Dall’incontro svoltosi venerdì al Ministero del Lavoro con il sottosegretario Cominardi è emersa con chiarezza l’inadeguatezza delle risposte per gli LSU e per gli ex LSU/ex LPU contenuta nella norma in legge di bilancio per la stabilizzazione.
La scarsità delle risorse rese disponibili e, soprattutto, l’assenza di deroghe ai vincoli assunzionali per i comuni in dissesto o pre-dissesto rappresentano un macigno sulla strada della stabilizzazione per questi lavoratori che ormai da venticinque anni garantiscono i servizi pubblici nei comuni nei quali lavorano per 500 euro al mese.
Evidentemente la scelta del governo di rientrare nei parametri imposti dall’Unione Europea ha reso di fatto impossibile praticare scelte più coraggiose. In particolare l’assenza delle deroghe che consentano l’assunzione anche ai comuni con situazioni problematiche di bilancio sembra incontrare il vincolo del rientro del debito e sacrifica una norma “giusta” allo scopo di soddisfare gli appetiti dell’Europa delle Banche e delle lobby finanziarie. Ancora una volta a pagare sono i lavoratori.
E questo ci spinge a continuare con ancora maggiore determinazione nella campagna di raccolta firme a sostegno di due leggi di iniziativa popolare contro l’obbligo del pareggio di bilancio inserito in Costituzione e per avere la possibilità di indire referendum sui trattati internazionali.
Di fatto, cambiano i governi, ma non cambiano le condizioni degli LSU e degli ex LSU/ex LPU che continuano a non trovare le risposte che legittimamente continuano a rivendicare.
Ma USB non molla!
Le mobilitazioni dei lavoratori, pur non ottenendo risposte adeguate, hanno però imposto all’attenzione del Governo la questione della loro stabilizzazione che consideriamo solo rimandata. Dalla legge Madia alla norma in questa legge di bilancio abbiamo aperto degli spiragli che continuando a lottare vogliamo trasformare in soluzioni reali per una questione che nessuno ormai può più ignorare.
Unione Sindacale di Base Pubblico Impiego