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PRECARIE DI LEGNANO:Brunetta scrive al Giorno

Legnano,

9 gennaio 2009 - Il Giorno

Brunetta lancia il salvagenteLe ex centraliniste potrebbero riavere il posto. IL MINISTRO SCRIVE AL GIORNOdi Silvia Vignati

LEGNANO (Milano) — IL MINISTRO Renato Brunetta scende in campo in prima persona nella vicenda delle centraliste, licenziate dall’Azienda ospedaliera di Legnano, che per richiamare l’attenzione dei media avevano organizzato un eclatante quanto pudibondo strip tease in un teatro milanese. In una lettera scritta direttamente al direttore del «Giorno», Giovanni Morandi (che pubblichiamo integralmente a fianco), il titolare del dicastero per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione spiega qual è la «ratio» della legge (impedire abusi nell’utilizzo dei lavori flessibili), ma aggiunge un elemento importante e cioè che se le parti (il sindacato e l’Azienda ospedaliera) si mettono d’accordo è possibile concordare una proroga dei contratti a tempo determinato, anche in deroga al limite massimo di tre anni. Intanto loro, le undici ex centraliniste del call center dell’ospedale di Legnano, si dichiarano più combattive che mai e si preparano a sparare altre bordate pur di riavere il posto di lavoro. Dopo lo spogliarello alla «full monty», ora si giocheranno la carta della tv: il 16 gennaio alle 7,15 appariranno su Telenova nella trasmissione «Novamattina» condotta da Stefano Fumagalli. La speranza è che questo primo trampolino porti anche verso qualche canale nazionale per dare il massimo risalto alla loro vicenda. In questo sono fortemente appoggiate dal sindacato: «Faremo di tutto — dice Riccardo Germani delle rappresentanze di base (Rdb) dell’azienda ospedaliera — perché siano riassunte. Siamo pronti a nuove azioni eclatanti, superiori allo strip di settembre». Che la vicenda del call center di Legnano non fosse giunta al capolinea si è scoperto qualche giorno fa, attraverso l’esito di una trattativa aziendale fra Rsu e azienda ospedaliera. Prima il Sindacato dei lavoratori (Sdl) del Civile ha espresso forti perplessità sul ricorso a una selezione interna per coprire 4-6 posizioni al call center di Legnano. Ora Rdb ritiene la decisione emersa in trattativa «la dimostrazione che il nuovo call center regionale con sede a Paternò non funziona e che serve ripristinare quanto prima il vecchio servizio». GERMANI è sferzante: «In questo modo si vogliono avvantaggiare alcune persone che stanno lavorando attualmente. Ma i numeri non sono corretti: disponibili ci sono 6-7 posizioni full-time, che potrebbero trasformarsi in 12 o 14 part-time e quindi permettere piena occupazione (oltre a crearne di nuova) a tutte e undici le donne licenziate. Noi abbiamo inoltrato oggi (ieri, ndr) la richiesta di un incontro con la direzione per discutere la questione: chiediamo che non venga effettuata una selezione interna, bensì un concorso pubblico a tempo determinato della durata di 18 mesi».

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Tutti i giorni davanti alla sede della Regione Lombardia

un count-down di iniziative a sostegno delle lavoratrici licenziate

Da mercoledì 17 settembre la RdB-CUB Pubblico Impiego ha indetto un presidio permanente davanti alla sede della Regione Lombardia, a sostegno delle centraliniste licenziate dall’ospedale di Legnano, a cui parteciperanno in solidarietà gli altri lavoratori pubblici, sia precari che e a tempo indeterminato.

Tutti i giorni in via Pola, dalle ore 10.00, i lavoratori daranno vita ad un count-down di iniziative, con momenti di lotta, di dibattito e di assemblee, in preparazione dello sciopero nazionale dei precari pubblici indetto dalla RdB-CUB P.I. per venerdì 19 settembre e dello sciopero generale del sindacalismo di base del prossimo 17 ottobre.

La RdB-CUB chiede al Presidente Formigoni di farsi garante della continuità lavorativa delle lavoratrici della Sanità lombarda e di bloccare l’esternalizzazione in Sicilia di servizi di provata efficienza con la conseguente perdita di molti posti di lavoro.

Milano, 16 settembre 2008

 

6 settembre 2008 - TV web C6

 

Milano - Ecco le immagini della provocazione messa in atto dalle (ex) dipendenti del call center dell'ASL di Legnano, lasciate a casa dopo 6 anni di contratti provvisori.

Il servizio della TV web C6

6 settembre 2008 - Il Manifesto

CALL CENTER · Licenziate, si spoglianoUno strip-tease per protestare contro la precarietà del lavorodi Alessandro Braga

MILANO - Il «Nessun dorma» di Giacomo Puccini in sottofondo, un telo bianco a nasconderle dagli sguardi indiscreti della platea (tutti giornalisti e fotografi, molti precari pure loro), un faretto acceso dietro a illuminarle e a stagliarne le ombre sul tessuto. Via la gonna, via la camicetta. Via pure slip e reggiseni, lanciati «al di qua» del separé a dimostrazione dell'integrità dello strip. Insomma, lo avevano promesso, annunciandolo pure con un video su YouTube , e l'hanno fatto. Certo, dei loro corpi nudi si è vista solo l'ombra («Perché era una provocazione pulita che non doveva intaccare la nostra dignità», ha precisato Ornella Cameran, delegata RdB dell'azienda ospedaliera, sul palco con le ex colleghe), ma le 11 ex-lavoratrici precarie del call center dell'ospedale di Legnano, in provincia di Milano, la loro strip conference l'hanno tenuta eccome. Erano solo in nove, «perché due hanno avuto problemi all'ultimo momento», ma il loro scopo l'hanno comunque raggiunto. In primis, denunciare la «piaga della precarietà». Per questo hanno lanciato un appello per chiedere ai loro colleghi di andare a Roma, il 19 settembre, alla manifestazione nazionale dei precari del pubblico impiego contro le misure adottate dal ministro Brunetta. E sempre per questa ragione, dopo lo strip «velato», si sono presentate sul palco coperte solo da sgargianti vestaglie-kimono dietro uno striscione che invitava alla mobilitazione, e un'enorme scritta: «A.A.A. Vendesi precarie». «Ci siamo messe a nudo perché siamo nude di diritti», hanno spiegato un po' imbarazzate davanti ai giornalisti («Sapete, non siamo abituate a parlare con la stampa). La loro storia, dopo il primo video su internet, è nota. Sei anni di lavoro precario al call center dell'ospedale, di contratto in contratto (tre, sei mesi, massimo un anno), poi tra il 27 e il 28 agosto, a pochi giorni dalla scadenza del loro contratto (il 31 agosto), e nonostante la promessa qualche mese prima di un (l'ennesimo) rinnovo, l'annuncio dell'azienda: licenziate (meglio, «arrivate a termine del contratto», come precisato dall'azienda). Tutte a casa. Trovatesi «in mutande», l'idea del video: un po' per denunciare l'arroganza dell'azienda, un po', tra il serio e il faceto, per cercare veramente un nuovo lavoro, «magari a tempo indeterminato stavolta». In questi giorni hanno ricevuto migliaia di lettere di solidarietà da tutta Italia, ma di proposte di lavoro ben poche, o meglio nessuna. «A dire il vero l'azienda si è rifatta viva giovedì proponendoci di entrare in una cooperativa che si occupa delle pulizie all'interno della struttura. La prenderemo in considerazione, abbiamo bisogno di lavorare, molte di noi hanno una famiglia alle spalle, qualcuna genitori anziani, o figli. L'incontro è stato molto teso, una dirigente, che ha anche definito 'chiassate' le nostre manifestazioni di protesta, ci ha detto che lo sapevamo che il nostro contratto era in scadenza e che ci saremmo dovute muovere prima per trovarci un nuovo lavoro, non vorremmo fosse stato solo un tentativo per impedirci di andare a fondo con la nostra protesta». Al loro posto, in questi giorni, sono stati messi dei dirigenti, poi sembra che il servizio sarà «esternalizzato» a Paternò, in provincia di Catania (sarà un caso, ma è il paese d'origine della famiglia La Russa). Martedì prossimo le «Full Monty» italiane incontreranno anche l'assessore provinciale al lavoro Bruno Casati per trovare una soluzione al problema. Quel che è certo, lo dicono in coro, determinatissime, «è che non finisce qui».

6 settembre 2008 - Il Giorno

Ci volevate nude? EccociLo strip delle nove licenziate, ma dietro un telo. COME NEL FILM FULL MONTYdi SABRINA PEREZ

MILANO — «CI LASCIANO in mutande? Bene, ci toglieremo anche quelle». Detto fatto. Come fosse "Full monty". Rivivere il dramma del precariato ricalcando lo stile di Peter Cattaneo, il regista di «Squattrinati organizzati». La differenza? Non si tratta di un film. Le protagoniste dell’originale streap-tease, che ieri ha tenuto l’intera platea del teatro della Cooperativa col fiato sospeso, sono le ex centraliniste dell’ospedale civico di Legnano. Una provocazione simbolica, per accendere i riflettori sul limbo delle collaborazioni e dei contratti a termine. Eccole sul palco, dopo gli annunci su YouTube, finalmente in carne e ossa. Connie, Antonella, Daniela, Milena, Paola, Anna, Cristiana, Laura e Ornella, rappresentante sindacale. Il viso contratto e le movenze nervose tradiscono un certo imbarazzo. Fantasia e umorismo, però, non mancano. «Ci dovete scusare - sorridono - non siamo del mestiere. Fino a ieri facevamo le centraliniste». LUCI SOFFUSE, un telo bianco per nascondere ma lasciare intravedere e in sottofondo "Nessun dorma" di Puccini. «Una beffa - avrà pensato qualcuno -, il pubblico è già fin troppo vispo». E poi a passo di danza hanno dato il via allo streap-tease. Un indumento dietro l’altro, fino alla lingerie lanciata oltre il separé per convincere i più diffidenti dell’integrità dello spogliarello. Certo chi si aspettava un nudo integrale sarà rimasto un po’ deluso, cosa indossassero dietro il lenzuolo non è dato sapere. Le luci si alzano. Ecco ricomparire le nove protagoniste dell’originale performance. Indosso, questa volta, un kimono stile geisha. Un lungo striscione recita: «A.a. vendesi precarie, 19 settembre sciopero dei precari». Una performance velata ma d’effetto. Una provocazione pulita, una richiesta di aiuto, la speranza di tornare presto al lavoro. La voglia di ricominciare da capo, di dimenticare la condizione precaria. Quella infinita condanna che non ti permette di fare progetti, costruire, vivere serenamente. Dall’altra parte, poi, c’è la famiglia. E ancora il mutuo da pagare, la rata della macchina, le spese di tutti i giorni. La vita quotidiana a cui è difficile sottrarsi. «NON DORMIAMO PIÙ - racconta Antonella, 44 anni -, non abbiamo più appetito. Troppi pensieri, troppe preoccupazioni. E pensare che molte delle mie colleghe non hanno un altro stipendio su cui contare. Non abbiamo mai pensato di mettere in vendita il nostro corpo, piuttosto di scatenare una reazione, una riflessione». E se, almeno per il momento, le proposte di lavoro scarseggiano, di messaggi di solidarietà invece ne sono arrivati a centinaia. «Forza donne, che quando vogliamo qualcosa riusciamo sempre a ottenerla». Come non essere d’accordo.

E’ solo l’inizio Il 19 a Roma tutti in piazza
IL SINDACATO
di SILVIA VIGNATI


6 settembre 2008 - La Repubblica

La provocazione
Lo spogliarello delle centraliniste "Senza lavoro, siamo in vendita"

Milano - "A.A.A. Vendesi Precarie". Vestite solo di uno striscione che riportava queste parole, nove delle undici ex centraliniste dell´ospedale di Legnano hanno inscenato uno strip-tease "velato" per protestare contro il loro licenziamento. «Vogliamo un lavoro - hanno detto dal palco del Teatro della Cooperativa di via Hermada, zona Niguarda - per questo ci spogliamo e ci mettiamo simbolicamente in vendita». Dopo la protesta, lanciata su youtube, sono già arrivate un paio di offerte di lavoro.


6 settembre 2008 - Il Piccolo

PRECARIE A MILANO
Centraliniste licenziate si spogliano per protesta

MILANO - Uno spogliarello casto, velato da un lenzuolo bianco retroilluminato sulle note di «Nessun dorma» di Puccini, cantato da Pavarotti. È stata la clamorosa protesta messa in scena, sul palco del Teatro della Cooperativa di Milano, da nove delle undici centraliniste licenziate dall’ospedale di Legnano dopo sei anni di lavoro interinale. «È una provocazione», precisano quando, indossato un kimono, le donne (tra i 26 e i 50 anni, molte mamme) spiegano cosa le abbia portate a mettersi all’asta su Youtube per un lavoro, poi a questa «strip-conferenza» e quindi a promuovere lo sciopero dei precari del pubblico impiego, indetto per il 19 settembre. Milena, Paola (unica laureata in Scienze Politiche, le colleghe sono diplomate), Cristina, Laura, Anna, Connie, Antonella, Daniela e Cristiana hanno denunciato così «la situazione generalizzata del precariato».


6 settembre 2008 - Il Secolo XIX

Lo strip delle precarie scaricate dall'ospedale
show provocatorio a milano

Milano - Nude, sia pure con una iconografia casta - uno strip-tease "vestito", con lenzuolone bianco su cui si vedevano le ombre prodotte da una retroilluminazione con sottofondo del "Nessun Dorma" di Puccini cantato da Pavarotti, per chiedere un posto di lavoro e se possibile a tempo indeterminato. È questa la protesta sullo stile del film "Full-Monty", messa in atto delle centraliniste "licenziate" dall'ospedale di Legnano (Milano) dopo sei anni di occupazione interinale.
Al Teatro della Cooperativa, in zona Niguarda a Milano, erano presenti 9 delle 11 donne che hanno perso il lavoro e che sono assistite dal sindacato Rdb-Cub. Milena, Paola, Cristina, Laura, Anna, Connie, Antonella, Daniela e Cristiana - tutte diplomate alle superiori, una laureata in Scienze Politiche, età fra i 30 e i 50 anni, molte mamme - avevano il volto teso ma la volontà di denunciare «la situazione generalizzata del precariato». E a confermare la loro denuncia nella sala erano presenti molti giornalisti di testate e tv locali e nazionali, che hanno solidarizzato con le manifestanti, nel limbo delle collaborazioni e dei contratti a termine.
Soprattutto le centraliniste, che prendevano servizio in un call-center per informazioni e prenotazioni a cui fanno capo quattro strutture ospedaliere, hanno voluto sottolineare - vestite in kimono dopo la breve performance artistica - che «al di là della nostra condizione soggettiva di disoccupate è la legge Brunetta, nota in gergo come legge antifannulloni, che ha buttato sulla strada noi e tanti altri». «Dal 20 giugno - hanno proseguito - è stato esteso al pubblico impiego il divieto di prorogare il lavoro a chi ha svolto 3 anni di occupazione nell'arco di 5. In pratica si elimina il precariato eliminando i precari».
Le lavoratrici hanno reso noto che saranno ricevute martedì prossimo dall'assessore al Lavoro della Provincia di Milano, Bruno Casati e che «l'amministrazione dell'ospedale ha consigliato loro di fare le "brave" in cambio di un impiego in una impresa di pulizie». Anche questo comportamento è stato contestato sia dalla Rdb-Cub, che dal consigliere regionale dei Verdi, Carlo Monguzzi. Riccardo Germano, del sindacato, ha affermato che «già i contratti vengono rinnovati solo se si fa le "brave" e ora si chiede di non far rumore in cambio di un lavoro sotto-qualificato e comunque precario». «È una vergogna quello che sta succedendo - ha detto Monguzzi che ha presentato un'interrogazione - la Regione Lombardia deve intervenire subito». Sul palco è stato esposto lo striscione «A.A. Vendesi precarie» sullo stile di quello uscito su Youtube ed è stato pubblicizzato lo sciopero nazionale dei precari indetto dal sindacato di base per il 19 settembre.


6 settembre 2008 - La Sicilia

Strip-tease di licenziate «Vittime senza diritti»
di Claudio Scarinzi

Milano - Nude, sia pure con una iconografia casta - uno strip-tease "vestito", con lenzuolone bianco su cui si vedevano le ombre prodotte da una retroilluminazione con sottofondo del "Nessun Dorma" di Puccini cantato da Pavarotti, per chiedere un posto di lavoro e se possibile a tempo indeterminato. È questa la clamorosa protesta sullo stile del film "Full-Monty", definita una «provocazione», delle centraliniste "licenziate" dall'ospedale di Legnano (Milano) dopo sei anni di occupazione interinale.
Al Teatro della Cooperativa, in zona Niguarda a Milano, erano presenti 9 delle 11 donne che hanno perso il lavoro e che sono assistite dal sindacato Rdb-Cub. Milena, Paola, Cristina, Laura, Anna, Connie, Antonella, Daniela e Cristiana - tutte diplomate alle superiori, una laureata in Scienze Politiche, età fra i 30 e i 50 anni, molte mamme - avevano il volto teso ma la volontà di denunciare «la situazione generalizzata del precariato». E a confermare la loro denuncia nella sala erano presenti molti giornalisti di testate e tv locali e nazionali, che hanno solidarizzato con le manifestanti. Soprattutto le centraliniste, che prendevano servizio in un call-center per informazioni e prenotazioni a cui fanno capo quattro strutture ospedaliere, hanno voluto sottolineare - vestite in kimono dopo la breve performance artistica - che «al di là della nostra condizione soggettiva di disoccupate è la legge Brunetta, nota in gergo come legge antifannulloni, che ha buttato sulla strada noi e tanti altri». «Dal 20 giugno - hanno proseguito - è stato esteso al pubblico impiego il divieto di prorogare il lavoro a chi ha svolto 3 anni di occupazione nell'arco di 5. In pratica si elimina il precariato eliminando i precari». Le lavoratrici hanno reso noto che saranno ricevute martedì prossimo dall'assessore al Lavoro della Provincia di Milano, Bruno Casati e che «l'amministrazione dell'ospedale ha consigliato loro di fare le "brave" in cambio di un impiego in una impresa di pulizie».
Anche questo comportamento è stato contestato sia dalla Rdb-Cub, che dal consigliere regionale dei Verdi, Carlo Monguzzi. Riccardo Germano, del sindacato, ha affermato che «già i contratti vengono rinnovati solo se si fa le "brave" e ora si chiede di non far rumore in cambio di un lavoro sotto-qualificato e comunque precario». «È una vergogna quello che sta succedendo - ha detto Monguzzi che ha presentato un'interrogazione - la Regione Lombardia deve intervenire subito. È allucinante che il cosiddetto "merito", se fai la brava, sopravanzi il diritto. Ma si deve intervenire anche a livello di legislazione generale». Sul palco è stato esposto lo striscione «A. A. Vendesi precarie» sullo stile di quello uscito su Youtube e pubblicizzato lo sciopero nazionale dei precari indetto dal sindacato di base per il 19 settembre.


6 settembre 2008 - La Provincia di Varese, Sondrio, Como

protesta a milano
Si spogliano dopo aver perso il lavoro
Show di nove centraliniste dell'azienda ospedaliera di Legnano che rivendicano il posto
di Valeria Arini

Milano - Tutti ricorderanno la scena finale di Full Monty, celebre commedia britannica, in cui sei operai disoccupati di Sheffield improvvisano uno spogliarello integrale davanti ad un esultante pubblico femminile. Ieri mattina, nella realtà, nove precarie, ex centraliniste dell'azienda ospedaliera di Legnano, hanno inscenato uno striptease sul palco del teatro della Cooperativa di Milano per fare valere i propri diritti negati di lavoratrici.
Le centraliniste sono state licenziate il 31 agosto dopo sei anni di lavoro interinale e reiterati rinnovi di contratto. Una strip conference provocatoria per porre l'attenzione sulle condizioni di vita e di lavoro di milioni e milioni di persone costrette a vivere nella precarietà. Spogliate di ogni diritto, rimbalzate da un'agenzia interinale all'altra (tre in sei anni), le 11 ex centraliniste (ieri due erano assenti per problemi familiari e di salute) hanno giocato anche quest'ultima carta: sono uscite sul palco e hanno messo il corpo all'asta come avevano annunciato sul cliccatissimo video messo in rete su you tube: «AAA? Vendesi precarie», recitava lo striscione esposto con orgoglio davanti ai giornalisti. Poi dietro ad un pudico telo bianco si sono spogliate mostrando al pubblico le ombre dei corpi nudi sulle note del «Nessun Dorma» di Puccini. Dopo lo spettacolo hanno risposto in vestaglia variopinta alle domande della stampa: «Vogliamo un posto di lavoro sicuro. Siamo disposte a tutto e non lo facciamo solo per noi, ma per tutti i precari che sono nelle nostre stesse condizioni», esordisce una delle donne. «Il nuovo decreto antiprecari del ministro Brunetta non ha fatto altro che rendere cronico il precariato», prosegue un'altra delle spogliarelliste. In fondo l'azienda deve applicare le leggi: «Abbiamo accumulato competenze, esperienze, e dopo averci promesso un rinnovo per altri 18 mesi ci licenziano con solo cinque giorni di preavviso. È solo una questione di costi». Beffa delle beffe, adesso al telefono risponderanno centralinisti dall'accento siciliano. Il loro lavoro è stato esternalizzato a Paternò, Catania.
Dopo giorni di sit-in davanti all'ospedale l'azienda ha offerto loro assunzioni da parte di una cooperativa che si occupa di pulizie: «Valuteremo anche questa proposta, ma per ora il contratto è quello che viene applicato alle imprese di pulizia e solo una di noi potrà essere stabilizzata come amministratrice». Tutte diplomate, Paola, la più giovane ha anche una laurea in Scienze politiche, le 11 donne - alcune madri - forti e combattive, non hanno intenzione di fermarsi qui e a breve annunceranno le prossime iniziative di lotta. Intanto martedì è stato confermato l'incontro con l'assessore provinciale Bruno Casati.


6 settembre 2008 - Il Giornale

«Full Monty» delle centraliniste licenziate
di Michele Perla

Milano - Chi si aspettava una sorta di Full Monty al femminile è sicuramente rimasto deluso. Anche perché le protagoniste, su Youtube, avevano annunciato un vero strip di protesta, che sarebbe andato in scena al teatro della Cooperativa. Nella realtà, nessuna di loro si è presentata sul palcoscenico come mamma l'aveva fatta; si è trattato invece più semplicemente di uno spettacolino da ombre cinesi, in cui dietro un telo bianco in controluce, era possibile intravvedere le sagome che si muovevano impacciate tentando pose sexy, delle undici ex centraliniste dell'ospedale di Legnano, rimaste senza lavoro perché licenziate a contratto scaduto. Una provocazione, soprattutto un'operazione mediatica per tenere accesi i riflettori sulla loro improvvisa precarietà, sopraggiunta dopo anni di lavoro presso il centralino per le prenotazioni del nosocomio «Civile» di Legnano. «Queste ragazze hanno lavorato per sei anni come precarie – ha spiegato Ornella Cameran, collega delle licenziate e rappresentante Rdb-Cub di Legnano -. Ora il contratto non può essere rinnovato e il servizio di centralino è stato smantellato per passare ad un call center siciliano». «Ci siamo messe all'asta per provocazione sul web, ma naturalmente nessuna di noi ha intenzione di mettere in vendita il proprio corpo. L’offerta più gradita è quella di un nuovo posto di lavoro».
Una casa farmaceutica di Segrate si è già detta disponibile ad assumerle presso il proprio call center, ma ci sarebbe anche la possibilità, secondo il direttore generale dell'Ospedale Carla Dotti, di trovare un'occupazione fissa, presso la ditta di pulizia che si occupa del nosocomio, anche con compiti amministrativi.


6 settembre 2008 - Libertà

Precari nel mirino
Strip delle centraliniste licenziate contro la "legge anti-fannulloni"

MILANO - Nude, sia pure con una iconografia casta - uno strip-tease "vestito", con lenzuolone bianco su cui si vedevano le ombre prodotte da una retroilluminazione con sottofondo del "Nessun Dorma" di Puccini cantato da Pavarotti, per chiedere un posto di lavoro e se possibile a tempo indeterminato. È questa la clamorosa protesta sullo stile del film 'Full-Monty', definita una «provocazione», delle centraliniste "licenziate" dall'ospedale di Legnano (Milano) dopo sei anni di occupazione interinale.
Al Teatro della Cooperativa, in zona Niguarda a Milano, erano presenti 9 delle 11 donne che hanno perso il lavoro e che sono assistite dal sindacato Rdb-Cub. Tutte diplomate alle superiori, una laureata in Scienze Politiche, età fra i 30 e i 50 anni, molte mamme, avevano il volto teso ma la volontà di denunciare «la situazione generalizzata del precariato». Le centraliniste hanno sottolineato che « è la legge Brunetta, nota in gergo come legge antifannulloni, che ha buttato sulla strada noi e tanti altri». «Dal 20 giugno - hanno proseguito - è stato esteso al pubblico impiego il divieto di prorogare il lavoro a chi ha svolto 3 anni di occupazione nell'arco di 5. In pratica si elimina il precariato eliminando i precari».


Lo strip delle precarie di Legnano<//strong><//strong><//strong><//strong><//strong><//strong><//strong>

Nelle scelte dell’attuale esecutivo la responsabilità delle mancate stabilizzazioni

Una “strip conference” per proseguire nella battaglia, sostenuta dalle RdB-CUB, contro la perdita del posto di lavoro. Così venerdì 5 settembre le lavoratrici del call center dell’ospedale di Legnano, che provocatoriamente si sono messe all’asta su YouTube, si denuderanno per protesta. Ora e luogo della “strip conference” verranno annunciati questa sera tramite un nuovo video su YouTube.

 

“Ci spoglieremo, ci denuderemo e ci venderemo per un posto di lavoro e lo faremo non solo per noi 11 ma per tutti i precari che come noi ogni giorno vengono denudati della loro dignità e  dei loro diritti, firmando lettere di licenziamento in bianco, contratti a ore, sempre più precari sempre più flessibili”, ha dichiarato una delle lavoratrici nel corso del presidio che si è svolto questa mattina davanti all’Ospedale di Legnano. Molti gli attestati di solidarietà che in queste ore stanno giungendo alle 11 centraliniste.

 

Secondo le RdB-CUB P.I., la vicenda che ora coinvolge le lavoratrici di Legnano, e che rischia di interessare tutti i call center sanitari della Regione Lombardia, è la dimostrazione di come l’attuale esecutivo non lasci alcun margine di soluzione alla vicenda del precariato. Commenta Sabino Venezia della del Coordinamento nazionale RdB-CUB Sanità: “Il Decreto Brunetta, intervenendo pesantemente sulla più importante risorsa della Pubblica Amministrazione, ovvero i suoi operatori, determinerà di fatto una riduzione di personale con la conseguente impossibilità di stabilizzazione dei precari. In altri termini, a Legnano come nel resto del paese, l’unica soluzione alla piaga del precariato cronico è il licenziamento dei lavoratori.

 

“Contro questa macelleria sociale – prosegue Venezia - le RdB rilanciano con forza lo sciopero e dei lavoratori Precari indetto per il prossimo 19 settembre e l’assemblea nazionale che si terrà in quella data  a Roma”, conclude il dirigente RdB-CUB.

 

2 settembre 2008 - Corriere della Sera

La provocazione Le ex centraliniste: ci lasciano in mutande, ci toglieremo anche quelle
Precarie licenziate all'asta su Internet

Legnano - Inizia il video. Ufficio, primo piano di donna, una scritta a pennarello su cartoncino: siamo il call center dell'azienda ospedaliera di Legnano. Undici centraliniste, mogli e madri, alcune sole e monoreddito, precarie da sei anni della società Lavoro più, «né malate immaginarie né fannullone». Stacco. Siamo le prime vittime del decreto Brunetta. Il loro contratto è scaduto il 31 agosto, non è più prorogabile e dunque a casa, con tutta la vita davanti. «Visto che l'azienda ci lascia in mutande, noi ci toglieremo anche quelle». Da ieri le telefoniste sono all'asta, il loro video è su YouTube: «Ci vendiamo sul Web, sono gradite soprattutto offerte di lavoro...».
La denuncia con riffa dura un minuto e 26 secondi. Volti silenziosi, 8 manifesti contro lo «sfruttamento dei precari», una frase in coda: «Ora non ci resta che il silenzio». Non sarà così, certo. La vicenda, raccontata dalla Rdb-Cub, ha già sollevato un polverone. Il punto di partenza è la legge: il decreto del ministro Renato Brunetta «vieta il rinnovo del contratto agl'interinali che hanno lavorato più di tre anni in un quinquennio ». Provocazione sindacale: «Sono queste le normative che avvantaggiano i precari?».
L'asta è all'ospedale di Legnano. Oggi: picchetto. Intanto, l'ospedale riorganizza le prenotazioni di esami e visite: «È una storia dolorosa, noi rispettiamo la legge», dice il dg Carla Dotti. E ora? «Valorizzeremo risorse interne, alcuni lavoratori part-time hanno chiesto più ore». Parte del call center finirà a Paternò, in Sicilia, centralino unico della Lombardia. Per il sindacato «è antieconomico». Replica Dotti che «è la linea di semplificazione e trasparenza del Pirellone».


2 settembre 2008 - La Repubblica

Legnano, sono 11. "Ma era una provocazione, su di noi non cali il silenzio" La curiosità
Ospedale licenzia le centraliniste loro si mettono all´asta su Youtube

LEGNANO - L´azienda dove lavoravano le ha licenziate. E loro decidono di vendersi all´asta su internet. «Ci lasciano in mutande - spiegano - ci toglieremo anche quelle». Sono undici centraliniste, bionde e brune, alte e piccole, magre e robuste, età media trentacinque anni, che fino a ieri rispondevano al call center dell´azienda ospedaliera di Legnano. E ora annunciano: «I nostri corpi per un posto di lavoro».
Ma non si venderanno davvero. «È una provocazione - spiega una di loro, Ornella Cameran, rappresentante del sindacato di base Rdb-Cub - l´abbiamo fatto perché non calasse il silenzio sul nostro caso». Difatti nel video che hanno diffuso su Youtube, Carla, Anna, Rita, Manuela, Giovanna e le altre sembrano nude dietro i cartelli di protesta. In realtà sono vestitissime. «Nessuna di noi ha intenzione di vendere davvero il proprio corpo - spiega Ornella - accetteremo invece volentieri l´offerta di un nuovo posto di lavoro».
Molte sono mamme, più che spogliarelliste, e alcune di loro vivono una situazione difficile, perché alcune sono single con dei figli a carico, altre hanno lo sfratto, e alcune vivono solo di quello stipendio, che va dai 600 agli 800 euro al mese per 30 ore di lavoro la settimana. Sono precarie da sei anni, raccontano, sempre con contratti a termine, «e adesso invece di stabilizzarci, grazie al decreto Brunetta, ci licenziano». «Ma noi non siamo fannullone», protestano, e raccontano che alcune di loro in sei anni non hanno fatto «neppure un giorno di malattia», e sono sempre state «puntuali ed efficienti» sul lavoro.

1 settembre 2008 - Corriere.it

Legnano - «Ci lasciano in mutande, ci toglieremo anche quelle». Con questo slogan undici centraliniste dell'ospedale di Legnano, licenziate perchè il servizio sarà affidato a un altro call center, hanno deciso di attuare una singolare forma di protesta: mettersi all'asta su You Tube. Lo rende noto la Rdb-Cub Pubblico impiego della Lombardia, spiegando che il licenziamento è legato al decreto Brunetta. «Si tratta di undici donne che hanno lavorato per sei anni come precarie - ha spiegato Ornella Cameran, collega delle licenziate e rappresentante Rdb-Cub di Legnano - Ora per effetto del decreto, il loro contratto non può essere rinnovato e il servizio di centralino è stato smantellato per passare a un call center siciliano». Oltre la metà delle undici centraliniste con quel lavoro mantenevano la famiglia. L'asta sarà ovviamente, è stato spiegato, tutta particolare. «Naturalmente nessuna di loro ha intenzione di mettere in vendita il corpo - ha precisato Cameran - ma qualcosa di molto diverso, come un'idea, un pensiero». Le offerte più gradite saranno quelle di un posto di lavoro.
Rdb-Cub richiama inoltre l'attenzione su altri due aspetti della vicenda. Il primo è che al call center siciliano sarebbero già stati dati in appalto i servizi di prenotazione di altri ospedali lombardi con costi che sembrerebbero, sostiene il sindacato, «antieconomici». Il secondo è sull'opportunità, da parte dell'ospedale di Legnano, di aderire al call center siciliano. «Siamo di Legnano, la città che ospita la statua di Alberto da Giussano - scrive Rdb-Cub in una nota - ci piacerebbe sapere la Lega cosa ne pensa».


1 settembre 2008 - Repubblica.it

"Queste ragazze hanno lavorato per sei anni come precarie - spiega Ornella Cameran, collega delle licenziate e rappresentante Rdb-Cub di Legnano -. Ora il loro contratto non può essere rinnovato e il servizio di centralino è stato smantellato per passare ad un call center siciliano".
"Naturalmente nessuna di loro ha intenzione di mettere in vendita il corpo - ha precisato Cameran -, ma qualcosa di molto diverso, come un' idea, un pensiero". E, ovviamente, l'offerta più gradita è quella di un nuovo posto di lavoro.


1 settembre 2008 - Varese news

Legnano - Dopo sei anni di lavoro interinale, l'azienda ospedaliera non ha rinnovato il contratto con la ditta interinale a causa del decreto Brunetta. E le lavoratrici si "mettono in vendita" in rete
Centraliniste licenziate dall'ospedale protestano su YouTube
di Alessandra Toni

Sei anni da precarie: centraliniste all'ospedale di Legnano. Oggi, si ritrovano senza lavoro, al loro posto subentrerà, probabilmente, un call center esterno. Alle undici interinali senza lavoro è rimasta solo la via della protesta on line, un video affidato a "You tube" perchè faccia emergere la loro condizione di vittime del "decreto Brunetta": « Ci mettiamo all'asta in cambio di un posto di lavoro». A dar voce alla loro rabbia è Ornella Cameran, rappresentante del sindacato di base dell'ospedale (RdB Cub) nonchè collega delle centraliniste: « Da sei anni lavoravamo in quest'azienda ospedaliera come interinali. Eravamo precarie e lo sapevamo ma quando, tre anni fa, il contratto è stato rinnovato abbiamo sperato nelle voci che parlavano di stabilizzazione. Fino all'ultimo ci abbiamo creduto. Poi, la scorsa settimana, il direttore amministrativo dell'azienda ci ha detto che si doveva interrompere il rapporto a causa del "decreto Brunetta"». Le undici centraliniste, che per sei anni hanno preso le prenotazioni di visite specialistiche dell'azienda Milano 1 che conta su un bacino di utenza di un milione di persone, sapevano che il 31 agosto sarebbe scaduto anche il secondo contratto, ma erano fiduciose che quella mole di lavoro, così importante, non poteva rimanere scoperta: « Ci avevano ventilato la possibilità che la scadenza del contratto slittasse di sei o sette mesi perchè non si sapeva ancora come organizzare il call center. Sei mesi non è tanto ma era sempre uno spiraglio...». Il decreto Brunetta vieta la possibilità di avere un rapporto di lavoro precario per oltre tre anni in cinque anni consecutivi: lproprio la situazione delle undici centraliniste legnanesi: « Abbiamo chiesto quale futuro veniva riservato al nostro servizio ma ci hanno risposto che era un problema della direzione - ha aggiunto Ornella Cameran - Sappiamo che oggi si sono arrangiati alla bell'e meglio ma pensiamo che questo servizio confluirà quanto prima in quello regionale che ha affidato ad un call center siciliano le telefonate di alcune aziende sanitarie lombarde». «Innanzitutto voglio precisare che l'azienda non ha licenziato nessuno e non ha intenzione di farlo in futuro - chiarisce il direttore generale Carla Dotti - Noi avevamo un rapporto con un'azienda interinale ma non l'abbiamo più potuto rinnovare perchè sarebbe stato un atto illegittimo: il quadro normativo parla chiaro. Attualmente, il call center viene gestito dai nostri dipendenti dello sportello prenotazione perchè stiamo riorganizzando tutto il servizio: le prime visite e quelle più "semplici" saranno gestite dal call center regionale, quelle più delicate, però, rimarranno in capo all'azienda. Nel corso di questa rivisitazione potremmo ancora aver bisogno di personale esterno. L'intera questione, comunque, verrà definita entro fine anno. Ribadisco, comunque, che non ci sono stati licenziamenti nè, tanto meno, disguidi nelle prenotazioni». Alle undici centraliniste rimane la solidarietà del sindacato e una colletta per far fronte ai tanti problemi quotidiani. La loro protesta, però, affidata alla rete è già arrivata sul circuito massmediatico: «Non avevamo altra scelta. You tube è uno spazio libero che ti permette di dar voce alla protesta. Chiaramente, la nostra è una provocazione: nessuno ha intenzione di venedere nulla. Siamo tutte mamme e abbiamo bisogno solo di serietà...»


1 settembre 2008 - CronacaQui

Il servizio sarà affidato a un altro call center e loro perderanno il lavoro
Precari: centraliniste licenziate si mettono all'asta su Youtube

LEGNANO - "Ci lasciano in mutande, ci toglieremo anche quelle". E' lo slogan con cui undici centraliniste dell'ospdedale di Legnano hanno iniziato una singolare protesta via web. Sono state licenziate perchè il servizio di call center sarà affidato ad un'altra società e le lavoratrici hanno dunque deciso di mettersi all'asta su Youtube. Lo rende noto la Rdb-Cub Pubblico impiego della Lombardia, spiegando che il licenziamento è legato al decreto Brunetta. ''Si tratta di undici donne che hanno lavorato per sei anni come precarie - ha spiegato Ornella Cameran, collega delle licenziate e rappresentante Rdb-Cub di Legnano - Ora per effetto del decreto, il loro contratto nonpuò essere rinnovato e il servizio di centralinoè stato smantellato per passare ad un call center siciliano''. Oltre lametà delle undici centraliniste con quel lavoro manteneva la famiglia. L'asta sarà ovviamente, è stato spiegato, tutta particolare. ''Naturalmente nessuna di loro ha intenzione di mettere in vendita il corpo - ha precisato Cameran - ma qualcosa di molto diverso, come un' idea, un pensiero''. Le offerte piu' gradite saranno quelle di un posto di lavoro. Rdb-Cub richiama inoltre l'attenzione su altri due aspetti della vicenda. Il primoè che al call center siciliano sarebberogià stati dati in appalto i servizi di prenotazione di altri ospedali lombardi con costi che sembrerebbero, sostiene il sindacato, ''antieconomici''. Il secondoè sull'opportunità, da parte dell'ospedale di Legnano, di aderire al call center siciliano. ''Siamo di Legnano lacittà che ospita la statua di Alberto da Giussano - scrive Rdb-Cub in una nota - ci piacerebbe sapere la Lega cosa ne pensa''.



EFFETTO BRUNETTA: licenziate 11 dipendenti Ospedale di Legnano

Dal 1 settembre NOI PRECARIE dell’Ospedale di Legnano saremo LICENZIATE però non ci arrendiamo e lanciamo un’asta pubblica il nostro corpo su internet per un posto di lavoro.
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> Incredibile!!! Ci licenziano perchè da 6 anni lavoriamo come centraliniste nel Call Center nell’Ospedale di Legnano.
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> Dopo 6 anni di precariato nell’Ospedale, invece di stabilizzarci, grazie al decreto Brunetta, ci LICENZIANO perchè abbiamo lavorato più di 3 anni nel quinquennio,sono queste le normative che avvantaggiano i precari; è questo il decreto sulla semplificazione nel pubblico impiego il Decreto Legge Brunetta!!!
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> In questi mesi ogni volta che si parla di Pubblico impiego si parla di disservizi, non farà notizia il nostro licenziamento,noi non abbiamo fatto nulla di delinquenziale e non siamo fannullone.
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> Nessuno parlerà di noi,non siamo mostri da sbattere in prima pagina.
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> Alcune di noi madri, sole e a monoreddito, in 6 anni non hanno fatto neppure un giorno di malattia, sempre puntuali, ed efficienti, con centinaia di persone soprattutto anziani e disabili, che ogni giorno prenotano telefonicamente visite o esami per una delle più grandi Aziende Ospedaliere Lombarde con un bacino di circa 1.000.000 di persone.
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> Dal 1 settembre l'azienda dove lavoriamo ci lascerà in mutande.
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> Abbiamo deciso di toglierci anche quelle.
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> Apriremo un’asta pubblica, ci venderemo su internet, naturalmente saranno gradite soprattutto offerte per un posto di lavoro in provincia di Milano, potrete vedere le nostre foto sul sito che ci ospiterà.
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> E’ aperta l'asta.
> Da Martedì 2 settembre presidio presso L’Ospedale di Legnano
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> Visitate il NOSTRO video clip su YOUTUBE
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> All’indirizzo it.youtube.com/watch e fate la vostra offerta! chiamateci: 3664534300 scriveteci: precarie.legnano@hotmail.it

Precarie in vendita su YouTube
A Legnano le 11 centraliniste dell'ospedale ora senza lavoro scelgono una singolare protesta
Il servizio di call center è passato a una struttura siciliana
Licenziate, si mettono all'asta su YouTube
Appello web per undici centraliniste dell'ospedale di Legnano. Hanno perso il posto dopo aver lavorato sei anni come precarie