La clamorosa perdita da parte di Airitaly del bando per l'attività in continuità territoriale su Olbia è una questione grave che mette a rischio quello che rimane della ormai fu seconda azienda della Sardegna, nonché un ulteriore passo di fuoriuscita dall'Isola.
Ma questo è solo uno degli effetti causati dalla scellerata scelta fatta da governo, Regione Sardegna - avallata dal sindacato a esclusione di Unione Sindacale di Base, APM e Cobas - nel 2016 di concedere tutto quello che chiedeva l'allora dirigenza Meridiana nel nome dell'arrivo (avvenuto poi due anni dopo) di Qatar Airways, senza alcun piano industriale e con le mani completamente libere.
Da quell'anno, si è proceduto a licenziare centinaia di lavoratori, abbandonare lo scalo di Cagliari e trasferire naviganti aerei, tecnici specializzati tecniche e impiegati verso Malpensa.
Per questo non siamo sorpresi dal fatto che un'azienda erede di questa storia possa perdere il bando di continuità: lo consideriamo aderente a un progetto che punta a liberarsi dei vincoli del costo del lavoro e di vincoli sociali e territoriali.
Non si spiegherebbe altrimenti come la stessa Airitaly si rifiuti in tutti i modi di riassumere i lavoratori licenziati nel 2016, nonostante i proclami di sviluppo e di migliaia di nuove assunzioni.
USB ritiene che la vertenza di Airitaly non si sia mai davvero risolta e rilancia la richiesta di aprire di un tavolo governativo per affrontare tutti i nodi di carattere occupazionale, contrattuale, industriale e di presidio territoriale lasciati irrisolti nel 2016.
Su questa richiesta USB Lavoro Privato ha indetto un primo sciopero per il 28 gennaio prossimo venturo.
Non è mai troppo tardi per correggere il tiro e riparare gli errori e rimaniamo da sempre convinti che nessun progetto aziendale possa prosperare sulle macerie.
USB Lavoro Privato