Siamo nell'epoca delle cosiddette “bufale” cioè delle notizie false messe in giro per screditare qualcosa o qualcuno, ma a tutto c'è un limite. Alla narrazione dei facchini come un gruppo sociale rissoso, violento e pericoloso ora si aggiunge un nuovo particolare: i facchini sono anche ricchi.
SEAM, la società fornitrice di servizi logistici alla GLS, dove peraltro ha licenziato 33 lavoratori iscritti a USB che hanno scioperato per rivendicare sicurezza sul lavoro, ha messo in giro le buste paga di alcuni dipendenti per divulgare il fatto che guadagnano fino a 2.000 € al mese. Stipendi d'oro che, secondo SEAM, non giustificano le proteste operaie.
La “bufala” consiste nel fatto – non detto – che gli stipendi citati sono di persone inquadrate dal 5° al 4° livello, cioè quello massimo a cui può aspirare un facchino, quindi a figure professionali che hanno la retribuzione più alta, ma non solo: i 2.000 € sbandierati sono comprensivi di una serie di istituti contrattuali quali: il rateo mensile di 13^ e 14^ (che altre categorie percepiscono in un'unica soluzione normalmente a giugno e a dicembre), gli assegni familiari per famiglie spesso numerose con una detrazione equivalente, gli straordinari e l'indennità notturna (perché questo è un lavoro che si fa di notte) che da sola vale un incremento della retribuzione pari ad un quarto (+25%) dell'intero stipendio come previsto dal contratto di categoria, i buoni pasto pagati in busta.
Questa è la realtà pura e semplice; questa gente si spacca la schiena lavorando tutte le notti del mese per uno stipendio reale che corrisponde a una media di 1.200/1.300€ mensili.
I padroni della logistica dimenticano che i loro lauti profitti intascati in questo ventennio sono venuti dalla fatica di persone che fino a poco tempo fa guadagnavano molto meno e sovente in “nero”; sono state le lotte dei facchini a portare un salario normale e regolare, non d'oro, ma pieno di dignità.
Alle "bufale" sugli stipendi d'oro dei facchini, SEAM aggiunge pure le "non notizie" come quella dell'abbandono del magazzino GLS di Piacenza a fine mese di febbraio collegandola alle ultime vicende. Si tratta di un maldestro tentativo di drammatizzare per sostenere la tesi farlocca della chiusura del sito.
La "non notizia" è infatti tale poiché ampiamente preannunciata e programmata sin dal luglio 2018 e successivamente rinviata al 31/12/2018.
La nostra impressione è che tutta la manfrina sui "salari d'oro" e sugli abbandoni non abbia altra finalità se non quella di alimentare la campagna contro i facchini di USB.
Alleghiamo copia della comunicazione del consorzio NATANA DOC su cambio appalto di SEAM in data 28 giugno 2018.
#BASTABUFALE! #SCHIAVIMAI!
USB Lavoro Privato settore Logistica