Non bastano i carichi di lavoro sempre più insostenibili e il conseguente aumento delle malattie professionali e degli infortuni all’interno delle RSA. Non basta l’aver affrontato il periodo pandemico con serietà e professionalità nonostante il sistema degli appalti e le retribuzioni “da fame” previste dai contratti nazionali delle cooperative sociali. Adesso, con il carovita alle stelle, la cooperativa Di Vittorio insieme ai sindacati concertativi ha deciso di reintrodurre le cosiddette “notti passive” obbligatorie all’intero delle RSA Pascoli e Villa Serena di Livorno. Traduzione: vai a lavorare la notte per 10 ore consecutive e vieni pagato 25 euro lorde, 2 euro netti l’ora. Se si sottrae 10 euro di benzina per arrivare al lavoro stiamo parlando di un euro l’ora di retribuzione.
Secondo questi signori non si tratta di lavoro. Devi stare all’interno della struttura sanitaria senza poterti assentare, devi dormire su una brandina all’interno dei reparti ma tutto ciò non viene considerato lavoro. Solo se vieni chiamato per un’emergenza allora partono la retribuzione “normale” e la copertura assicurativa. È follia pura. Ancora di più in una fase in cui le retribuzioni dovrebbero aumentare per via dell’aumento dei costi.
Facciamo subito chiarezza. Nei bandi e nei capitolati del Comune non c’è scritto da nessuna parte come la cooperativa debba retribuire i propri dipendenti in questi casi. Vi è l’obbligo di garantire la presenza di personale aggiuntivo per via delle carenze del sistema antincendio.
Anche l’eventuale giustificazione rispetto alle risorse economiche non sufficienti trasferite dal Comune non può e non deve essere adottata. Altrimenti, un giorno, la cooperativa potrebbe venirci a dire che è in difficoltà economica e bisogna lavorare gratis altrimenti non potrà essere garantito il servizio considerato essenziale.
La verità è che nel contratto nazionale firmato da Cgil, Cisl, Uil vi è un articolo scritto in maniera volutamente fumosa e interpretabile, che permette tutto ciò. La verità è che la stessa cooperativa, nel suo comunicato cita un accordo sindacale firmato dalla stessa con Cgil, Cisl, Uil il 10 gennaio 2020 in cui si formalizza questo sistema di sfruttamento selvaggio. In questo senso si capisce bene come mai queste organizzazioni si sono schierate contro il salario minimo in Italia.
Come USB non abbiamo intenzione di accettare questo metodo di retribuzione del lavoro. Se non si è a casa con i propri cari, se si è costretti a venire in struttura e rimanervi per 10 ore, allora bisogna essere pagati regolarmente. Per questi motivi, oltre ad intraprendere un percorso di chiarimento e consulenza con il nostro studio legale, apriremo ufficialmente lo stato di agitazione sindacale chiedendo l’intervento del Comune di Livorno (come responsabile in solido essendo ente appaltante) e della Prefettura.
Qualsiasi eventuale disservizio che verrà prodotto sarà solo e soltanto responsabilità di chi ha creato questa situazione e non certo degli operatori e delle operatrici delle RSA Pascoli e Villa Serena che hanno sempre lavorato con serietà e professionalità.
USB Livorno - Settore Cooperative Sociali
Livorno 16 settembre 2022