È arrivato il temuto giorno dello sgombero, atteso da settimane con ansia da oltre 300 persone fra cui almeno 80 bambini, dell’occupazione abitativa di Via Cardinal Capranica nel quartiere di Primavalle. Era il primo nella lista degli sgomberi prioritari secondo il ministro dell’Interno Salvini, e questa notte è stato mobilitato un dispositivo di polizia senza precedenti: centinaia di uomini e decine di mezzi, fra cui ben due idranti, messo in campo già domenica sera intorno alle 23.
Una mossa grave, basti pensare a quanto può essere pericoloso uno sgombero eseguito di notte sia per chi lo subisce sia per gli esecutori, diretta esplicitamente a ostacolare la mobilitazione convocata per le 5 del mattino dalla coalizione “Roma Non si Chiude” di cui fanno parte l’Asia USB e i movimenti per la casa, insieme a centri sociali, organizzazioni e collettivi.
L’Asia USB, così come il Coordinamento di Lotta per la Casa e i Blocchi Precari Metropolitani, insieme a tutta la rete dei solidali con gli occupanti, ha risposto tenendo un lungo presidio a poche centinaia di metri dall’occupazione assediata dai celerini. Il confronto tra le centinaia di persone accorse a tentare di impedire lo sgombero è andato avanti per ore, fino a quando all’alba i reparti celere hanno fatto irruzione nella ex scuola occupata, con una violenza inaudita e con ampio utilizzo degli idranti. Dall’altra parte il presidio si è trovato ugualmente di fronte uno schieramento di forze impressionante, con l’accesso alla strada bloccato dai mezzi della polizia e un ingente dispiegamento di celerini.
A quel punto ci si è mossi in corteo per le vie del quartiere, fino ad occupare Piazza Clemente XI, denunciando l’avvenuto e registrando significativi episodi di solidarietà da parte degli abitanti del quartiere.
L’Asia USB denuncia l’atteggiamento violento ed intimidatorio delle forze dell’ordine, in perfetta linea con quello del ministro del terrore Salvini, così come il rimpallarsi di responsabilità tra Campidoglio e Regione che pur potendo mettere in campo delle contromisure (il primo in particolare è proprietario dello stabile), non hanno voluto impedire lo sgombero.
Né il modello Carlo Felice di riconsegna e ricollocazione, né la proposta del Comune arrivata tramite l’assessora Baldassarre, arrivata in loco alle 7, di una collocazione in zone lontane dal quartiere o in stabili come centri di accoglienza potevano infatti soddisfare le giuste rivendicazioni degli occupanti, convinti nel voler difendere la propria comunità e nel non volere accettare soluzioni peggiorative della loro sistemazione.
L’Asia USB esprime la massima solidarietà agli occupanti e ribadisce loro il proprio sostegno, rinnovando l’opposizione alla stagione di sgomberi annunciata da Salvini. Rinnoviamo l’impegno a rilanciare la battaglia per affermare il diritto alla casa nella nostra città e per l’attuazione del piano già approvato per l’emergenza abitativa.
Asia USB