La notizia che il CDA del Consorzio Residenze Reali Sabaude ha posto una questione di fiducia al direttore M.Turetta, a causa (anche) di una “consulenza con lo studio dell’avvocato Musumeci del valore di circa 250.000 euro” (Repubblica del 5/11/18), ci giunge in concomitanza delle motivazioni della sentenza del Tribunale di Ivrea, con la quale il Giudice L.Fadda ha respinto il ricorso (contro il Consorzio e contro la Società Cooperativa Culture) presentato da due lavoratori della Reggia, a seguito della decurtazione dello stipendio a loro procurata, a seguito dell’appalto dei servizi disegnato dalla direzione di M.Turetta, appalto che ha procurato un danno di circa 1.200 euro annui ad ogni lavoratore.
Le motivazioni con le quali il Giudice ha respinto il ricorso dei lavoratori ci paiono, a una prima lettura, poco approfondite nel merito dei fatti avvenuti. Ci sembra che il Giudice abbia deciso di non entrare troppo nei dettagli della vicenda denunciata dai lavoratori, i quali sono vittime di un bando di gara che oggi non sarebbe possibile reiterare dal punto di vista legislativo (essendo nel frattempo anche mutato il c.d Codice degli Appalti).
I lavoratori hanno proposto causa poiché, a seguito del cambio appalto (e dopo aver anche sottoscritto un accordo in merito proprio con il Consorzio) si sono visti disapplicare il ccnl Federculture a favore del peggiorativo ccnl Multiservizi Pulizie e decurtare così lo stipendio in modo significativo (oltre ad aver subito un drastico taglio delle ore di servizio).
A noi pare (anche in riferimento agli orientamenti ribaditi persino dalla Corte di Giustizia Europea) che il principio di mantenimento delle condizioni economiche, in caso di cambio nella gestione del servizio, sia un diritto soggettivo di carattere generale, che il Consorzio ha ritenuto di tenere in spregio.
E’ chiaro che il nostro giudizio sulle motivazioni del Giudice sono tali per cui valuteremo senz’altro il ricorso alla Corte di Appello di Torino.
Ma ciò non basta: la notizia di questa consulenza, se confermata, è di una gravità tale per cui l’Usb, a nome di tutti i lavoratori coinvolti in questa triste vicenda, chiede non solo alle parti pubbliche presenti nel Cda d’informarsi nel merito e di riferire prontamente, ma si riserva di presentare una formale denuncia alla Procura della Repubblica per un possibile caso di frode, in quanto l’utilizzo di una cifra astronomica come 250.000 per una consulenza legale (se confermata) ci risulta molto al di fuori di qualsiasi onorario previsto per gli avvocati.
Il nostro sdegno è pari alla volontà di avere giustizia in questa vicenda. E’ poi davvero triste pensare che la Direzione del Consorzio abbia speso questo importo a titolo di consulenza legale, quando con questa cifra avrebbe potuto corrispondere ai lavoratori buona parte della decurtazione dello stipendio da loro lamentata e che li ha portati ad un procedimento giudiziario, tutt’ora aperto, con il Consorzio e con la cooperativa.
USB CONFEDERAZIONE DI TORINO