Mentre le OOSS USB PI e Uil Rua, che hanno indetto lo stato di agitazione, attendono di essere convocate per una utile e produttiva conduzione del tentativo di conciliazione, il tutto da espletarsi entro breve periodo, il Rettore ff si inserisce nel procedimento e intraprende unilateralmente una iniziativa, ossia diramare un comunicato stampa - di fatto destinato alle Organizzazioni Sindacali e alla RSU - per motivare l’impossibilità di restituire al PtaeB e agli Studenti, il diritto al voto per la scelta del prossimo rettore nelle elezioni che si terranno domani, lunedì 18 luglio 2022. Tre i motivi addotti dal Rettore f.f.:
1) il ristretto margine di tempo,
2) la “non ordinarietà” della modifica
3) l’inopportunità di modificare le regole a elezioni indette.
Il tempo: il MUR ha indicato all’Università Mediterranea di allinearsi agli altri atenei, quindi il nuovo rettore dovrà entrare in carica a decorrere dal primo novembre. Per la modifica statutaria è necessario il parere del Consiglio degli Studenti (che ha già presentato una istanza non messa a votazione del Senato) e quello del Consiglio di Amministrazione. Acquisiti i pareri, il Senato delibera a maggioranza ed invia le modifiche statutarie al Ministero che effettua un controllo di legittimità. Ergo i tre mesi (dal 14 giugno, data di svolgimento del Senato) sarebbero bastati.
Attività fuori dall’ordinaria amministrazione: definire una modifica dello Statuto “atto straordinario” è una forzatura dal momento che lo stesso Statuto non attribuisce a questa attività nessun elemento peculiare, descrivendone all’art. 73 la prassi sopra indicata. Inoltre, il Senato non pare sia “facente funzioni”. La limitazione riguarda il Rettore ff, non eletto ma nominato per anzianità e non gli organi collegiali che presiede.
Opportunità: la nota del Rettore ff ci racconta che le norme elettorali non si possono modificare subito prima del voto “in quanto potrebbero essere confezionate a misura di un determinato candidato”.
L’affermazione appare come una giustificazione ma è inconcepibile e impossibile da condividere. Il Ministero ha indicato il primo novembre quale data per l’insediamento del nuovo rettore. Non ha imposto alcuna tempistica procedurale e del resto non avrebbe potuto farlo dato che gli Atenei godono di autonomia, dunque non poteva imporre tale scadenza giacché trattasi di un termine ordinatorio e non perentorio. Piuttosto è stata una scelta del decano stabilire la data e le modalità delle votazioni, una scelta che non solo non ha tenuto conto delle legittime istanze del PtaeB espresse attraverso una mozione dell’assemblea generale, un documento sottoscritto dalle OOSS, RSU e rappresentanti del PtaeB in Senato e CdA, ma ha bypassato quella del Consiglio degli Studenti il quale, a norma dello Statuto, ha chiesto di integrare l’odg del Senato Accademico del 14 giugno con il punto relativo alla modifica dell’art. 17 “Elezioni rettore”. La proposta di integrare l’odg per la modifica statutaria andava accolta, discussa ed eventualmente approvata. Questo sarebbe dovuto accadere a garanzia della partecipazione democratica di tutte le componenti della Mediterranea ed in particolare degli Studenti, la linfa vitale di Unirc.
Più grave ancora ventilare “norme confezionate” in presenza di una reiterata veemenza nei confronti del personale dell’ateneo che dura da dieci anni e che si rinnova ad ogni elezione.
Quindi, di preconfezionato nella nostra storia, c’è solo uno Statuto a misura di baroni ed aspiranti rettori, scomodo e fastidioso da modificare senza stravolgere i nuovi equilibri che la classe docente ha già stabilito.
Infine, correggiamo il Rettore rei gerendae causa: il voto del personale vale dopo la terza votazione… (ma di ballottaggio). Ovvero alla sesta votazione complessiva, Ben oltre da quanto egli indica nella nota. Eppure il prof. Costabile, che ricordiamo è stato uno dei componenti della Commissione per la revisione dello Statuto di ateneo, non avrebbe dovuto prendere un simile abbaglio...
Reggio Calabria, 17 luglio 2022