Il governo Renzi continua “con velocità inaudita” nel solco tracciato dai suoi predecessori con l’opera di distruzione della Pubblica Amministrazione, favorendo nel contempo imprese, banche, evasori fiscali e corrotti e riuscendo a sferrare un attacco senza precedenti al mondo del lavoro sia pubblico che privato.
Mentre la crisi non accenna a diminuire, anzi si aggrava di giorno in giorno, la disoccupazione raggiunge livelli mai visti con milioni di posti di lavoro persi negli ultimi anni, i salari sono in caduta libera, il debito pubblico continua a salire, questo governo, in ossequio alle direttive dell'Unione Europea, della Banca Centrale Europea e del Fondo Monetario Internazionale, continua a praticare le politiche che ci hanno condotto nel vortice della crisi e riporta il mondo del lavoro a condizione ottocentesche e con la scusa di equiparare i diritti dei lavoratori, distrugge i diritti dei lavoratori e rende i salari sempre più miseri.
Contro queste politiche USB ha indetto lo sciopero generale e per parlare di sciopero, salario, contratto e diritti nelle Agenzie Fiscali si sono svolte nelle scorse settimane decine e decine di assemblee, da Torino a Palermo, passando per Venezia, Genova, Cagliari, Udine. Molte altre se ne svolgeranno nei prossimi giorni in Emilia Romagna e nel Lazio fino ad arrivare alle due assemblee di Roma Uffici Centrali e all'assemblea regionale di Milano del 23 ottobre, vigilia dello sciopero generale.
Le assemblee sono state molto partecipate e vivaci, molto si è discusso anche sulla necessità di mobilitazione in un comparto strategico che, oggi più che mai, dovrebbe essere messo nelle condizioni di poter svolgere le proprie funzioni per portar fuori il Paese dalla crisi.
I lavoratori delle Agenzie Fiscali hanno tutti i motivi per scioperare il 24 ottobre:
- Stipendi e contratti bloccati da cinque anni e per chissà quanti anni ancora;
- Nessun investimento sulla macchina fiscale e per i lavoratori che dovrebbero stanare gli evasori fiscali e i loro circa 160 miliardi di ricchezza sottratta all’erario: progressioni economiche e passaggi tra le aree bloccati;
- Continue chiusure degli uffici territoriali a causa della spending review e delle norme che impongono il taglio del 50% degli affitti e del 30% degli spazi individuali;
- Nessuna certezza sull’erogazione del salario accessorio che ormai arriva sempre più tardi;
- Un’organizzazione del lavoro che scarica tutti i rischi sui lavoratori;
- Una spending review che si abbatte sui lavoratori e sui cittadini mentre continuano le spese per consulenze d’oro e dirigenti;
- Smantellamento dei servizi pubblici e privatizzazioni continue;
- E poi aumento dell’età pensionabile, diminuzione progressiva delle pensioni, blocco del turnover…
Non è più il momento di lagnarsi e basta non è più il momento di tirare a campare: trasformiamo la rassegnazione in conflitto, rispediamo al mittente le promesse del pifferaio magico Renzi!
Il 24 ottobre tutti in piazza!