La giornata di mobilitazione a Genova è iniziata alle ore 8 con il blocco del Varco Portuale di Ponte Etiopia, luogo simbolo delle lotte operaie in città. Nelle ore successive si sono uniti nel concentramento lavoratrici e lavoratori dei settori pubblico e privato: da IIT a IREN e AMIU, dall’ospedale Gaslini alla Regione Liguria, alla Città Metropolitana, dalla scuola all’Università, ai Beni Culturali, alla Federazione del Sociale e a numerose altre realtà lavorative, insieme ai pensionati, agli studenti di OSA e Cambiare Rotta, alla rete dei comitati contro le piccole e grandi opere inutili e dannose per la salute, dalla carovana contro la Gronda, al comitato Con i piedi per terra, a quello contro il Crematorio, insieme alla Cub di Sottoripa e a una rete di forze politiche solidali, lo slogan che ha unito i manifestanti è stato uno: "Abbassate le armi, alzate i salari".
I principali temi al centro degli interventi sono stati l’opposizione alla guerra e la necessità di ripresa del conflitto sociale, la questione del salario, del reddito di cittadinanza e l’urgenza di una legge sul salario minimo, gli omicidi sul lavoro e in alternanza scuola lavoro e la proposta di legge di USB e Rete Iside per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro, la strage del ponte Morandi e le responsabilità dei Benetton, a cui è stato dato particolare rilievo facendo transitare e sostare il corteo allo svincolo autostradale.
Il corteo si è dipanato dunque per le strade del ponente cittadino, andando a toccare luoghi simbolo per la nostra città, dal porto all’autostrada, alla sede del Comune per l’edilizia popolare, per rivendicare lavoro, diritti, giustizia e dignità. Una piazza composita dunque quella della nostra città, che punta ad unire le lotte e ricostruire un movimento di opposizione alle politiche antipopolari di questo governo. La giornata odierna è un ottimo punto di partenza per consolidare e rafforzare questo percorso.
USB Federazione Liguria
Genova, 26/05/2023