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Editoriale

Telecamere negli asili nido, USB: no al "grande fratello"

Roma,

L’installazione di telecamere negli asili nido, fortemente voluta e propagandata da Salvini, è passata all’unanimità nelle Commissioni Lavori Pubblici e Ambiente del Senato. A un occhio distratto potrebbe sembrare la misura giusta contro i maltrattamenti e gli abusi. Peccato che agisca sugli effetti e non curi le cause. Cause che una buona politica della scuola dovrebbe al contrario analizzare, invece di delegarle al ministro dell'Interno.

Occorre riflettere sulle condizioni di lavoro degli educatori. Negli ultimi anni continui tagli sugli investimenti e leggi regionali hanno aumentato il rapporto numerico educatore/bambini, con conseguente aggravio dei carichi di lavoro. Contemporaneamente proliferavano i nidi privati. Meno costosi, senza che nessuno si chiedesse il perché.

Manca una visione d’insieme sui luoghi educativi dedicati all'infanzia. Manca una rete nazionale di nidi che realizzi l’obiettivo fissato dal Consiglio Europeo di Barcellona 2002 (33 posti ogni 100 bambini sotto i 3 anni). Le conseguenze sono forti squilibri non solo tra regioni ma anche all'interno di una stessa città.

Né il ministro della Famiglia Fontana né quello della Scuola Bussetti parlano di investimenti per la realizzazione di nidi, quando invece occorre un cambiamento sostanziale a livello politico e culturale.

Prevenire i maltrattamenti significa:

investire sulle risorse umane e sul potenziamento dei nidi

diminuire i bambini nelle sezioni

aumentare gli organici di fatto

riorganizzare l'intero settore educativo e scolastico

investire sulla formazione del personale

inserire test psicoattitudinali nel protocollo della visita annuale dei lavoratori del settore educativo e scolastico

agevolare il cambio di mansioni volontario

studiare il burn-out, spesso fortemente correlato ai maltrattamenti, come stress lavoro correlato che può essere diagnosticato

 

Installare telecamere fa invece venire meno il patto di fiducia tra genitori ed educatori e scarica tutti dalle proprie responsabilità, soprattutto quanti dovrebbero monitorare e supervisionare.

E dirotta milioni di euro che dovrebbero essere investiti per ristrutturare nidi e scuole, per costruirne laddove non ce ne sono, per stabilizzare il precariato e per formare il personale educativo e scolastico.

Diciamo no al 'grande fratello' nei nidi e nelle scuole.

Vogliamo nidi e scuole pubbliche e di qualità.

 

Usb Roma Capitale

Usb Settore Educativo e Scolastico