Visita ieri del nuovo commissario e del ministro del Made in Italy Adolfo Urso allo stabilimento genovese.
Come USB, abbiamo ribadito che la situazione attuale è legata alla gestione precedente della multinazionale franco-indiana, da noi denunciata sin dal 2019.Di fronte alle parole del ministro Urso, che manifesta la volontà di rendere appetibile l’azienda per fare in modo che subentri un’altra multinazionale, non possiamo che rispondere che è necessario che lo Stato continui ad essere parte dell’azienda. Bisogna ripartire con il ripristino degli impianti, tornare a fare manutenzione, fondamentale per la sicurezza e per la continuità produttiva, ma c’è anche da ricostruire un rapporto di fiducia con i lavoratori, che sino ad oggi stanno pagato di tasca loro errori gestionali.
Per questo, di fronte alle dichiarazioni del Ministro di rilanciare lo stabilimento, abbiamo ribadito che c’è da ricostruire un rapporto di fiducia, ci aspettiamo aspettano azioni e non solo parole d’effetto. Oggi bisogna certamente dare priorità agli appalti che sono davanti alla portineria dello stabilimento di Taranto. Lo Stato deve farsi carico della emergenza e pagare le fatture arretrate, dando una boccata d’ossigeno, in un effetto domino, ai lavoratori che ormai da tre mesi non percepiscono lo stipendio. Abbiamo ribadito che non siamo d’accordo con la possibilità di uno “spezzatino”, nessun sito deve essere perso. Usb ha presentato un documento all’interno del quale proponiamo soluzioni che a costo zero incentivi e scivoli per la pensione. Nei confronti delle istituzioni genovesi, abbiamo sottolineato che le aree del sito non si toccano e sono importanti per la siderurgia italiana. Bisogna mettere finalmente, al centro del progetto, i lavoratori che che pagano scelte scellerate dei Governi che si sono succeduti nella nostra vertenza. Questa è la sfida alla quale è chiamata ancora oggi la politica”.
Usb Acciaierie d’Italia