Un nutrito presidio si è tenuto venerdì pomeriggio a Roma, in occasione dello sciopero generale proclamato da USB, davanti alla Legacoop nazionale. Ad animarlo le lavoratrici e i lavoratori delle cooperative sociali, una categoria considerata “essenziale” ma che non gode di diritti e salario, altrettanto imprescindibili: lavoro povero, part time involontario, banca ore, cambi d’appalto e precarietà diffusa sono solo alcuni dei meccanismi che stanno svuotando un settore importante come quello del welfare e dei servizi alla persona, dal quale chi può scappa via in cerca di condizioni di lavoro più dignitose.
E sono questi i motivi rappresentati alla delegazione di Legacoop nazionale e al suo responsabile delle relazioni industriali, insieme all’invito a prendere atto di una realtà della rappresentanza sindacale profondamente mutata, che vede l’USB escluso da ogni discussione, pur essendo molto più rappresentativo di altre sigle che si arrogano il potere di firma decidendo il destino di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori del settore.
Fortuna che ogni tanto qualcosa arrivi a rompere la narrazione monotona e contemplativa delle triplici sindacali e datoriali: il Cnel che certifica la maggior rappresentatività di USB.
L’incontro è terminato con l’impegno della delegazione Legacoop a fare un passaggio di valutazione nel settore delle cooperative sociali e ad aggiornare la discussione.
Giornata importante quella dello sciopero generale, che mette in primo piano oltre ai temi dell’aumento del salario e delle pensioni, quello della redistribuzione della ricchezza in investimenti pubblici a favore di welfare, sanità e case popolari. Mettendo al centro la nuova consapevolezza dei lavoratori di questo settore fondamentale che, in un processo di accumulo di forze sempre più importante, ha deciso di rivendicare protagonismo per sé e per gli utenti dei servizi di welfare.
Da qui ripartiamo, convinti che il cambiamento è in atto e che alla fine vinceranno le nostre ragioni.
USB Coop Sociali