Il 13 dicembre la Direzione Centrale dopo tre anni di attesa, ci ha presentato una proposta “indecente” per la mobilità nazionale. Dopo l’accordo del lontano luglio 2018 abbiamo sollecitato più volte la realizzazione di una nuova procedura e lo scorrimento completo della graduatoria ottenendo solo in ottobre 2021 una inutile convocazione in cui l’amministrazione chiedeva ai sindacati di inoltrare proposte per la mobilità nazionale, invece di presentare un testo concreto sul quale confrontarci.
In quell’occasione siamo stati l’unica Organizzazione sindacale che ha presentato una precisa proposta che coinvolgesse 914 lavoratori e lavoratrici, supportandola con un’attenta analisi della situazione relativa alla carenza di organico degli uffici prodottasi tra il 2017 e il 2021.
Avremmo voluto ragionare su una pianta organica teorica o sul numero di domande già presentate per la mobilità nel 2018 (circa 1.300) o sulla diminuzione di personale avvenuta negli ultimi anni, ma nessun dato ci è stato fornito. Ed allora, con i dati in nostro possesso, abbiamo ricavato elementi utili a formulare una richiesta supportata da un ragionamento, basata sulla condizione reale degli uffici.
L’amministrazione invece durante il confronto ha proposto una mobilità per 200 unità, indicando limiti in ingresso per alcune regioni in sofferenza più di altre, senza alcuno scorrimento della precedente graduatoria. L’incontro è stato aggiornato alla prossima settimana ma, senza un aumento dei posti, da attuarsi anche in modo scaglionato, la strada per il raggiungimento di un accordo si presenta in salita.
USB PI Agenzie Fiscali