Come fare per provare a raccontare tutto quello che è successo ieri fuori e dentro la sede del Tiburtino? Da dove cominciare?
Le emozioni (quelle vere) di lavoratori ed utenti finalmente insieme, gli “emoticons” (quelli virtuali) completamente rigettati e senza interrompere il servizio di sportello, il ponte idealmente lanciato verso i cittadini con una semplice colazione fuori programma, il volantinaggio a tappeto con i volti dei principali “responsabili” dello sfascio attuale, la massiccia partecipazione dei colleghi all’ennesima contemporanea assemblea.
E poi le proposte, l’impegno, la ricerca di una non facile unità, le attese. Restano i fatti.
L’avvio della prevista sperimentazione è miseramente fallito sotto tutti gli aspetti.
Anche se oggi per salvare la faccia l’amministrazione si è affrettata a comunicare che “alcuni problemi tecnici hanno reso impossibile l’inaugurazione”.
Non sono mancate certo le note negative, quali l’assenza del nuovo direttore di sede, che pure nell’avviso al pubblico (peraltro affisso solo nel tardo pomeriggio di mercoledì 15) confermava di “restare comunque a disposizione” e la completa incapacità della vice dirigente, mandata per la verità allo sbaraglio a gestire la situazione.
Ma la risposta dei lavoratori è stata serena, tranquilla, compatta e non ha dato luogo ad equivoci di sorta o ad errate interpretazioni come la stampa ha del resto rimarcato.
Con buona pace del ministro contro la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, gli “emoticons” sono stati rispediti al mittente, perché inutili, oltre che dannosi e costosi, insieme al malcelato tentativo di favorire in questo modo la privatizzazione dei servizi.
L’assemblea dei lavoratori protrattasi per l’intera giornata ha chiesto a gran voce che la mobilitazione contro questo sistema di valutazione prosegua e senza tentennamenti con l’indizione unitaria di una nuova assemblea permanente, con orario da articolare.
Dunque insieme è possibile. I colleghi del Tiburtino ci hanno ancora indicato la strada e ci hanno pure invitato a percorrerla, in difesa della dignità e professionalità di ognuno.
Tutto ciò nella speranza che prima o poi anche le altre organizzazioni sindacali, ad ogni livello, si decidano una buona volta ad intervenire nell’interesse esclusivo del personale che rappresentano e prima che sia troppo tardi. Cioè prima che tutto finisca laddove il potere vuole che vada: nel dimenticatoio.
Riteniamo a questo punto che astenersi dal prendere una qualsivoglia decisione dopo la grande visibilità sui media ottenuta grazie alla nostra mobilitazione non sia praticabile.
Apatia, disinteresse ed ignavia non potranno più essere in alcun modo consentite.
Il peggior male resta infatti l’indifferenza. Insieme è possibile. Noi stiamo aspettando.
Coordinamento regionale RdB-CUB INPS Lazio
Roma - Continua la protesta contro le faccine di Brunetta
(Canale video YouTube RdB - Servizio Roma Uno TV)