UNA VITTORIA SOLIDALE e ORGANIZZATA!
Le minacce agli insegnanti non hanno fermato la lotta
In Emilia Romagna e in Molise l'anno scolastico si è chiuso con l’inizio di una lotta di resistenza da parte degli insegnanti che già dalla scorsa settimana (per alcuni Istituti) e oggi, primo di due giorni di sciopero degli scrutini, ha registrato ampia e massiccia adesione.
I lavoratori della scuola sono riusciti a organizzare casse di resistenza per dividere il costo dello sciopero e hanno provveduto a una organizzazione interna che permettesse il boicottaggio di ogni scrutinio con lo sciopero breve di uno solo dei docenti per ogni consiglio di classe o team docente.
Oggi arrivano notizie sempre più numerose dalle scuole rispetto al numero elevato di scrutini rinviati a causa dello sciopero.
E tutto questo nonostante…
il clima di minacce e di repressione di un Paese in cui la ministra Giannini cerca di delegittimare i docenti chiamandoli squadristi, mentre la disinformazione di alcuni media di governo fa circolare presunte voci di precettazione e illegalità di uno sciopero che è invece sempre stato legittimo.
Nonostante i comunicati dell’Associazione nazionale presidi che prefiguravano l’obbligo per i lavoratori di comunicare l’adesione allo sciopero degli scrutini in lesione completa del diritto di sciopero.
Nonostante le ingerenze dei presidi-sceriffi che, prima dell’approvazione del disegno di legge che li vedrà padroni e manager nelle nostre scuole, già paventavano nei giorni scorsi riconvocazioni nel mese di luglio, durante le domeniche o in recuperi serali notturni! Minacce, peraltro, ridicolmente in contrasto con tutta la normativa vigente e che, se attuate davvero, avrebbero prodotto richiami disciplinari unicamente sui presidi stessi.
La riuscita dello sciopero degli scrutini segna l'inizio di una fase nuova di contrasto alla generale deriva autoritaria che sta interessando la scuola statale italiana. Renzi non può che prendere atto, ancora una volta, del libero dissenso democratico degli insegnanti italiani che a testa alta, anche con lo sciopero degli scrutini, hanno ribadito la propria irrevocabile richiesta di RITIRO di questo vergognoso disegno di legge chiamato impropriamente “buona scuola”.