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Sanità dalle Regioni > Liguria

USB Ospedale Galliera: Gestione emergenza sanitaria Covid-19

Genova,

Al Direttore Generale e p.c. Ai lavoratori E. O. Ospedali Galliera

Con nota datata 24 febbraio 2020 (Prot. Gen. nr.0005718/20 del 24/02/2020) lo scrivente RLS sollecitava, tra le altre richieste, un incontro informativo urgente.

La richiesta di cui sopra trovava riscontro solo in data 11 marzo 2020 (Prot. Gen. PG/0007841/20 del 11/03/2020).

La convocazione veniva fissata il giorno seguente (12 marzo 2020, alle ore 10.00). Probabilmente tra i 5 componenti dei RLS aziendali qualcuno non avrà avuto neanche il tempo di leggere la mail di convocazione, visto il tempo esiguo intercorso tra la comunicazione/convocazione e il giorno prestabilito.

Ma il fatto anomalo non riguardava solo la tempistica sopra descritta, perché stranamente la convocazione veniva fatta dalla S.C. Gestione Risorse Umane e, la stessa struttura, non convocava la competente S.C. Prevenzione e Protezione e non convocava neanche il servizio di Medicina Preventiva nelle figure dei  Medici Competenti.

Quanto sopra esposto si è concluso senza la stesura di un verbale di riunione.

In quella circostanza i RLS presenti alla riunione avevano sollevato una serie di criticità e tali sono rimaste.

Successivamente, anche nel corso degli incontri sindacali che si sono succeduti era stato evidenziato più volte il problema della carenza/mancanza di adeguati DPI e la conseguente esposizione dei lavoratori a contatto con pazienti ricoverati e risultati positivi all’infezione da Covid-19.

Ciò avveniva in diversi reparti, sopratutto dell’area medica.

Infatti, nel giro di poche settimane, i reparti di medicina e di Geriatria erano stati chiusi per le sanificazioni e sopratutto per l’alto numero di dipendenti che avevano contratto il virus durante l’attività lavorativa.

A tal proposito si evidenzia come l’esposizione dei dipendenti e la conseguente malattia/infortunio degli stessi abbia avuto delle significative ripercussioni anche nel contesto abitativo.

Perché nei casi in questione tutti i famigliari (compresi figli minori) che condividevano le abitazioni con i soggetti infetti hanno dovuto a loro volta subire il periodo di quarantena, con tutti i disagi e i costi affrontati. 

Sempre nel corso delle riunioni era stato sollevato l’annoso problema degli assembramenti, nei reparti camerata dei padiglioni storici come nei locali del pronto soccorso.

Al pronto soccorso la causa è quasi sempre la lunga attesa per la ricerca dei posti letto nei reparti (già assembrati). 

Era stato segnalato anche il problema degli accessi alla mensa aziendale.

Alcuni frequentatori, di profilo diverso, accedono nei locali all’ora di pranzo con i DPI.

Recentemente avevamo appurato e segnalato che diversi dispositivi come le mascherine, consegnate ai dipendenti, erano privi del marchio CE e non avevano una scheda tecnica e conseguentemente non avevano la certificazione INAIL.

Nel frattempo la S.C. Prevenzione e Protezione aveva modificato il documento di valutazione del rischio (DVR) senza consultare/informare preventivamente i RLS aziendali.

Tutto ciò confermando una prassi già consolidata nel corso degli anni. 

Dall’inizio della pandemia e dal momento della dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria emanato dal Governo i varchi dell’ospedale, salvo l’accesso del pronto soccorso, sono rimasti accessibili a tutti (dipendenti e non) e non sono mai stati presidiati con un’attività di controllo sanitario preventivo.

Una precauzione che era, ed è tutt’ora indispensabile in ogni contesto lavorativo dove c’è un alto numero di lavoratori/frequentatori.

Ancora oggi l’ingresso della portineria di Corso Mentana 10 non è presidiato adeguatamente.

Infatti, dopo aver oltrepassato il cancello, qualsiasi soggetto che non si dirige all’interno del padiglione C può liberamente circolare e dirigersi verso qualsiasi padiglione dell’Ente.
Solo in data 17 giugno 2020 l’Ente ospedaliero ha preso delle decisioni e ha inviato una comunicazione istituzionale (attraverso la mail aziendale) con la quale dispone i cambiamenti organizzativi in merito ai percorsi di accesso e di uscite dal nosocomio.

Detta riorganizzazione risulta molto carente (inadeguata), sia da un punto di vista della prevenzione, nonché dal modello logistico organizzativo interno che crea enormi disagi ai dipendenti e agli utenti. Innanzitutto perché non è stato approvato un vero e proprio PROTOCOLLO OPERATIVO PER LA GESTIONE degli accessi con misure uguali per tutta la popolazione.

Poi perché rispetto agli utenti e ai visitatori, i dipendenti e gli operatori sono stati esentati dal controllo della temperatura.

Questa attività di prevenzione oramai è in atto in tutti i contesti lavorativi, come ad esempio gli ospedali, le industrie, i cantieri e i siti produttivi dove lavorano centinaia o migliaia di lavoratori. Inoltre l’attività di “triage” per utenti e visitatori non viene effettuata nei giorni festivi e prefestivi, nonché nelle prime ore di apertura e di chiusura delle portinerie.

Inoltre ci sono i pazienti che arrivano dal parcheggio dei dipendenti con le auto private (disabili) o con le ambulanze.

Anche in questi casi non c’è un “triage” preventivo per l’accesso in ospedale.
A quanto sopra esposto si aggiungono altre criticità per pazienti e dipendenti.

I pazienti (fragili) che si recano in radioterapia, in ortopedia, in radiodiagnostica, in neonatologia ecc. sono costretti a passare dalla portineria del CUP - via A. Volta 6 - e poi devono attraversare internamente diversi padiglioni dell’ospedale per poter arrivare nei padiglioni sopracitati.

I dipendenti invece sono costretti a passare/uscire dalla portineria Centrale. Coloro che lavorano nel padiglione E devono fare dei ripetuti passaggi lunghi ed esterni per trasportare provette (da e verso il centro trasfusionale) o semplicemente per recarsi in mensa nell’ora di pausa.

Anchel’accentramento e la custodia delle chiavi dei vari servizi/padiglioni sta creando un enorme disagio ai dipendenti coinvolti.
Per quanto sopra esposto si invita codesto Ente a rivalutare le procedure fino ad oggi adottate.

In particolare si chiede di deliberare un protocollo operativo univoco, per gestire i vari accessi del nosocomio secondo linee guida uniformi per tutta la popolazione e sopratutto necessari per prevenire e per fronteggiare il rischio di diffusione del Covid-19 all’interno dell’Ente.

 

p. Coordinamento Regionale USB Liguria
Tullio Rossi

Componente RSU/RLS Ospedali Galliera