Fabrizio Greco era il suo nome, lavorava nello stabilimento FCA di Piedimonte San Germano di Cassino, era un manutentore, aveva solo 40 anni ed una vita da vivere davanti a se. E’ bastato un attimo ed i suoi progetti i suoi sogni sono spariti come la sua giovane esistenza. Normale essere sconvolti, rattristati, increduli e vicini ai suoi cari, ma qualche domanda bisogna pur porsela e qualche risposta bisogna pur darla.
Il mondo del lavoro negli anni è profondamente mutato e la competizione ha giustificato molte condizioni che hanno reso i lavoratori più deboli, ricattabili, divisi e anche meno sicuri nei luoghi di lavoro. Ogni anno ci sono più di 1000 lavoratori che perdono la vita per guadagnarsi da vivere. Sembra un gioco di parole ma è un controsenso. In tutto ciò che non è giustificabile in una società moderna, e sana, questa è sicuramente la situazione più orrida ed inaccettabile.
Siamo certi che il modello di lavoro propinato da un’economia vorace e spietata non è ciò che rende l’uomo libero di realizzarsi e guadagnarsi una vita onesta e dignitosa per se e per la propria famiglia. La frammentazione e la precarietà hanno fatto sì che i lavoratori siano in competizione al ribasso e, nel secondo caso, alla mercè delle aziende che troppo spesso abusano di una condizione di necessità e della totale sudditanza a cui vengono sottoposti. Troppo spesso, anche di fronte a situazioni critiche, i lavoratori preferiscono girare la testa altrove piuttosto che denunciare ciò che non va; sempre di più la rappresentanza sindacale è stata depotenziata a favore del quieto vivere i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti; perfino i rappresentanti dei lavoratori sulla sicurezza ( RLS) hanno perso autonomia ed autorevolezza al punto da accettare passivamente più una prevenzione fatta su carta ( molto teorica ) rispetto a quella della denuncia e della protesta che da sempre ne aveva caratterizzato il ruolo; infine come dimenticare il ruolo degli enti di controllo che non hanno nè un numero adeguato di personale da impiegare né un supporto legislativo snello ed efficace da opporre alle negligenze delle aziende.
Non si può continuare ad accettare tragedie e potenziali pericoli in silenzio.
Non è il momento delle polemiche ma tutti devono prendere coscienza che bisogna intervenire per invertire una tendenza che ha prodotto solo un numero maggiore di vittime innocenti. Il fatto che le aziende abbiano bisogno di competere non può giustificare atteggiamenti troppo permissivi in materia di sicurezza.
La morte orribile di Fabrizio dimostra che anche nelle grandi aziende, come FCA, il pericolo esiste eccome e il nostro impegno nella denuncia e nella lotta continuerà come sempre ma siamo consapevoli che purtroppo non è sufficiente.
I proclami, le parole, tornano sempre a vivere in momenti simili, le VITE SPEZZATE NO!!!
Nell’abbracciare la Famiglia di Fabrizio e nel rivolgere a Lui un ultimo saluto, ci sentiamo di prometterGli il nostro quotidiano impegno per far sì che nessuno debba morire per vivere. Non basta piangere sul sangue versato se non si agisce per impedire che accada di nuovo!!
PER CHIEDERE PIU’ SICUREZZA E CONTROLLI
L’USB DICHIARA 2 ORE DI SCIOPERO IN TUTTO IL SITO SEVEL
IL GIORNO 3 OTTOBRE 2019
TURNO A DALLE ORE 09,00 ALLE ORE 11,00
TURNO B DALLE ORE 20,15 ALLE ORE 22,15
TURNO C DALLE ORE 03,45 ALLE ORE 05,45 DEL 04 OTTOBRE 2019
Roma, 01/10/2019 Coord. Nazionale USB LP in FCA
RSA USB LP SEVEL