Proprio durante lo svolgimento di una partecipatissima assemblea nella quale i lavoratori e le lavoratrici del San Raffaele hanno con forza ribadito di non voler accettare il ricatto dei licenziamenti o la proposta di quei sindacati - CGIL in testa, il cui delegato regionale è stato cacciato dall'assemblea - che richiedono la cassa integrazione per regalare ancora soldi ad un'amministrazione che continua a fare profitti mentre toglie i soldi dalle buste paga dei lavoratori, l'amministrazione invia le prime lettere di licenziamento.
Questo è un atto provocatorio, illegittimo e gravissimo che nulla ha a che vedere con il risanamento dei conti di un'azienda che continua a nascondere il proprio bilancio e che ha in realtà uno scopo chiaramente intimidatorio nei confronti di quei lavoratori che hanno scelto di non cedere al ricatto.
Non è per caso che una delle prime lettere di licenziamento abbia colpito una lavoratrice impegnata da mesi nella lotta con l'USB, sindacato che fin dall'inizio si batte contro lo scellerato piano di ristrutturazione dell'azienda basato su licenziamenti e attacco ai diritti e ai salari.
A questo piano di ristrutturazione e alle lettere di licenziamento i lavoratori e le lavoratrici stanno dando un'immediata risposta con il blocco dell'Ospedale, a partire dall'accettazione e dalle casse ticket, e si opporranno con ogni forma di lotta sindacale a cominciare dalla proclamazione di uno sciopero generale della Sanità in Lombardia. I legali di USB stanno inoltre impugnando la procedura e i provvedimenti di licenziamento.
Le iniziative continueranno nei prossimi giorni per far capire forte e chiaro che nessuno si piegherà a questo ricatto.
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Aggiornamento 13,30:
Mentre continuano ad arrivare lettere di licenziamento senza preavviso che colpiscono senza criterio i lavoratori e le lavoratrici del San Raffaele, si alzano i toni della vertenza.
I lavoratori, riuniti in assemblea spontanea, stanno ora muovendo verso la statale padana con l’intenzione di bloccarla, tutto questo in risposta ai licenziamenti, che coinvolgono anche personale con limitazioni, ed alle ignobili dichiarazioni dei sindacati confederali che, invece di scendere al fianco dei lavoratori in lotta, polemizzano con quelle organizzazioni come la USB che da sempre si sono battute contro i licenziamenti.