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Comunicati generali Gli editoriali

Monti e Passera come il mago Otelma

Nazionale,

Altro che tecnici! Siamo in mano ad un governo che, in preda ad una crisi mistica, “vede la luce” ovvero l’uscita dalla crisi.

Fossimo stati negli anni ‘70 avremmo almeno potuto dire  che tale effetto era da ascriversi all’uso smodato di acido lisergico che però, passate di moda le sostanze psichedeliche, risulta ormai di difficile reperimento sul mercato.

E del resto anche la cornice che ha fatto da sfondo alle visioni – il meeting di CL – può in alcun modo averle provocate visto che lo “spirito” ha smesso da molto tempo di aleggiare su quella che può essere definita una delle più potenti lobby affaristiche che esistano.

Quindi non ci resta che provare ad immergerci nella realtà che ci circonda – una delle crisi strutturali del capitalismo più pesanti dal dopoguerra ad oggi - per cercare di scoprire su cosa poggia le basi tale profezia:

·    il debito continua a crescere e con esso gli interessi e l’Italia è in recessione profonda con il PIL in netto calo sia nell’anno in corso che rispetto al 2011 (- 2,5%);

·    la Corte dei Conti ci ricorda, ad ogni apertura di anno giudiziario, che la corruzione in questo Paese vale 60 miliardi l’anno e l’evasione fiscale 120 miliardi l’anno (il 36% della quale sull’IVA) con una pressione fiscale al 55%, per chi non evade, che è la più alta nel mondo;

·    sono 8,1 milioni le persone in stato di povertà, il 5,2% delle quali in povertà assoluta, con segnali continui di peggioramento sia tra i pensionati che tra le famiglie con un figlio a carico, soprattutto nel sud Italia; alle mense della Caritas nell’ultimo anno le presenze sono cresciute del 10% con elevato numero di pensionati e disoccupati;

·    9 milioni le persone che non hanno accesso alle cure per problemi economici;

·    Il dato dell’abbandono scolastico è salito al 16,4% e rappresenta uno dei più elevati in Europa;

·    La disoccupazione, considerato anche il dato degli “scoraggiati”, è al 13% mentre quella giovanile è al 35,9% contro una media europea del 22,6%  (Germania sotto il 10%); l’Italia è il Paese con la più alta crescita di disoccupazione giovanile ed  è praticamente disoccupato un/a giovane su 3;

·    Il 77,3% dei nuovi contratti è atipico; la retribuzione media è di 1.286 euro netti: 1.407 per gli uomini e 1.118 per le donne, primi in Europa per disuguaglianza sociale sulle retribuzioni;

·    La differenza tra le retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori italiani e il costo della vita registra un record storico dal 1995 ad oggi e i salari sono i più bassi degli ultimi 10 anni con oltre 30 contratti non rinnovati e quelli del Pubblico Impiego bloccati fino al 2017; Bankitalia stima che dal 2000 al 2010 lo stipendio medio netto di un lavoratore del settore pubblico sia aumentato di 29 euro a fronte della perdita di 5.435 euro l’anno, per ogni lavoratore dipendente, dovuti all’aumento del costo della vita e il progressivo aumento dell’inflazione;

·    L’industria negli ultimi 5 anni ha perso circa 700.000 posti di lavoro considerati anche i lavoratori in cassa integrazione (aumentata del 315%) mentre nel settore pubblico i posti di lavoro sono calati di 124.700 unità ma la stima è destinata a salire grazie agli effetti della spending review.

La lista sarebbe lunga e ci rendiamo conto che la contrapposizione di una realtà fotografata attraverso dei freddi numeri sia assolutamente meno suggestiva e consolatoria dell’evocazione di una luce che non riusciamo proprio a vedere e che, del resto, non hanno certamente visto, le centinaia di persone che hanno scelto il suicidio come unica risposta, disperata ed individuale, alla crisi e che stanno lì a ricordarci che dietro ai numeri ci sono delle persone in carne ed ossa.

Ma anche alla Confartigianato non deve essersi accesa nemmeno una lampadina se, sulla base dei dati dell’ISTAT e del Ministero dell’Economia, ha documentato che per tornare ai livelli di occupazione del 2007 saranno necessari almeno altri 13 anni!

Come USB, coerentemente con quanto messo in campo fino ad ora, ci prepariamo ad un autunno caldo fatto di lotte che vedano protagonisti i lavoratori e le lavoratrici, i giovani, i disoccupati, i precari, i pensionati, le donne, tutti quei soggetti che in questi anni hanno pagato il prezzo della più grande redistribuzione dei redditi a favore delle rendite.
Alle visioni di questo governo (e di quelli che verranno), mistiche o chimiche che siano, sostituiremo il conflitto sociale e di massa … alla faccia del mago Otelma!