Il 26 maggio abbiamo occupato queste terre incolte e abbandonate da anni.
Con le nostre mani già incallite dal duro lavoro, con le braccia già indolenzite dalla fatica di una giornata nei campi, abbiamo iniziato a ridargli vita, per curare le ferite di una terra rinsecchita dall'incuria e l'ignavia dei nostri governanti.
Zappe, sudore e braccia: queste le nostre uniche armi, oltre alla speranza e all'utopia di un lavoro affrancato dallo sfruttamento e dal caporalato.
Ci siamo spaccati la schiena e la nostra fatica si è trasformata in una montagna di pomodori, una montagna di pomodori che per come è organizzata la filiera agricola italiana è andata a finire in gran parte nelle mani della GDO. 12 centesimi al chilo è ciò che paga l’industria del made in Italy.
Una vergogna e uno schiaffo per i tanti contadini e braccianti, ultimi anelli di una catena dello sfruttamento e della competizione selvaggia che governa di fatto le filiere agroalimentari.
Da qui l’idea di non sottostare completamente alle regole del mercato, ed una parte la abbiamo riservata a chi insieme a noi vuol alzare forte la denuncia dello sfruttamento di tutto il sistema agricolo.
UNA PARTE L’ABBIAMO CONSERVATA E LA STIAMO DISTRIBUENDO IN TUTTA ITALIA.
Vogliamo riempire le giornate della consegna con iniziative di festa e solidarietà con le lotte dei braccianti. Iniziamo giovedì sera dalle ore 19 all’Intifada, centro sociale romano, sito in Via Casalbruciato, continueremo la festa anche in altre località nelle prossime settimane.
I braccianti di Torretta Antonacci
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L’Unione Sindacale di Base sarà al fianco di questo percorso di autodeterminazione dei braccianti, di denuncia dello sfruttamento delle persone e dei terreni.
In Italia ci sono 700.000 ettari di terre pubbliche incolte e abbandonate.
È ora di dare la TERRA A CHI LA LAVORA
Giovedì vieni con noi a darci sostegno.
USB Migranti