Gli immigrati possono lavorare, sottoscrivere un contratto di lavoro, ma non riescono ad aprire un conto corrente alla posta. Questa è la controversa situazione che vivono questi lavoratori, soprattutto quelli di nazionalità nigeriana. Dopo le lunghe trafile per richiedere l’asilo politico o il permesso di soggiorno, rimangono intrappolati nella burocrazia di Poste Italiane che impedisce loro di aprire un conto corrente o una Postepay.
Per questo oggi siamo andati in presidio davanti all’ufficio postale di Torino Centro per chiedere spiegazioni direttamente al direttore.
Come USB abbiamo chiesto che urgentemente vengano accolte le nostre istanze:
- STOP al rifiuto delle richieste di apertura dei conti corrente per i richiedenti asilo da parte degli uffici postali;
- STOP alla richiesta di ulteriore documentazione, oltre al permesso di soggiorno e al codice fiscale, come requisito per aprire un conto corrente;
- RICONOSCIMENTO da parte di Poste Italiane del permesso di soggiorno per richiesta di asilo politico (anche ai sensi dell'art.4 Dlgs 142/2015) in applicazione dell'art.126 del TU Bancario e circ. ABI del 19/04/2019;
- SEMPLIFICAZIONE delle procedure di apertura, maggiore velocità e procedure di trasmissione della documentazione certe che eliminino il rischio di smarrimento;
- STOP DISCRIMINAZIONI PER TUTTI GLI IMMIGRATI NIGERIANI. Eliminare l'automatismo nei sistemi informatici che impedisce ad un utente nigeriano di poter sottoscrivere un conto corrente.
Una condizione altamente discriminatoria, quella denunciata da numerosi lavoratori, che va risolta nel più breve tempo possibile per garantire a tutti l’ accesso ad un servizio fondamentale come quello di sottoscrivere un contro corrente.
USB Piemonte