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Editoriale

Il successo dello sciopero generale del sindacalismo di base testimonia che esiste l’alternativa al consociativismo di Cgil Cisl Uil

Nazionale,

“Via il Governo Draghi, nessun patto, nessuna pace sociale”. Con queste parole d'ordine lunedì 11 hanno sfilato centomila lavoratori in oltre trenta piazze in tutta Italia mentre la partecipazione allo sciopero ha superato il milione di lavoratrici e lavoratori. Tutto questo nonostante il terrorismo mediatico sparso a piene mani sulla possibilità che i cortei, dopo le gravi azioni squadristiche del sabato, venissero infiltrati da provocatori e violenti.

È stata una risposta forte e convinta al governo del plenipotenziario europeo Mario Draghi e alle scelte di politica economica e sociale dell’Esecutivo del “tutti insieme appassionatamente”. Al centro dello sciopero c’era una piattaforma ricca e articolata che USB ha rappresentato nelle piazze di tutta Italia e che abbiamo portato significativamente davanti al ministero dello Sviluppo Economico, sotto le finestre di Brunetta e assediando il ministero dell'Istruzione assieme a centinaia di studenti di Opposizione Studentesca di Alternativa.

Emerge con chiarezza che l'alternativa al consociativismo di Cgil Cisl Uil non solo esiste ma si rafforza e si radica in migliaia di luoghi di lavoro, dall'industria ai trasporti, al pubblico impiego, alla scuola, alla logistica e ovunque ci sia da dare battaglia vera in difesa dei diritti dei lavoratori.

Un forte richiamo alla pratica antifascista ha percorso tutti i cortei, ben sapendo che spetta a noi la difesa di questo patrimonio ideale che è stato messo nel dimenticatoio da chi sostiene il governo Draghi, a cui partecipano tutti, anche chi con i fascisti va a braccetto.

Insomma, lo sciopero generale ha segnato un passo politico rilevante di maturità dei lavoratori organizzati nel sindacalismo di base e di classe, ne ha evidenziato ovviamente pregi e limiti ma anche segnalato la crescita e l'affermarsi di un blocco sociale antagonista, che non pratica movimenti reazionari ma si accolla la responsabilità della ricostruzione di un movimento di classe capace di diventare un punto di riferimento non minoritario nel Paese.

Unione Sindacale di Base

12-10-21