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PRIVATO PUGLIA

BARI: OERLIKON GRAZIANO_MOLTA APPARENZA, POCA SOSTANZA

Bari,

L’APPARENZA

 

Lo scrittore greco Eschilo affermava:”Molti degli uomini preferiscono l’apparenza più che l’essenza, scostandosi dal giusto”. Questa affermazione, calza a pennello per lo stabilimento Oerlikon di Bari. “La Oerlikon Graziano punta sulla sicurezza e il benessere dei suoi dipendenti” come scritto su un articolo della Stampa del 6 Dicembre 2017. Ancora: “La vita lavorativa e familiare dei nostri dipendenti è al centro della nostra attenzione, noi puntiamo al loro benessere”. Frasi d’effetto, ma come spesso accade, la realtà rimane diversa dai buoni propositi che si annunciano. Nello stabilimento barese, l’attenzione (quasi maniacale) sembra riservata soprattutto all’estetica: piantine/fiori, tabelloni, raccolta differenziata, faccine, tv/monitor, vernici multicolor, ecc. Cose positive, indubbiamente, ma concretamente secondarie.

In primis: se in una giornata di piena attività produttiva si entra in azienda, ci si accorge della presenza di una sorta di “foschia”, tra il reparto Dentatrici e il reparto Trattamenti Termici. Nel reparto Trattamenti Termici, da tempo, i lavoratori inalano dell’ammoniaca, che si disperde probabilmente a causa del malfunzionamento / guasto di un forno. Da tempo si effettuano spostamenti pericolosi di macchinari, s’impiegano vernici finanche sui piedi dei lavoratori e ci sono postazioni dove mancano paranchi per sollevare i pezzi pesanti. Su altre mancano adeguati sistemi di lavaggio/asciugatura e/o aspirazione che costringono gli operai ad usare le pistole ad aria, spargendosi e respirandosi un mix di liquidi refrigeranti/olii/polveri ferrose.

Un’altra nota dolente: Il fattore umano.

Nel c.c.n.l. dei metalmeccanici c’è scritto: “I rapporti tra i lavoratori, a tutti i livelli di responsabilità nell’organizzazione aziendale, saranno improntati a reciproca correttezza ed educazione”. Un passo che i “nuovi” dirigenti/ingegneri/e non devono aver letto, visto che quando arrivano nei reparti/postazioni di lavoro non degnano la “plebaglia operaia” neanche di un saluto! Inoltre, quando si riorganizza una linea, dopo uno spostamento, sarebbe opportuno coinvolgere gli operai che ci lavorano (e da molti più anni pure!), chiedere consigli e raccogliere suggerimenti e abbandonare quell’aria di “superiorità” alla “si fa come dico io e basta!”.

Ancora: l’organizzazione.

In azienda esiste una disorganizzazione “invisibile” atavica, non perché non si vede, ma perché gli operai riescono grazie al loro impegno/sacrificio a “mascherare” ed a evitare ore ed ore di perdite. Disorganizzazione che parte dai “piani alti” e come una valanga s’ingrandisce man mano che scende a valle. Alcune volte sembra che questa disorganizzazione sia vero e proprio menefreghismo/incompetenza. Quindi gli operai meriterebbero un premio, un aumento, un livello, un semplice grazie con una pacca sulla spalla, un giusto riconoscimento! E invece: continui richiami alle “regole” (su pause ristoro/sigarette, uso dei cellulari, uso di sigarette elettroniche) con inviti/segnalazione alla Direzione per attivazione delle opportune azioni formali (leggi, lettere di contestazione) per gli “inadempienti”. Le regole! Si, lo sappiamo, ci sono le regole, ma provate ad alienarvi per 8 ore al giorno davanti ad una macchina, ripetendo continuamente/automaticamente la stessa azione, muovendo chili e chili di ferro e “mortificando” il corpo e la mente. A guardare anche nel vuoto, provateci!

 

ORGANIZZATI CON LA USB ….CAMBIARE SI DEVE!!!! A TUTELA DEI TUOI DIRITTI !