A quanto pare non sono bastati tutti i tentativi d'incontrare l'amministrazione di questo Comando per esporre le difformità che la USB ha evidenziato nella mobilità provinciale. Non sono bastate le recriminazioni e due stati di agitazione per far comprendere alla dirigenza romana che la mobilità provinciale deve rispettare i criteri di mobilità nazionali e le circolari ministeriali. Non è bastato segnalare che alcuni lavoratori coinvolti d'ufficio nella mobilità sono oggetto di fastidiose "attenzioni" da parte dei responsabili di turno le cui minacce si sono concretizzate in spostamenti d'ufficio.
Rivendicare una mobilità più trasparente e rispettosa dei diritti dei lavoratori costituisce un fastidio a cui l'amministrazione si è dimostrata incapace di far fronte preferendo sbaragliare diritti e prerogative sindacali e spostando la controversia in ambito giudiziario.
Ricapitoliamo i fatti: il 13 giugno si tiene un incontro sulla mobilità provinciale nel quale, oltre a esternare la nostra contrarietà ai criteri applicati, in quanto in contrasto con quelli nazionali, chiediamo anche di avviare la procedura di mobilità subito dopo l'estate per non ritrovarci a effettuare gli spostamenti nel mese di dicembre.
La dirigenza romana, dopo mesi persi a imbastire nuove vessazioni contro i lavoratori, ad interpretare norme e circolari a proprio piacimento, come ad esempio i frazionamenti permessi 104 e mancate timbrature, condendo tutto con la costante minaccia di provvedimenti disciplinari, a ottobre inoltrato si "ricorda" la mobilità provinciale.
Dopo l’incontro con tutte le organizzazioni sindacali, il 24 ottobre, e diverse informative, il 22 novembre l'amministrazione emana un primo odg e il 26 novembre un secondo odg che recita “a parziale rettifica ed integrazione...” (chissà cosa sarà successo tra le altre organizzazioni sindacali e il responsabile del personale in questo periodo, viste le molteplici variazioni e rettifiche) che stabilisce gli spostamenti per il 3 dicembre, ignorando che il personale avesse gia' programmato le ferie e qualcuno organizzato le proprie festività natalizie.
L’Unione Sindacale di Base chiede un incontro urgente con il dirigente, il quale prima fissa un appuntamento poi lo diserta facendoci ricevere dal vicario, il quale si dichiara incompetente sulla mobilità, chiedendo durante l'incontro l'aiuto del responsabile del personale, il quale alla prima domanda “vorremmo sapere quali criteri avete adottato per il riequilibrio dei turni”, prende il cellulare affermando di dover rispondere ad una telefonata ed esce dalla stanza senza far più ritorno.
Visto l'evidente imbarazzo e l'impossibilità dell'amministrazione a chiarire alcuni aspetti della mobilità, il 28 novembre USB ha indetto lo stato di agitazione anche per poter avere quel necessario confronto con l'amministrazione senza il quale le relazioni sindacali e il rispetto dei diritti dei lavoratori non esistono.
L’11 dicembre il capo del corpo nomina il Dir.Reg.Lazio a presiedere la commisione paritetica che fissa il tavolo per il giorno 18 dicembre.
Per una serie di accavallamenti di impegni ci troviamo purtroppo costretti a disdire l’incontro fissato per il 18 dando disponibilità immediata per il giorno seguente. Veniamo riconvocati il giorno 20 dicembre alle 20.30!
Il dirigente voleva far intendere quanta attenzione intendeva prestare alle rivendicazioni, oppure pensava di sbrigarsela nel tempo di un caffè?
Di quanto successo in quell’incontro tutti i lavoratori sono al corrente. Il giorno seguente, 21 dicembre, USB indice un nuovo stato di agitazione, nel rispetto delle norme 146/90 e 183/2000, con la considerazione di dover tutelare i lavoratori coinvolti nella mobilità chiedendo legittimamente il rispetto degli accordi nazionali e dei criteri di mobilità, ma il 9 gennaio 2019 attendendo le ore serali, l'amministrazione emana un nuovo odg nel quale stabilisce la decorrenza per la mobilità provinciale per il 14 gennaio, in concomitanza con quella nazionale (e nonostante tra i mobilitati assegnati dal giorno 14 vi siano numerosi lavoratori beneficiari di leggi speciali, già presenti nel comando di Roma, arbitrariamente l'amministrazione stabilisce che questi non potranno scegliere come gli altri colleghi una sede provvisoria...).
I diritti e il rispetto delle regole in questo comando vengono ignorati e calpestati ancora una volta.
Dopo aver cercato e tentato un nuovo incontro urgente con il dirigente per capire e sapere come mai si continua a perseverare negli errori, nel mancato rispetto dei criteri di mobilità nazionale, nella non applicazione dell’accordo integrativo sulle leggi speciali, nella violazione del contratto di lavoro, ovvero nel calpestare totalmente i diritti di tutti i lavoratori mobilitati e non, la dirigenza si è resa indisponibile in quanto “in ferie” (nonostante avesse emanato un nuovo odg poco prima) e che eventualmente l’incontro si sarebbe potuto fare proprio il 14 gennaio.
Della serie: dopo il film “prendi i soldi e scappa” ora si assiste a “emana l’odg e scappa!”
Tutto questo per USB è un comportamento vigliacco protratto nel tempo e ai danni dei lavoratori! Atteggiamento ignobile, inammissibile e inaccettabile!
Per questi fatti e per il comportamento della dirigenza, USB ha denunciato l'attuale dirigente per comportamento antisindacale. Non smetteremo mai di lottare contro la meschinità di chi si crede padrone della vita dei lavoratori.
Questa denuncia è solo il primo passo: infatti USB mette a disposizione la tutela legale a tutti quei lavoratori che vorrano sporgere denuncia contro gli artefici di questa mobilità e di altre nefandezze che questo comando perpetra ai danni dei propri dipendenti.
USB Vigili del Fuoco Provinciale di Roma