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Mirafiori: un accordo vergognoso ed estremamente pericoloso -testo accordo e volantino-

Nazionale,

In allegato il volantino e l'accordo di Mirafiori

E’ un segnale vergognoso ed estremamente pericoloso quello che viene dall’accordo siglato per lo stabilimento Fiat di Mirafiori.

Pericoloso per le relazioni sindacali e vergognoso per le ricadute sui lavoratori della ‘new company’ con cui Marchionne intende imporre un modello amerikano di relazioni industriali. Per alcuni aspetti l’accordo di Mirafiori è simile, ma peggiore, di quello di Pomigliano: sancisce la fine della vigenza del contratto nazionale dentro gli stabilimenti della Fiat e crea le condizioni per la messa in mora dei contratti nazionali sostituiti da quelli aziendali.

L’intesa prevede il pieno utilizzo degli impianti su sei giorni lavorativi, il lavoro a turni avvicendati che mantiene l’orario individuale a 40 ore settimanali, il mantenimento della pausa per la mensa nel turno fino a che la joint venture non andrà a regime (quindi solo fino al 2012), la compensazione di 32 euro mensili per l’abolizione della pausa di 10 minuti.

L'azienda, quando la ‘newco’ andrà a regime nel 2012, chiederà 18 turni di lavoro nell’impianto. L’accordo prevede inoltre 120 ore di straordinario all’anno obbligatorie, cancella le pause previste sulle linee di montaggio, porta a fine turno la pausa mensa, per utilizzare così la mezz’ora di mensa anche con straordinari per recuperi produttivi ogni qualvolta l’azienda ne avrà bisogno. La Fiat punta inoltre a portare le assenze dal lavoro dall'8% attuale al 3%.

Se sul piano dell’organizzazione dei ritmi di lavoro questo accordo costringerà i lavoratori della Fiat a orari e turni massacranti, sul piano delle relazioni sindacali sancisce la fine di qualsiasi democrazia sindacale, l’abolizione di fatto delle elezioni dei delegati, anche nella forma delle RSU, e della possibilità quindi per i lavoratori di dire la loro sugli accordi e su qualsiasi altra decisione che li riguardi.
Viene infatti introdotto il criterio - finora adottato solo contro i sindacati di base - secondo il quale chi non firma gli accordi non può usufruire dei diritti sindacali indipendentemente dalla sua rappresentatività e consenso tra i lavoratori.

L’esclusione alla quale sono stati sottoposti i sindacati di base in molti comparti, oggi viene estesa anche alla Fiom che non ha firmato l’accordo della vergogna.

Marchionne introduce così in Italia il modello di relazioni sindacali e industriali in vigore negli Stati Uniti, un paese in cui i diritti dei lavoratori sono ridotti al minimo e completamente subalterni al padronato.

La USB nel respingere duramente questo accordo riconferma la necessità di una grande mobilitazione che riporti al centro dell’iniziativa il tema della democrazia sindacale ed invita tutti i lavoratori a mettere in atto tutte le contromisure necessarie per vanificare gli effetti della dottrina Marchionne, sia dentro che fuori gli stabilimenti della Fiat.