Il 19 luglio la Procura di Piacenza ha emesso diverse misure cautelari nei confronti di dirigenti sindacali di USB e dei Si Cobas operanti nel settore della logistica a cui si aggiungono accuse avverso un centinaio di attivisti e lavoratori.
In un’ordinanza di 350 pagine si descrivono come atti criminosi un elenco interminabile di picchetti, scioperi, occupazioni, assemblee e manifestazioni a seguito di un’indagine durata 7 anni.
Le accuse sono di estorsione “al fine di ottenere per i lavoratori condizioni di miglior favore rispetto a quanto previsto nel contratto nazionale” (così recita l’ordinanza), sabotaggio, per aver fermato un nastro trasportatore, interruzione di pubblico servizio per aver bloccato delle merci del servizio postale, resistenza a pubblico ufficiale per non essersi spostati dai cancelli del magazzino per far passare i camion della merce e l’azione sindacale descritta di conseguenza come associazione a delinquere che ha portato all’arresto di sei dirigenti sindacali delle due organizzazioni sindacali.
È stato iscritto nel registro degli indagati anche un avvocato che collabora con USB per avere sollecitato l’attuazione del diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro di cui all’art.18 s.l. di un gruppo di lavoratori, sancito dalla Corte d’Appello di Bologna (ed in seguito, anche del Tribunale di Piacenza) minando di fatto il ruolo fondamentale della difesa legale.
La procura come prova ha fornito, tra l’altro, le testimonianze dei datori di lavoro alcuni dei quali, in questi anni sono stati arrestati perché coinvolti con la malavita organizzata o perché utilizzavano cooperative farlocche che cambiavano in continuazione partita iva, non pagavano i contributi previdenziali, licenziavano i lavoratori e poi li riassumevano senza avvisarli e senza far firmare alcun contratto, mentre il Tfr spariva e tutti i facchini venivano reinquadrati ai livelli più bassi. Questi sono le vittime a cui abbiamo estorto condizioni di miglior favore.
Le migliaia di vertenze vinte in questi 7 anni grazie all’aiuto di USB e dei suoi legali hanno portato grandi vantaggi non solo a lavoratrici e lavoratori, ma all’intero Paese grazie al recupero di evasione fiscale e contributiva.
Ma la gravità di quanto sta avvenendo a Piacenza è stata ben evidenziata dalla “Rete legali USB” che comprende tutti gli avvocati che collaborano con l’organizzazione sindacale nella difesa giudiziaria dei lavoratori e da “Ce.In.G” il Centro di iniziativa giuridica che in un comunicato congiunto hanno evidenziato come “confondere i sindacati, che altro non sono che l’associazione per la conquista dei diritti – anche in maniera schietta e determinata – con l’associazione per delinquere, provoca un arretramento nell’inveramento del disegno costituzionale.”
La nostra Costituzione, infatti, fonda la Repubblica sul Lavoro, favorisce l’organizzazione sindacale e riconosce il diritto di sciopero, considerando il conflitto sociale come uno strumento per il progresso della collettività.
Pertanto confidiamo nella magistratura che possa riconoscere la bontà delle azioni condotte dalla nostra organizzazione in difesa dei valori costituzionali.
Invitiamo tutto il mondo del lavoro - pubblico e privato – a partecipare alla manifestazione che si terrà a Piacenza Sabato 23 luglio alle ore 14:30 di fronte la Stazione FS, in solidarietà ai delegati sotto attacco e in difesa dei valori della nostra costituzione.
USB Pubblico Impiego - Agenzie Fiscali