Lo smart working è un diritto di tutte le lavoratrici e lavoratori dell’Agenzia delle Entrate e non possono essere fatte distinzioni con chi è stato definitivamente assunto, anche se da un solo giorno.
Lo smart working, perfettamente inserito dentro il Contratto collettivo nazionale, sta assumendo sempre più la connotazione di una gentile e graziosa concessione da condizionare a questo e quello.
Ogni tanto arrivano persino docce fredde, e sarebbe interessante capire chi dissemina il panico un tanto al kg, tipo: ce lo toglieranno!
Al di là dell’aspetto grottesco e fantasista rimangono i fatti:
- I neoassunti non possono subire alcuna discriminazione in peius. La odiosissima clausola dal portato discriminatorio contenuta nella proposta originaria dell’Amministrazione sul lavoro agile che prevedeva per i neossunti la specifica della previa verifica dell’acquisizione delle abilità tecnologiche nell’utilizzo degli applicativi e degli strumenti di lavoro è stata stralciata. Per non parlare del fatto che tempus regit actum quindi le regole da applicare al personale neoassunto sono in ogni caso quelle del regime transitorio che valgono per tutte e tutti sino al 31 ottobre;
- Una larga fetta di personale, quello delle Conservatorie, non ha accesso allo smart working: un diritto negato a tutti gli effetti e sarebbe il caso di capire perchè visto che a quanto ci consta la Sicilia è l’unica in Italia a negarlo ( o meglio a renderlo talmente inarrivabile da far agire in autocensura sulle stesse richieste) e la regolamentazione sul lavoro agile che parte dal centro parla di “mappatura dei processi” da aggiornare sulla base delle innovazioni tecnologiche. Certo, qualcuno risponderà ci sta carenza di organico. E allora se siamo così messi male da arrivare a negare tout court l’utilizzo dello smart per alcune articolazioni come mai nell’ultimo bando non è stata previsto nessun posto per il personale delle Entrate in Sicilia? O vogliamo ignorare il fatto che le assegnazioni dell’ultimo concorso hanno visto la piena fungibilità tra Entrate- Territorio e Conservatorie con tanto di condivisioni ed effetto- spezzatino?;
- La Sicilia ha una viabilità da formaggio svizzero. Questo fattore impatta direttamente non solo sulla vita delle persone e sul tempo passato su strada (i trasporti pubblici sono a dir poco e per essere romantici una chimera) ma anche sui rischi connessi al tragitto casa- lavoro.
Ferma restando la via maestra di procedure chiare e trasparenti sulla mobilità ( fatte con regolarità e non una tantum), come USB da tempo poniamo la questione alla DR Sicilia evidenziando che questa situazione di viabilità compromessa che vivono i pendolari a lunga percorrenza, magari in alcuni casi connessa pure al lavoro di cura genitoriale, deve essere risolta il prima possibile con scelte coraggiose e specifiche sul territorio, tramite l’attivazione di istituti che per fortuna la digitalizzazione delle attività rendono fattibili: oltre al lavoro agile il famigerato coworking o attività delocalizzata che dir si voglia, se non vogliamo scavalcare i tavoli romani. Tavoli romani che non hanno avuto remore a far sì che il personale dell’ultimo concorso (nello specifico i rinunciatari al tirocinio provenienti dalla Lombardia) dovesse continuare a lavorare per la Lombardia dalla Sicilia. Un mostro giuridico per fortuna scongiurato dall’intervento sindacale ma che oggi porta a chiederci: perchè quando si tratta di fare eccezioni a favore dell’Amministrazione (attività delocalizzata di massa per raggiungere gli obiettivi della Lombardia lavorando dalla Sicilia) non ci sono paletti e si forzano le regole e quando si tratta di chiedere a tutela del personale che macina chilometri su strade disastrate bisogna aspettare il centro (coworking)?
Alleghiamo la richiesta di dati trasmessa alla DR Sicilia sulle questioni sopra esposte
USB PI Agenzie Fiscali Sicilia