Il 30 giugno 2023 scade la proroga che permette ai lavoratori e alle lavoratrici fragili, sia del pubblico impiego che del lavoro privato, di beneficiare del lavoro agile.
Seppur la norma è nata per prevenire l’elevato rischio di contagio nei luoghi di lavoro per questa tipologia di dipendenti e nonostante la cessazione dell’emergenza pandemica (come stabilito dall’OMS lo scorso 5 maggio), non viene meno la necessità di contesti organizzativi in grado di tutelare la condizione soggettiva di migliaia di lavoratori e lavoratrici, la cui condizione di fragilità non scade il 30 giugno e non è esclusivamente legata alla maggiore possibilità di contagio da malattie infettive.
USB ha scritto ai ministri del Lavoro, della Salute e della Pubblica Amministrazione per chiedere di rendere strutturale la norma e non lasciare dal primo luglio prossimo migliaia di lavoratori e lavoratrici fragili alla mercè di una dirigenza che si è dimostrata di ostacolo alla concessione dello smart working, persino durante la pandemia e in presenza di norme precise tese alla maggior tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, dimostrando di essere rigidamente ancorata all’esercizio del controllo piuttosto che all’efficacia delle prestazioni.
Ancora prima che una richiesta sindacale, che noi comunque porteremo convintamente avanti ovunque e comunque, la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici fragili dovrebbe essere una norma di civiltà in un Paese che invecchia cronicizzando le patologie e che vede l’età pensionabile più alta della media europea.
Confederazione USB
In allegato la lettera ai ministeri