizia, negli uffici giudiziari i lavoratori protestano per le condizioni in cui sono costretti a lavorare: sotto organico, senza alcun riconoscimento della loro professionalità (dal 1980 il ministero della Giustizia non organizza corsi professionali e gli scatti di carriera sono di fatto bloccati) e con messi e risorse inadeguati (mancano le fotocopiatrici, se un computer si blocca non c’è chi lo aggiusta, addirittura la carta per le copie e le penne non si trovano). Secondo il lavoratori non è certo così che si accorciano i tempi della giustizia.

Ieri, in centro storico, nelle sedi di San Donà e del Tribunale dei Minori di Mestre si sono tenute assemblea affollate, organizzate da Cgil, Uil, Flp e Rdb. Tutti hanno contestato la proposta del ministero di ristrutturazione delle carriere perchè mantiene la situazione così come è ora, cambiando solo nomi e definizione dei ruoli. Tra l’altro molti saranno coloro che parteciperanno allo sciopero nazionale del Pubblico impiego indetto per oggi dalla Cgil.

Nei giorni scorsi, intanto, è stata avviata una collaborazione tra la Corte d’appello di Venezia e la sezione veneta dell’Associazione degli avvocati giuslavoristi (Agi) per accelerare la pubblicazione delle motivazioni delle sentenze di lavoro. L’accordo è tra le iniziative che la presidente della Corte di appello lagunare Manuela Romei Pasetti ha avviato per accelerare i processi civili. L’intesa prevede la collaborazione del personale che svolge attività ausiliarie presso la cancelleria della sezione lavoro della Corte con la sezione veneta dell’Agi, che ha offerto un impegno concreto per il miglior funzionamento della giustizia, soprattutto per quanto riguarda i tempi.

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11 dicembre 2009 - Il Giorno

Nuovi tagli in vista. Tutti contro Brunetta

TRIBUNALE E PROCURA

Bergamo - APPARECCHIATURE obsolete, carenza di personale e nuovi tagli in arrivo. E tutto questo in tempi in cui si parla di processo breve. Il lavoro dei dipendenti del Ministero della Giustizia assomiglia ad un vero e proprio percorso a ostacoli. Per questo ieri mattina i lavoratori del tribunale di Bergamo (in totale sono 144 fra il palazzo di giustizia di via Borfuro e la Procura di Piazza Dante), così come è accaduto in tutta Italia, hanno partecipato ad un'assemblea, organizzata da Fp-Cgil, Uilpa-Uidag e Flp e Rdb, per discutere della situazione. Al centro dell'incontro, che è durato 4 ore, la proposta di ordinamento professionale dell'amministrazione giudiziaria, una proposta considerata dai sindacati «sbagliata per i lavoratori che verrebbero mortificati e dequalificati, nonchè per il servizio che verrebbe danneggiato da un ordinamento che, invece di guardare ad un progetto futuro, riporta l'amministrazione indietro di 10 anni». L'assemblea ha anche affrontato il problema delle carenze di organico, aggravate pesantemente dai tagli previsti dal Decreto Brunetta, quantificati in un 10% in meno degli organici in servizio. Per il tribunale di Bergamo significa che dai 97 oggi in servizio si scenderà a 87 (quando la pianta organica, cioè i posti di lavoro effettivamente necessari, sarebbero invece 125). In Procura non va meglio: «Ci risulta - sottolinea Giovanni Martina, della Fp-Cgil - che in servizio ci siano 47 lavoratori e che negli ultimi 5 anni ne siano andati persi, cioè mai sostituiti, 13. Ora col Decreto Brunetta altre 14 unità saranno tagliate».

 

 

11 dicembre 2009 - La Nuova Sardegna

tagli al personale, le carenze d’organico e la riqualificazione tra i punti dello scontro col governo

Giustizia a singhiozzo, sale la protesta

Ieri mattina assemblea dei dipendenti anche nel tribunale cittadino Al palazzo di giustizia hanno aderito tutti alla campagna nazionale

ORISTANO - Niente di nuovo sotto il sole. La Finanziaria non regala sorprese gradite, semmai offre conferme poco piacevoli. Così mentre si continua a parlare di processi più o meno brevi, si prosegue nel dribblare il vero problema del malfunzionamento della giustizia italiana. E allora, non resta altro da fare se non dare vita ad una protesta generalizzata.

Anche i dipendenti del tribunale oristanese si sono uniti alla protesta nazionale. Eccezion fatta per la Cisl, le altre sigle sindacali (Cgil Funzione Pubblica, Uil Pubblica amministrazione e Rappresentanze di Base Pubblico impiego) hanno aderito tutte alla protesta, dando vita ad un’assemblea sindacale, durante la quale sono stati chiariti i punti principali della vertenza ormai annosa col governo. E c’è assai poco da stupirsi se i temi dibattuti sono gli stessi da tempo immemore. Certo, coma hanno ribadito i rappresentanti sindacali Attilio Licheri, Daniela Pireddu e Luciano Ghiani, si aggiungono nodi importanti come quello della mancata riqualificazione del personale, ma in fondo il nocciolo della questione è sempre legato alla mancata sostituzione del personale che va in pensione.

Ci si ritrova quindi con gli organici all’osso e con il problema che ad Oristano sarà ingigantito a gennaio, quando lascerà il posto di lavoro un altro funzionario. Nel gioco del calcio entrerebbe un sostituto, in questo caso bisognerà ancora una volta fare come se ci fosse stata un’espulsione. Nessun sostituto e chi resta in campo deve occuparsi di coprire anche il lavoro del suo collega in pensione.

Si sprecano anche i commenti sulla nuova normativa del Trattamento di fine rapporto, del quale il governo si è appropriato tramite la Finanziaria. Parole dure e poi una petizione, presentata da Attilio Licheri per la Cgil e condivisa da molti dipendenti, nella quale si riassumono i nodi cruciali - molte le critiche che colpiscono il governo - e si chiede ai capi degli uffici giudiziari di respingere la proposta dell’amministrazione e di farsi portavoce delle difficili condizionidi lavoro degli uffici.(e.c.)

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11 dicembre 2009 - La Repubblica

La protesta

Tagli alla giustizia assemblea a Palazzo

Genova - CON una carenza di personale del trenta per cento e nessun investimento in prospettiva, nelle strutture e tantomeno nella formazione, gli operatori della giustizia rischiano il collasso. Ieri negli uffici giudiziari genovesi si è riunito il personale aderente Cgil Funzione pubblica, Uil pubblica amministrazione, Flp e Rdb, protestando contro i tagli alla giustizia previsti dalla finanziaria attualmente in discussione. All´assemblea hanno preso parte anche rappresentanti dell´Associazione nazionale magistrati, dell´Ordine degli Avvocati, di Federconsumatori e Confconsumatori.

 

 

11 dicembre 2009 - Il Bologna

Giustizia. I magistrati hanno simulato una giornata tipo

con l'applicazione del discusso disegno di legge

Test di processo breve, l'Anm: nel nulla il 36%

Bologna - Una giornata a campione per certificare quanti potrebbero essere i processi che finirebbero sotto la mannaia del nuovo progetto di legge sul processo breve. E’ un test che ha fatto l’Anm dell’Emilia Romagna prendendo a riferimento una giornata di udienze, il primo dicembre, nei tribunali monocratici di quasi tutto il distretto. Un lavoro a campione che ha portato a risultati diversi: a Bologna morirebbe il 36% dei processi che quel giorno erano a ruolo, a Rimini il 71%, Forlì il 14%, Ravenna il 12,5% e Modena il 10% mentre Ferrara sarebbe sotto il 10%. Alla Corte d’Appello invece i processi che hanno già superato i due anni dalla sentenza di primo grado rappresentano il 37,1% di quelli pendenti. I magistrati dell'Anm emiliano-romagnola tornano a far sentire la propria voce schierandosi a fianco dei sindacati dei lavoratori degli uffici giudiziari (Cgil, Uil, Flp e Rdb) che protestano contro i tagli e l'assenza di riqualificazione. In Emilia-Romagna, attacca la coordinatrice regionale Cgil giustizia Paola Morga, "con la legge 133 del 2008 il personale di cancelleria e' stato tagliato del 10%, da 1.840 a 1.700 unità, non e' così che si fanno le riforme". Quello che i sindacati degli operatori giudiziari vogliono far capire e' che "si sta mettendo in atto un progetto di demolizione dei servizi della giustizia" e che "il personale giudiziario non può più continuare a lavorare in queste condizioni". "Sono 10 anni che il personale attende una riqualificazione professionale che non e' mai avvenuta". La Cgil nel denunciare un "progetto che ripropone fratture professionali", si allea con l'Anm e insieme ai magistrati manda a dire ad Alfano che "senza investimenti e processi di modernizzazione non si accelerano i processi, servono interventi concreti". In Corte d'Appello ieri si è tenuta un'assemblea pubblica con i lavoratori.