In data 21 marzo l’Unione Sindacale di Base, grazie al lavoro dell’avvocato Vincenzo Perticaro, aveva depositato un’integrazione di denuncia penale rispetto all’arrivo della nave rigassificatrice Golar Tundra. Oltre alla denuncia aveva presentato anche esposti agli enti coinvolti nell’iter autorizzativo, tra cui l’Ufficio Circondariale Marittimo – Guardia Costiera di Piombino. Proprio quest’ultima, nella giornata di ieri ha inviato un documento ufficiale alla nostra organizzazione sindacale rispondendo ad alcune osservazioni da noi sollevate.
Tenendo presente che tutta la vicenda è coperta da segreto istruttorio non possiamo non soffermarci su alcune delle osservazioni a partire dal “punto 6” e cioè la nostra denuncia circa la presenza di GNL nella Golar Tundra, nonostante non vi sia ancora nessun piano di emergenza definitivo, mancano gli opportuni collaudi effettuati sul posto e non c’è neanche la cosiddetta Aia (analisi di impatto ambientale).
La Capitaneria di porto conferma quanto da noi denunciato. Vi sono stati incontri “formali e informali” nei quali Snam ha fornito documentazioni e “prescrizioni” aggiuntive riguardo alla presenza di gas liquefatto all’interno della nave. In pratica siamo già in presenza di un gravissimo pericolo nel porto di Piombino prima ancora che l’iter autorizzativo sia concluso.
Per quanto riguarda invece i lavori di dragaggio necessari allo scopo di garantire un fondale adeguato, per un’estensione di almeno ulteriori 50 metri, come suggerito nello studio effettuato dalla società specializzata Cetena (vale la pena ricordare come le simulazioni che hanno permesso di giungere a tali conclusioni sono state effettuate con nave di lunghezza f.t. pari a 180 m mentre la Golar Tundra ha una lunghezza pari a circa 292,5 metri) la Capitaneria precisa che non si tratta di vere e proprie “prescrizioni” imperative ma semplici “consigli”: “L’operazione che lo scrivente ufficio ha indicato come necessaria in via preventiva non è la paventata realizzazione delle opere ma semplicemente il valutare in maniera adeguata”.
Non siamo sorpresi dall’interpretazione data, se non fosse che le prescrizioni, redatte da una molteplicità di soggetti, sono in totale 129. E che tali prescrizioni sono inserite all’interno dell’autorizzazione finale firmata dal Commissario Giani.
Se magicamente tali prescrizioni si trasformano nel consiglio a Snam di “valutare in maniera adeguata”, allora avremo la conferma definitiva che l’iter era già scritto fin dal principio e che le indicazioni successive erano e sono “fumo negli occhi”, per garantire in ogni caso a Snam i lauti profitti che ha chiesto.
USB Livorno e Piombino