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Scaffali vuoti e lavoratori a rischio, è questa la dirigenza Coop

Nazionale,

Unicoop conferma la chiusura del centro logistico di Anagni senza nessuna garanzia per i lavoratori coinvolti né un piano alternativo per i rifornimenti

Dopo gli annunci di affitto del magazzino girati su internet, è ormai ufficiale, il centro di distribuzione di Anagni chiuderà ad Ottobre, forse per essere spostato a Terni.

Unicoop decide di riorganizzare senza alcun interesse per soci e lavoratori.

I clienti, molto dei quali soci della cooperativa, si trovano di fronte a scaffali vuoti, senza alcun approvvigionamento alternativo per beni di prima necessità come tutto il reparto ortofrutta.

I lavoratori, duecento quelli coinvolti, non hanno ricevuto alcuna garanzia riguardo alla salvaguardia occupazionale e salariale. Ricordiamo come già ad oggi questi lavoratori, pur operando per Coop, siano assunti da un azienda terza, la Afv, con contratti precari e in somministrazione.

E “se una spesa può cambiare il mondo”, come recita una delle ultime pubblicità Coop, di certo lo fa in peggio per i lavoratori, sottoposti ad orari prolungati con carichi eccessivi, senza sicurezza, per uno stipendio misero.

La scelta di chiudere il centro logistico di Anagni, senza alcuna alternativa né stabilità per i lavoratori, mostra l’arroganza di Unicoop Tirreno e la gestione illogica e controproducente dell’attuale gruppo dirigenziale. L’esempio più chiaro è l’inaugurazione del nuovo negozio Coop nel comune di Fabrica di Roma, nel viterbese, proprio il 2 Giugno, giorno festivo non obbligatorio, con scaffali e banchi strapieni perché riforniti da Coop Centro Italia. A Civita Castellana, ad appena dieci chilometri di distanza, il punto vendita è ormai semi vuoto, perché fa ancora riferimento al polo di Anagni.

Il costo dei mancati incassi e dalla perdita della clientela, ormai sfiduciata, la devono pagare gli ideatori di questa commerciale, se così può essere chiamata, non certo i dipendenti.

Abbiamo sempre evidenziato come tutto il mondo cooperativo debba intervenire ed essere partecipe in queste situazioni. L’attuale decisione di disinvestire nel sud del Lazio è una scelta che deve essere fermata nella salvaguardia dei diritti dei lavoratori e della stessa cooperativa che sta fallendo là dove invece molti altri aprono.

Il rinnovo dell’integrativo manifestava già questa volontà di chiusure e ridimensionamenti, facendole pagare ai lavoratori, eppure cgilcisluil e cobas hanno avuto molta fretta a firmarlo, cedendo, se non appoggiando gli abusi aziendali.

 

Usb è al fianco di tutti i lavoratori coinvolti, in sciopero in questi giorni, vanno bene i tavoli ministeriali e istituzionali, ma non vogliamo l’ennesimo accordo al ribasso, tutti i lavoratori di Anagni devono essere stabilizzati e assunti direttamente da Coop, basta con le esternalizzazioni. Un sistema subdolo per sottopagare i lavoratori e privarli di tutele e dignità.

 

Usb Commercio