Lunedì 28 gennaio Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Regione Lazio hanno firmato l'accordo che prevede l'affitto di 167 lavoratori dell'azienda Capitale Lavoro, impiegati nei CPI della provincia di Roma.
Così, mentre le Regioni stanno per ricevere nuovi fondi per il potenziamento dei Centri per l'Impiego, in virtù del nuovo decreto sul Reddito di Cittadinanza, la Regione Lazio e i sindacati condannano chi già lavora negli stessi centri a una condizione di cronico precariato.
I 167 lavoratori di Capitale Lavoro verranno affittati per due anni alla società LAZIOcrea, una azienda partecipata della stessa Regione, senza alcuna certezza del loro futuro.
USB si è rifiutata di firmare tale accordo, peraltro siglato senza consultare i lavoratori, e ha aperto una campagna di mobilitazione per l'internalizzazione nella Regione di tutti i lavoratori dei CPI che in questi anni hanno garantito il servizio, tanto dentro Capitale Lavoro come dentro LAZIOcrea.
Non è possibile né accettabile che si proceda a nuove assunzioni senza considerare le competenze e l'esperienza lavorativa accumulata da questi lavoratori, così come non si può accettare che si continuino ad alimentare il precariato e l'insicurezza lavorativa in un settore che dovrebbe dedicarsi proprio ad aiutare i disoccupati ad uscire da una condizione di precarietà di vita.
Le 4000 nuove assunzioni che sono state annunciate dal ministro Di Maio e che saranno realizzate nelle Regioni devono avvenire nel riconoscimento dei diritti di tutti quei lavoratori che in questi anni hanno mandato avanti i Centri per l'Impiego con contratti precari e condizioni di disagio. USB porterà avanti la lotta sia sul piano regionale che nazionale.
Lunedì 28 abbiamo fatto sentire anche in piazza la voce dei lavoratori. Resteremo al loro fianco nella lotta per l’internalizzazione nella pubblica amministrazione e chiediamo con forza un tavolo di confronto al ministro Di Maio.
USB LAVORO PRIVATO