Coerentemente con la denuncia effettuata da questo sindacato, circa le spropositate ore di fermo delle ambulanze all’interno dei Pronto Soccorso romani (ben 808 nei soli primi 14 giorni di febbraio!), ci aspettavamo che la nuova Direzione dell’ARES, che dal suo insediamento osserva un rigoroso silenzio, prendesse una netta posizione circa il necessario rilancio di questo fondamentale servizio pubblico.
MA INVECE NO! La Dirigenza dell’ARES risponde difendendosi (ma chi l’aveva attaccata?!) e dichiarando “..inopportuna una diffusione dei dati non validata dall’Amministrazione”.
Nel far notare che i dati vengono validati esattamente nel momento in cui non sono smentiti, ci teniamo a sottolineare - riguardo all’opportunità della loro diffusione - che non solo, riteniamo sia un diritto di tutta la cittadinanza sapere come viene gestito ed utilizzato un servizio pubblico che viene pagato anche attraverso la tassazione generale (che in questa Regione, grazie al Piano di Rientro, è ai massimi livelli!), ma che pensiamo, anche, sia doveroso e giusto che su di esso venga esercitato un controllo pubblico.
Ancora risponde l’ARES: “… sono comunque stati garantiti i normali livelli di assistenza…”.
Questa risposta ci appare quantomeno azzardata visto che in alcuni giorni abbiamo avuto più di 10 macchine ferme (spesso contemporaneamente) al Policlinico Casilino e almeno 6 al Pertini su un totale di circa 70 ambulanze circolanti.
Certo, noi in primis ci felicitiamo del fatto che ciò non abbia avuto, fino ad ora, ripercussioni di una certa rilevanza sulla cittadinanza (ritardi a parte!), ma nella consapevolezza che ciò riguarda solo una fortunata casualità e ad uniche spese dei lavoratori/ici del servizio e della loro sicurezza, attraverso un aumentato orario e carico di lavoro.
Infine, sulla TASK FORCE di tecnici che l’Assessorato alla Sanità della Regione, intende mettere in campo per trovare soluzioni adeguate alla riorganizzazione del sistema di soccorso, possiamo fin da ora dichiarare ciò di cui ha bisogno il 118: assunzioni di personale, apertura di indispensabili postazioni, acquisizione di nuovi mezzi, ripresa della formazione che metta in grado gli Operatori/ici di poter rispondere sempre con maggiore professionalità ai bisogni dell’utenza.