Nella mattina del 4 giugno una nave Ro.Ro, la “Capucine” battente bandiera Maltese è arrivata nel porto di Piombino proveniente dallo scalo Estone di Riga: al suo interno esplosivi, armamenti e mezzi militari.
La banchina pubblica è stata interdetta da personale militare armato, mentre le operazioni di scarico si sono svolte alla presenza di una squadra di Vigili del Fuoco.
Questo traffico di armi nel porto di Piombino non è una novità, circa due mesi fa la stessa nave era presente in banchina per delle operazioni di carico: anche in quell’occasione ci è stata segnalata la presenza di esplosivi, tali armi e mezzi militari sembrano dirette nei paesi Baltici all’interno delle operazioni NATO.
È possibile svolgere tali operazioni a poca distanza dalle abitazioni in un porto che, in questo momento della stagione, vede la presenza di decine di navi passeggeri dirette alle Isole?
Il personale che svolge le operazioni è correttamente formato? Sono stati rispettati tutti i protocolli di sicurezza?
Abbiamo posto queste domande direttamente all’Autorità di Sistema Portuale e alla Capineria.
Come Unione Sindacale di Base ribadiamo la propria posizione: l’Italia ripudia la guerra ma i nostri porti, soprattutto civili, sono diventati crocevia per un’enorme traffico di armi che finiscono in teatri di guerra e che servono ad uccidere persone e lavoratori come noi. Siamo profondamente contrari a questi traffici, a maggior ragione in questa fase di possibile escalation da evitare a tutti i costi, rischiando di trascinare sempre di più il nostro paese in una guerra, con tutte le conseguenze anche economiche che tale intervento produrrà.
Dopo il rigassificatore Piombino torna ad essere ancora una volta agnello sacrificale sull’altare di “interessi nazionali”, che non possono essere messi in discussione.
La stragrande maggioranza dei lavoratori e delle lavoratrici Italiani sono contrari alla guerra e all’invio di armi, così come la cittadinanza di Piombino è contraria all’installazione di un enorme rigassificatore all’interno del suo porto. Eppure della sicurezza di cittadini e lavoratori sembra non importi a nessuno.
Chiediamo all’Amministrazione Comunale di intervenire urgentemente e vogliamo spiegazioni su quanto successo: valuteremo nuove iniziative sindacali e politiche, per ribadire ancora una volta il nostro no secco alla guerra e al traffico di armi.
USB Porto di Piombino
Unione Sindacale di Base Lavoro Privato Piombino