da Il Tirreno
La questione dell’ex Ostello occupato dai centri sociali, che dopo l’esposto della Provincia alla Procura della Repubblica potrebbe essere presto sgomberato dalle forze dell’ordine, scalda il dibattito politico in città. Al momento, con le indagini della Procura in corso, la situazione è in stallo: i giovani del collettivo "Progetto indastria" hanno ribadito di non volersene andare, e quindi adesso sta a Palazzo Ducale chiedere o meno ai carabinieri di effettuare lo sgombero della struttura.
Per Giordano Ballini, segretario territoriale del Partito democratico, «è un atteggiamento equilibrato e responsabile quello tenuto da palazzo Ducale nei confronti dei ragazzi che occupano l’ex Ostello. Da una parte la doverosa richiesta di ristabilire condizioni di piena legalità. Dall’altra la disponibilità all’ascolto, perché le questioni sollevate - a partire da quella riguardante la carenza di spazi aggregativi - sono fondate».
Secondo Ballini, proprio con i lavori allo stabile di via del Brennero la Provincia stava cercando di farsi carico di questi problemi. «E forse spetterebbe più ad altri, ad esempio al Comune», è la stilettata del segretario del Pd, che insiste con un appello ai ragazzi: «È anche per questo allora che mi auguro che i ragazzi protagonisti dell’azione sappiano cogliere l’occasione offerta dalla Provincia, mostrando un protagonismo positivo e, anche loro, capacità di confronto e di dialogo vero. Nel nostro paese dei giovani si tende a parlare solo quando accadono fatti di cronaca tristi (l’incidente stradale, la bravata con il gruppo dei coetanei che finisce in tragedia, l’abuso di alcol) o, per strumentalizzare a fini politici le loro recriminazioni, alimentando la polemica del momento».
Più critici con la Provincia gli esponenti delle rappresentanze sindacali di base Lucca-Pistoia. «L’occupazione dell’ex Ostello è uno dei rarissimi momenti positivi della storia della politica lucchese negli ultimi anni. I giovani lavoratori e gli studenti altro non chiedono che spazi dove incontrarsi, parlare, suonare, progettare, sperimentare. Difendendo l’idea di spazi autogestiti, difendendo la necessità di una città a misura di giovane, di anziano, di bambino, di adulto finiscono per essere gli unici che ci difendono dalla barbarie urbanistica una città senza capo né coda, né politica né culturale».
«Non possiamo dimenticare - concludono i sindacalisti - che ormai, come la prassi nazionale insegna, ogni programma elettorale, di centro, di destra e di sinistra squilla le trombe per i problemi dei giovani e promette soluzioni che vengono sistematicamente dimenticate o peggio smentite all’indomani delle elezioni. Perciò secondo noi è giusto ascoltare le loro proposte e le loro richieste per la creazione di spazi autonomi».