Si è svolto stamattina il sit-in, cui hanno partecipato circa 300 persone, presso la sede della Regione Lazio a piazza Oderico da Pordenone. La manifestazione convocata da Asia-USB, insieme al Movimento per il Diritto all'Abitare, si poneva l’obiettivo di aprire una discussione sugli sgomberi effettuati nelle scorse settimane e in programma nel breve e medio periodo. Soprattutto si è scesi in piazza con lo scopo di riaprire un dialogo con la Regione, relativo all’ultima legge di regolarizzazione e ai suoi effetti.
L’ottima mobilitazione messa in campo dagli inquilini delle case popolari non è passata inosservata, tanto che la delegazione è stata ricevuta dall’assessore regionale alle Politiche Abitative, Massimiliano Valeriani, e da altri dirigenti regionali esperti in materia di Edilizia Residenziale Pubblica. Possiamo considerare questo un buon risultato, visto che i tavoli promessi sulle case popolari, ad oggi, non erano mai stati convocati.
La questione messa sul tavolo da questo sindacato è abbastanza complessa: come più volte scritto l’ultima legge di regolarizzazione lascia scoperti migliaia di nuclei, i quali ad oggi rischiano di essere risucchiati nel vortice degli sgomberi preventivati dalla Prefettura. È stato importante, anche in questo senso, riuscire a far partecipare all’incontro due delle donne sgomberate nel corso degli ultimi blitz, quelle di quei nuclei familiari di lavoratori ingiustamente accumunate ai “clan” e gettate in pasto alla gogna pubblica. Questo ci ha dato modo di continuare a decostruire la narrazione, finta e diffamatoria, sugli abitanti delle case popolari.
Il passaggio sulla regolarizzazione rimane invece il punto dolente, in quanto quella votata nel 2020 non solo non copriva ben 6 anni (adesso divenuti 8), ma per molti aspetti, in primis quello economico, impedisce a molti candidati che avrebbero titolo, di sanarsi. La posizione della Regione Lazio in proposito rimane la medesima di due anni fa. Sarebbe la legge Renzi-Lupi del 2014 ad impedire di estendere la data fino ai giorni nostri. Su questo fronte, se è vero che noi continueremo a batterci per l’abrogazione di quel testo infame che illegittimamente blocca le residenze col suo articolo 5 e che ad oggi non ha portato nemmeno un alloggio al Patrimonio Pubblico, è anche vero che non possiamo che costatare che altre regioni sono andate oltre il 23 maggio 2014, regolarizzando finanche al 2019. Infine ribadiamo che estendere la regolarizzazione oltre il 23 maggio 2014 non violerebbe la legge Renzi-Lupi, visto che chi è subentrato nell’alloggio in cui intende sanarsi in seguito al 23 maggio 2014 dimostrerebbe la sua presenza nell’alloggio stesso ESCLUSIVAMENTE attraverso il verbale della Polizia Municipale ed il Censimento Reddituale-Anagrafico (strumenti previsti nell’ATTUALE sanatoria) e non con la residenza anagrafica (che di fatto è bloccata). Dunque dove sarebbe la violazione della norma? Da nessuna parte, in quanto non vi sono in quel testo normativo altre novità relative alle occupazioni.
Rimane incerto anche il fronte delle sanzioni, molte delle quali sono ormai divenute cartelle esattoriali affidate all’Agenzia delle Entrate e Riscossione. Questo è inaccettabile poiché chi si è regolarizzato ha pagato ulteriori sanzioni proprio per accedere alla sanatoria, venendo dunque sanzionato due volte per lo stesso fatto! Era interpretazione comune che le ultime sanzioni avrebbero sostituito la prima (ben più alta), ma il Comune di Roma continua ad affidare gli importi all’Agenzia delle Entrate, mentre a farlo dovrebbe essere la Regione Lazio. Regione che in bilancio dovrebbe avere un Capitolo dedicato a quelle entrate specifiche (dopotutto la sanzione è frutto di una norma regionale).
Concludiamo questo breve comunicato con quella che potrebbe diventare una buona notizia: il comune di Roma starebbe finalmente preparando un bando in deroga per applicare i commi della sanatoria finora rimasti disattesi. Almeno questo metterebbe un po’ più in sicurezza le famiglie che ad oggi rischiano di essere sgomberate. Su questo punto dobbiamo fare sentire in modo chiaro la nostra voce al comune di Roma, affinché non continui a tergiversare ed affronti quelle questioni rimaste ad oggi irrisolte.
Asia-Usb non intende comunque abbassare la guardia e vuole rafforzare ed estendere la mobilitazione degli abitanti delle case popolari. Oggi si è aperto un nuovo percorso di lotta, con degli obiettivi chiari che hanno come scopo quello di garantire il Diritto alla Casa per tutti e tutte. Non sappiamo quanto lungo e difficoltoso sarà, ma siamo pronti a batterci fino alla fine e a percorrerlo fino in fondo.
Asia-USB Roma