Gentile cittadino/visitatore, è trascorso ormai un mese da quando La Venaria Reale ha deciso di scaricare arrogantemente su 20 lavoratori, ritenuti a torto più precari, tutto il peso di una presunta crisi, lasciandoli a casa senza lavoro e senza ammortizzatori sociali, dopo anni di servizio continuativo. Perché una tale indecorosa misura? Come mai il 5° sito culturale italiano per numero di visitatori, un bene patrimonio dell’umanità dell’Unesco, si concede una tale caduta d’immagine, andando incontro a una vertenza che rischia di essere logorante? La situazione alla Reggia di Venaria è paradossale: mentre 20 lavoratori vengono parcheggiati a casa dopo 4 anni di servizio, il complesso museale è in grave carenza di personale, il servizio offerto ai visitatori è veramente pessimo, e mette in pericolo anche la salvaguardia delle persone. Ma evidentemente, ai signori che gestiscono questo grande luogo, la tutela delle opere, la sicurezza delle persone, la qualità del servizio offerto ai visitatori passa di gran lunga in secondo piano, rispetto al mero accanimento al profitto, che si genera aumentando i prezzi dei biglietti e riducendo all’osso il personale incaricato delle biglietterie, dell’accoglienza e della sicurezza. Inoltre, non paghi, gli stessi signori, hanno nel tempo devoluto le mansioni che prima venivano svolte da personale qualificato e stipendiato a semplici volontari, persone che non hanno ricevuto per tale lavoro alcuna specifica preparazione. In compenso, la Reggia di Venaria, ha come tutte le monete, due facce. Una, quella all’ombra, viene torchiata, e quando fa comodo, anche parcheggiata a casa, l’altra, alla luce del sole (ma non troppo) non s’indispone di guadagnare anche 145.000 euro annui (dichiarati), non si fa cruccio d’inquadrare, in maniera poco chiara per un ente pubblico, 106 persone negli uffici, e nemmeno di far costruire un altro enorme e forse inutile parcheggio. E’ forse allora davvero la crisi che ha spinto il direttore Vanelli, e il presidente de La Corte Reale (azienda appaltatrice) A.Munafò, a lasciare a casa 20 lavoratori quando il complesso va allo sbando? C’è anche da chiedersi come mai tale misura è stata presa principalmente nei confronti dei lavoratori provenienti dalla Cooperativa Rear, il cui presidente M.Laus è anche vice-presidente della Commissione Cultura in Piemonte. Gli affari ci sembrano troppo ingarbugliati per pensare che sia solo la crisi (a cui comunque non crediamo) a lasciare a casa i 20 lavoratori. L’Unione Sindacale di Base crede nella giustizia, verso il cui fine sempre si adopera, e chiede gentilmente alla cittadinanza e ai visitatori di apporre una firma per solidarietà e per il reintegro al lavoro dei 20 dipendenti lasciati a casa a zero ore.