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Comunicati Lavoro Pubblico

P.I. SPENDING REVIEW: ESUBERI-PRECARIETA'-MOBILITA'. ECCO GLI EFFETTI DEL PROTOCOLLO DI MAGGIO! -volantino-

Nazionale,

In allegato il volantino

Nell'incontro sindacale del 25 settembre al Ministero per la Pubblica Amministrazione, la battuta migliore è stata della UIL, che si è detta "…sgradevolmente costretta a indire lo sciopero".

Ma veniamo alle proposte avanzate dal ministro Patroni Griffi. Due accordi quadro da definire in sede Aran su flessibilità in entrata e sistema delle relazioni sindacali. Un contratto quadro sull'utilizzo dei maggiori risparmi di gestione prodotti dalle amministrazioni pubbliche in aggiunta a quelli previsti dalle norme (il famoso dividendo dell'efficienza introdotto da Brunetta), anche se al momento non ci sono risorse (sic!). Un esame congiunto sugli esuberi nella pubblica amministrazione.

Per quanto riguarda la precarietà, l'accordo dovrebbe proporsi come obbiettivo principale l'armonizzazione della riforma Fornero nel pubblico impiego, con particolare attenzione alla flessibilità in entrata. Nel dettaglio dovrebbe prevedere la riduzione dei tempi d'intervallo tra un contratto a termine e l'altro e la possibilità di estendere i tempi delle proroghe.

Sulle relazioni sindacali dovrebbero essere meglio definiti gli ambiti riservati all'esame congiunto e quelli oggetto di semplice informativa, senza tuttavia mettere in discussione la sostanza della Riforma Brunetta.

I tempi dell'esame congiunto sugli esuberi nel pubblico impiego, a seguito della revisione degli organici, sono dettati dalla circolare ministeriale N. 10/2012, pubblicata il giorno prima dell'incontro, che detta scadenze a dir poco "ravvicinate" per le comunicazioni degli interventi sugli organici delle singole amministrazioni.

Nel nostro intervento abbiamo sottolineato come il tema del precariato e quello degli esuberi siano centrali nell'ambito della discussione generale. La legislazione passata e quella vigente hanno prodotto una precarietà ultradecennale che si rischia di istituzionalizzare senza risolvere il problema. Si pensi, per esempio, a quanto accade nella Scuola. La chiusura delle sedi giudiziarie e la messa in mobilità di migliaia di lavoratori aprono uno scenario preoccupante su quello che saranno gli effetti a regime della spending review.

La stessa dichiarazione del ministro Patroni Griffi nel corso dell'incontro sulle dirette conseguenze che la riduzione delle province avrà nella presenza degli uffici distaccati dello Stato e le dichiarazioni dello stesso ministro nell'incontro con l'OCSE, riguardo il "…ridimensionamento dell'apparato pubblico, non perché eccessivo in sé ma perché bisogna saper fare meglio con meno addetti", sono esemplificativi dei reali obbiettivi che il Governo si pone con la spending review.

Non si modifica la Riforma Brunetta, non ci sono risorse aggiuntive per la contrattazione integrativa, gli avanzamenti professionali rimangono bloccati, si taglia il valore dei buoni pasto ad una parte dei lavoratori pubblici e non lo si adegua agli altri. In questo quadro generale, abbiamo posto con forza il tema del mancato rinnovo dei contratti nazionali di lavoro e dell'impoverimento degli stipendi dei lavoratori pubblici.

Sarà stato per l'approssimarsi dello sciopero di CGIL e UIL ma il 25 settembre  abbiamo ascoltato slogan che in questi anni di lotta contro gli attacchi al pubblico impiego sono state le nostre parole d'ordine, come "smantellamento della pubblica amministrazione e dei servizi" oppure "il pubblico impiego non è il bancomat del Governo", utilizzate sicuramente in modo strumentale da quei sindacati partecipativi e complici che si apprestano a gestire con il Governo esuberi, mobilità forzata e licenziamenti nel pubblico impiego, rivendicando quel ruolo di partecipazione al massacro dei lavoratori pubblici che hanno "strappato"  con il protocollo del 3 maggio scorso.

E' tempo di organizzarsi per resistere ed opporsi all'ondata di tagli che si abbatterà sul pubblico impiego e che continua ad avere il principale obbiettivo di portare allo sfascio, per privatizzarli, i servizi portanti del Paese: sanità, istruzione, previdenza.