Il 19 ottobre USB scrive ai Ministeri del Lavoro e della Pubblica Amministrazione, alla Regione Lazio, alla Città Metropolitana di Roma Capitale e alle relative partecipate LazioCrea e Capitale Lavoro per chiedere ancora una volta un intervento decisivo sui 166 lavoratrici e lavoratori transitati in affitto da Capitale Lavoro a LazioCrea a febbraio 2019.
Si tratta degli operatori che lavorano nei centri per l’impiego di Roma e Lazio come personale aggiuntivo, ma che in realtà opera in sostituzione di personale regionale con una professionalità ormai ventennale, e che non vede, dopo ben due decenni, stabilità né equiparazione di retribuzione e diritti ai colleghi della Pubblica Amministrazione.
Il giorno dopo le due società in house della Regione Lazio e della Citta Metropolitana Roma Capitale inviano una comunicazione congiunta che entra nel merito. Nel documento, oltre alla dichiarazione unilaterale degli A.D. delle rispettive società, di voler procedere alla definitiva cessione del ramo di azienda di cui sopra, viene manifestata la volontà di procedere all’armonizzazione contrattuale dei 166 lavoratori coinvolti, adeguando l’attuale contratto CCNL COMMERCIO con quello di FEDERCULTURE, con evidenti possibili peggioramenti rispetto al trattamento salariale attuale.
Stupisce l’ostinazione con cui, nonostante la legge preveda che in tutta Italia il personale aggiuntivo vada assunto dalle relative Regioni, due società private, anche se in house, continuino ad imporre l’utilizzo di 166/7 lavoratori che fanno le stesse cose dei colleghi regionali ma pagati meno e senza possibilità di carriera, senza tutele e garanzie visto che non sono pubblici ufficiali come invece dovrebbero essere.
USB vuole la reale tutela di questi lavoratrici e lavoratori. Vogliamo garanzie e trasparenza sull’utilizzo dei fondi con i quali questi lavoratori sono stati pagati e verranno pagati.
Come si può infatti credere che lo Stato andrà a scorporare dai 1.600 lavoratori del personale aggiuntivo che la legge prevede di dover assumere, caso unico in Italia, 167 persone che rispetto alle rimanenti 1.433, non godranno dei loro stessi diritti, ma verranno costrette a lavorare fuori dalle leggi che lo Stato ha stabilito?
Chiediamo risposte e metteremo in atto tutte le forme di garanzia a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori LazioCrea/Capitale Lavoro.
Basta chiacchiere, chiediamo i fatti.
USB Pubblico impiego
USB Lavoro privato