La USB P.I.riportandosi integralmente alla proposta espressa verbalmente il giorno 27 settembre 2012 e che qui riassume:
• indire un interpello nazionale che assorbirebbe automaticamente anche
quello distrettuale;
• mettere a disposizione tutti i posti vacanti sul territorio prioritariamente per il personale giudiziario;
• coinvolgere tutti coloro che aspirano ad un trasferimento da anni nonchè coloro che sono interessati dalla soppressione, i quali potrebbero scegliere di spostarsi in uffici e sedi diverse dal distretto di appartenenza, evitando così doppi interpelli nonché sprechi di soldi ed energie;
• all’esito delle nuove vacanze e solo successivamente indire un interpello per la mobilità esterna;
• possibilità, quantomeno per coloro che subiscono gravissimi disagi, di una mobilità verso altre amministrazioni;
• trovare soluzioni alternative per i disabili gravi, quali ciechi o amputati per evitare lo spostamento fisico;
• evitare che gli uffici accorpanti ricevano il carico di lavoro senza il personale sufficiente a supportarlo;
• garantire ai futuri sovrannumero la permanenza nella sede assegnata, scongiurando trasferimenti d’ufficio e/o applicazioni continue;
dichiara
di non sottoscrive l’ipotesi di accordo sulla mobilità perché ingiusta, deludente e mortificante le aspettative della maggioranza del personale giudiziario.
Nel corso del negoziato l’Amministrazione ha dimostrato in maniera inequivocabile che il suo principale obiettivo, grazie alla compiacente disponibilità di molti sindacati, era la stabilizzazione di tutti i dipendenti (circa 1700) a qualsiasi titolo distaccati e in deroga alle vigenti norme contrattuali che disciplinano la mobilità.
A parere di questa O.S. la stabilizzazione andava già da tempo garantita per il personale distaccato in forza di norme di legge, come ad esempio per coloro che fruiscono dei benefici di cui alla Legge 104/92, nonché a tutti i dipendenti distaccati per scambio di ufficio (art. 12 accordo sulla mobilità del 27-3-2007).
La deludente contropartita di questa “sanatoria” è costituita :
• dalla pubblicazione di un interpello distrettuale, rivolto al personale in servizio negli uffici giudiziari soppressi per la copertura dei posti vacanti di alcuni uffici che saranno individuati unilateralmente dall’Amministrazione nell’esercizio del suo potere organizzativo (cfr art 2);
• dalla pubblicazione di un interpello nazionale limitato agli uffici che presentano una grave scopertura di organico rispetto alla scopertura media nazionale e, come se non bastasse, un contestuale bando di mobilità esterna per gli stessi posti di cui all’interpello nazionale (cfr artt. 8, comma 1, e 9). In buona sostanza, oltre a subire la vergognosa soppressione di ben 949 uffici giudiziari ed il forzato trasferimento di 4988 dipendenti ad altra sede di servizio, il personale giudiziario dovrà accontentarsi, dopo un’attesa durata circa 5 anni, della pubblicazione di un interpello per pochi posti vacanti, poco “appetibili” e che potrebbero anche essere ad esclusivo appannaggio della mobilità esterna. Quindi tra la mancata pubblicazione dei circa 1700 posti riservati ai distaccati e la percentuale riservata alla mobilità esterna ben poco resterebbe ai già bistrattati lavoratori interessati ai trasferimenti.
La USB P.I. Settore Giustizia ribadisce, pertanto, la propria contrarietà all’accordo che, conseguentemente, dichiara di non sottoscrivere anche nella convinzione che l’atto negoziale così come formulato possa risultare di dubbia legittimità anche perché pesantemente discriminatorio per gran parte dei lavoratori interessati alla mobilità.