Nella magnifica Reggia di Venaria, fiore all’occhiello dell’Italia e tra i siti museali più visitati, il Consorzio di Valorizzazione culturale che la gestisce ha decretato, dall’oggi al domani, in maniera unilaterale, di lasciare a casa 23 persone, molte delle quali lavorano in Reggia dal 2008. Questi lavoratori hanno, fino ad oggi, lavorato nelle mostre e nel bookshop, e vengono ora lasciati a casa senza stipendio, non perché le mostre e il bookshop vengono chiusi e quindi manca il lavoro, ma perché il Consorzio ha deciso un taglio dei costi motivato dai problemi di bilancio e dalla crisi economica che investe il Paese. A farne le spese, come al solito, sono i lavoratori, trattati come un costo inutile e non come una risorsa.
Nel frattempo è sotto gli occhi di tutti la costruzione di una terrazza che collega parti della struttura e di una vasta area di parcheggi inutili e in una zona a rischio alluvione, opere che richiedono un impegno economico altissimo (circa 6/7 milioni di euro). Questo dimostra che i soldi vengono spostati dal servizio agli appalti.
E’ prevedibile che al prossimo buco di bilancio la risposta del Consorzio sarà nuovamente un taglio del lavoro, che ricadrà sempre sui lavoratori, che già stanno subendo tagli delle ore e diminuzione delle postazioni, il che mette a repentaglio anche la sicurezza, sia dei lavoratori che dei visitatori.
Dunque rimane la disperazione per chi rimane senza lavoro e una prospettiva desolante per chi continuerà a lavorare in condizioni di lavoro sempre peggiori. Infatti, con questa drastica riduzione del personale, i lavoratori rimanenti si vedranno inevitabilmente aumentare il carico di lavoro e peggiorare le condizioni di sicurezza.
Dunque la politica di rilancio dell’offerta culturale della Reggia di Venaria consiste in sempre meno mostre, sempre meno servizi, e sempre più tagli del personale, a fronte però di un aumento del costo del biglietto d’ingresso.
I lavoratori sono stanchi di pagare il conto dei problemi economici di gestione, della situazione di crisi del lavoro e della gestione imprenditoriale, da manager col “maglioncino”, di un luogo di cultura.
Usb, a fianco dei lavoratori e in loro difesa, ha immediatamente aperto lo stato d’agitazione e chiede
l’apertura di un tavolo sindacale per far fronte alla drammatica situazione d’emergenza che si è
creata. Ha inoltre indetto un’assemblea per domenica 30 settembre, dalle 13:30 alle 15:30, in piazza
della Repubblica, davanti alla Reggia.
Usb Lavoro Privato