Aeroporto di Genova è purtroppo da anni stabilmente inchiodato intorno alla 20° posizione tra gli aeroporti italiani per dati di traffico nonostante il capoluogo ligure sia la sesta città d’Italia per abitanti. Quando la nuova direzione si insediò, cinque anni or sono, lo scalo genovese metteva nel mirino il traguardo importante dei 2 milioni di passeggeri.
Nonostante questo obiettivo di significativo miglioramento, in un incontro tenutosi presso Autorità Portuale per la presentazione degli obiettivi per gli anni a venire della Direzione appena insediata, fu annunciato che tra questi obiettivi c’erano la riduzione del costo del personale e l’introduzione della flessibilità. È bene ricordare questo passaggio, per sgomberare il campo da equivoci.
Non è a causa della crisi conseguente al Covid che assistiamo ad un peggioramento costante delle condizioni di lavoro in aeroporto. Certo la crisi pandemica ha travolto tutto, compreso il trasporto aereo, ma le problematiche di Aeroporto di Genova erano preesistenti. Prova ne sia che la ripresa post Covid vede il nostro scalo con performance ben inferiori agli altri aeroporti italiani con caratteristiche simili.
Il vero problema è la assoluta mancanza di una strategia di rilancio. Mancanza che naturalmente non è solo di Ags, ma anche di proprietà ed enti locali, sempre pronti però ad annunci propagandistici utili solo a coprire appunto il vuoto di idee. È quindi chiaro che in assenza di serie strategie di rilancio che schiodino l’aeroporto da quel triste ventesimo posto, si vedono costretti ad agire sul fronte della riduzione del costo del lavoro e della precarizzazione dello stesso. Questo era il mandato della attuale Direzione e questo ha fatto. Il personale è diminuito sensibilmente senza essere rimpiazzato e come ultimo tassello si è ottenuta la tanto agognata flessibilità.
Attenzione però. Il fatto che questa abbia assunto la forma di un orario multi periodale con carichi di lavoro (10 giorni in più nel periodo estivo) totalmente insensati rispetto alla realtà del traffico, la dice lunga sul vero obiettivo della Direzione. Se lo scorso anno si era rimandato l’avvio della flessibilità, introdurla quest’anno, quando sono previsti 400 VOLI IN MENO, significa che non è la funzionalità il fine di questa operazione.
Messa in cassaforte la flessibilità grazie al fatto che la Direzione ha ottenuto di blindarla nell'integrativo, ora si sperimenta un nuovo modello che sarà fatto di flessibilità, precarizzazione del lavoro e riduzione del personale fisso. Una strategia chiara purtroppo. In assenza ed incapace di piani seri di rilancio, la Direzione presenta il conto assai salato ai lavoratori, cui si aggiunge in ultimo anche un po' di sana correzione disciplinare nel caso non abbiano ben compreso la lezione.
Contro queste scelte e questo andazzo abbiamo scioperato il 3 maggio e proclamato un nuovo
SCIOPERO DI 24 ORE PER VENERDÌ 19 MAGGIO
cui invitiamo tutti i lavoratori alla massima adesione,
DANDO APPUNTAMENTO DALLE ORE 10 ALLE ORE 13
PER UN’ASSEMBEA IN CUI DECIDEREMO LE NUOVE AZIONI DA INTRAPRENDERE
Serve un segnale forte alla nuova direzione e al nuovo Cda che si insedierà: cioè che i lavoratori vogliono chiarezza sul futuro di Aeroporto e non sono disposti a pagare il prezzo dell'incapacità direzionale.
USB dichiara fin da ora che chiederà conto anche alla silente proprietà e continuerà in questa lotta per cambiare l'attuale situazione con coerenza e determinazione.
Usb Lavoro Privato Genova
USB Trasporto Aereo
Genova, 15 maggio 2023