Con Ordinanza n. 273 del 29 Giugno 2020 la Regione Puglia ha disposto con decorrenza 01 Luglio 2020 la riattivazione di tutti i servizi di TPL (automobilistici extraurbani e ferroviari) al 100%, consentendo tra l’altro il trasporto dell’utenza a pieno carico, limitatamente ai soli posti a sedere.
Ma quanto legiferato dalla Regione Puglia non è stato pienamente recepito dalla Società Ferrovie Appulo Lucane. Sino al 07 Luglio 2020, è stato posto in essere un programma di esercizio nel quale erano previste importanti riduzioni e che è stato implementato solo a partire dalla data odierna, 08 Luglio 2020, con un prevalente ricorso al servizio sostitutivo con autobus e mantenendo in essere la soppressione dei treni n. 126, 128, 130 e 14, ovvero come comunicato dalla circolare prot. DT 2484 del 02 Luglio 2020.
Non essendo mai stati destinatari dei dati relativi ai flussi di utenza, la cui condivisione avrebbe potuto dar luogo ad un proficuo confronto tra le parti nell’interesse collettivo, non siamo in possesso degli strumenti necessari per verificare quanto una simile riorganizzazione dei servizi di Trasporto Pubblico abbia la capacità di soddisfarne la domanda o ledere il Diritto alla Mobilità di un’utenza, che da quanto registrato, è ormai esasperata.
D’altronde la prevalenza del servizio sostitutivo con autobus - i cui costi minori rispetto al trasporto ferroviario potrebbero far supporre che tale scelta abbia mera funzione di ulteriore strumento di profitto - potrebbe essere causa di assembramenti di utenza nei luoghi in cui sono previste le fermate e non garantire la tutela della salute e sicurezza della collettività in modo adeguato.
Quanto rappresentato, inoltre, rende necessario porre i seguenti quesiti:
Come mai, ad oggi, la Società Ferrovie Appulo Lucane srl ha tardato nel recepire l’Ordinanza della Regione Puglia la cui «mancata osservanza degli obblighi di cui alla presente ordinanza, comporterà le conseguenze sanzionatorie come per legge (articolo 2 comma 1 del decreto legge 16 maggio 2020 n. 33 e all’articolo 4, comma 1, del decreto legge 25 marzo 2020 n.19, convertito con modificazioni dalla legge 22 maggio 2020 n.35)»?
Come mai si sta privilegiando un trasporto con autobus sostitutivo invece del trasporto su ferro, oggettivamente più sicuro, nonché più performante dal punto di vista ambientale?
Una delle ragioni potrebbe evincersi da quanto enunciato in una nota del 10 Giugno 2020 indirizzata all’Assessore Trasporti della Regione Puglia, nella quale le Associazioni Datoriali ASSTRA Puglia - Basilicata e ANAV Puglia, temendo una integrazione dei servizi al 100% già a partire dal 15 Giugno u.s., oltre a lamentare le difficoltà economiche in cui verte il settore - nonostante le misure a sostegno delle Aziende di TPL varate dal Governo (art. 92 c. 4-bis, D.L. 17 marzo 2020, n. 18 convertito con modificazioni dalla L. 24 aprile 2020, n. 27 e art. 200, D.L. 19 Maggio 2020, n. 34) - hanno in sostanza evidenziato che «il rispetto delle misure di contenimento del rischio e, in particolare, dei cicli di panificazione dei mezzi di trasporto, determinano materialmente l’indisponibilità dell’intero parco mezzi, circostanza che determina l’oggettiva impossibilità dell’integrale esecuzione dei programmi di esercizio». Come se fosse responsabilità della Regione quella di garantire servizi all’utenza in piena tutela della loro salute e sicurezza.
La scrivente O.S. Unione Sindacale di Base - USB Lavoro Privato Puglia rimanendo in attesa di riscontro in merito a quanto evidenziato, auspica che la presenta possa dare l’impulso ad un dibattito più ampio e generale sul futuro del Trasporto Pubblico, scevro da privatizzazioni incontrollate e bracci di ferro con Associazioni Datoriali e Aziende, che riponga al centro il Diritto alla Mobilità e gli interessi collettivi.
p. USB CONFEDERAZIONE REGIONALE PUGLIA - P. Corallo
p. USB LAVORO PRIVATO PUGLIA - F. Laterza